Andranno all’asta a fine luglio arredi e servizi, per 57 anni tempio intatto del modernismo a New York.

Ha chiuso per sempre lo scorso 16 luglio The Four Seasons Restaurant, che Henry Kissinger definiva “non un ristorante, ma un’istituzione”. In realtà risorgerà: in un’altra location, pronto “a un nuovo capitolo della sua brillante vita”, come ha affermato Alex von Bidder, uno dei due proprietari. Ma tutto ciò che questo luogo ha significato se ne va con la vendita dei suoi arredi, le sedute e l’argenteria, in 500 lotti, che la casa d’aste Wright terrà il 26 luglio nella storica sede di Manhattan.

Aprì nel 1959, disegnato da Philip Johnson nel rispetto dello spirito dell’edificio, il Seagram Building, landmark newyorkese progettato da Mies van der Rohe. È uno dei più grandi esempi, nonché tra gli ultimi, dell’International Style o Movimento Moderno. Johnson divise lo spazio in due aree principali: The Grill Room – con le pareti foderate in noce e una zona bar – e The Pool Room – attorno a una vasca d’acqua in marmo di Carrara. A fare da raccordo tra gli ambienti, una passerella in travertino detta “Picasso Alley”. Portò con sé una serie di collaboratori: Richard Kelly per le luci, Marie Nichols che realizzò le tende in metallo, Richard Lippold per la scultura bronzea che pende dal soffitto della Grill Room, Karl Linn per le piante nella Pool Room. L. Garth e Ada Louise Huxtable per il servizio da tavola, le pentole e le glacette cosicché alla fine il progetto venne a costare più della costruzione dell’intero Guggenheim Museum. Una somma mai spesa per un ristorante fino ad allora: pari a 4,5 milioni di dollari. Al The Four Season’s Restaurant facevano abitualmente la loro apparizione Truman Capote, la Principessa Diana, Nora EphronDiane von Furstenberg Anna Wintour, ma anche i presidenti Truman e Obama.

A vedere ora i pezzi all’incanto sembra di ripassare il paradigma del modernismo: le sedute Brno e le Barcelona di Mies van der Rohe, i tavolini e le sedie Tulip di Eero Saarinen, i bicchieri a stelo e altri pezzi di Gart e Huxtable, di cui alcuni esempi similari si trovano ora al MoMA. Le stime partono da prezzi abbordabili, ma vista l’allure di un luogo come questo, non è detto che lo siano quelli di chiusura. Tutto ciò perché, evidentemente, come suggerisce l’introduzione al catalogo, anche se il menù presentava una scelta di oltre 700 magnifici piatti al giorno “il cibo non è mai stata la vera ragione per cenare qui”.

L’asta The Four Seasons è in programma il 26 luglio 2016 a New York, 99 East 52 Street

Per consultare il catalogo e per maggiori informazioni: wright20.com