Rimane la regina delle fiere di settore e giunge anche quest’anno con grande fanfara, nonostante il popolo dei collezionisti sia una minoranza. Ecco cosa non perdersi

Solito copione, solita scena; prezzi degli hotel alle stelle, ristoranti pieni, auto “vip” per le strade, musica in Kunsthalle fino a notte fonda: ecco Basilea, tranquilla cittadina della Mitteleuropa, trasformarsi in meta internazionale nei suoi giorni più “caldi” dell’anno, i giorni di Art Basel. Eppure, secondo quanto riportato dal Financial Times, il direttore marketing di Sotheby’s, Alfredo Gangotena, avrebbe dichiarato che il popolo dei collezionisti corrisponde solo al 2 per cento della popolazione mondiale. Che dire, un piccolissimo evento con una enorme risonanza quindi, ma oltre al grande giro di affari legato alla compravendita, che si svolge per lo più nei giorni della preview da cui il grande pubblico è escluso, Art Basel ha un suo programma ben strutturato e godibile anche per chi non è troppo occupato a fare shopping.

Ecco qualcosa da non perdere:

La sezione Unlimited, curata per il quarto anno consecutivo da Gianni Jetzer, è sempre quella che regala il maggiore intrattenimento. Dedicata aopere di grandi dimensioni, che trascendono lo spazio espositivo degli stand dove circola arte destinata a un circuito commerciale, include nel programma diverse video proiezioni e performance. Come quella di Julius von Bismarck, Egocentric system, certamente uno degli higlight di questa edizione, in cui il giovane artista vive su una piattaforma tonda rotante. Un interessante parallelo si crea invece tra i video di Sarah Morris (Strange Magic) e quello di Sarah Gaskell, che rende omaggio alla collega americana in 22 accattivanti minuti (Echo Morris). In una maniera altrettando intrigante si chiamano l’un l’altra le installazioni pittoriche di due artitisti di diverse generazioni. Le sfumature di grigio di Extended scale of grey di Marcia Hafif, da un lato, e i dipinti sbiatidi dal sole californiano dell’opera Untitled (Books for Jamie) con cui Sam Falls ricorda l’amico scomparso a 24 anni (come 24 sono i dipinti). Di grande effetto anche l’installazione grondante colore di John Armleder,  Medium green, woodland scenics, realistic trees. E per gli amanti della fotografia di Ryan McGinley, c’è una stanza interamente tappezzata (soffitto compreso) degli scatti del fotografo americano.

Da non trascurare la sezione Film, curata quest’anno da Maxa Zoller, esperta e critica di cinema prveninete dal Cairo. Il primo lungometraggio di Takashi Murakami Jellyfish eyes ha segnato il debutto delle proiezioni, tra cui anche Karima: a day in the life of Henna Girl e, mai priettato prima in Europa, il biopic Peggy Guggenheim: art addict di Lisa Immondino Vreeland,  selezionato da This Brunner. Comincia anche la collaborazione con il Festival del Cinema di Locarno, che porta a Basilea il Turner Prize Duncan Campbell.  

Cibo per gli occhi e per la mente: soffermatevi sull’installazione nel cortile esterno alla fiera – Do we dream under the same sky (di Rirkrit Tiravanija, Nikolaus Hirsch, Antto Melasniemi, Michel Muller) – che offrendo cibo e pensieri riflette su un concetto di utopia 2.0.

Infine vi consigliamo di fare un tour nella sezione Edition della fiera dove espongono 15 editori di stampe, multipli e libri d’artista. Molti sono realizzati con nomi decisamente noti, tra questi troverete Richard Prince e On Kawara. I prezzi non sono quelli dei pezzi unici, e chissà che i multipli non aprano la strada al collezionista che è in voi.

Art Basel

Messeplatz, Basilea

18-21 giugno