Al via la 18esima edzione nei luoghi dell’Alto Adige

Torna Transart, il festival che racconta la cultura contemporanea. La sua cifra è da sempre l’eclettismo sia nella proposta artistica sia nella selezione di luoghi altri, spesso non aperti al pubblico, nell’Alto Adige. Così anche per questa edizione il pubblico si sposta tra fabbriche e chiese, parchi tecnologici e fortezze austriache, laghi e centri per la raccolta differenziata, serre, musei di storia locale, castelli, con l’obiettivo di frzare i limiti e accogliere il pubblico più diverso.

Che avrà a che fare con una programmazione decisamente interessante tra musica, danza, teatro, cinema e performance. Si comincia il 6 settembre con una prima assoluta che vede la cantante e compositrice polacca Agata Zubel e il baritono Frank Wörner dare vita a un percorso immaginato appositamente per Transart, che ha come filo rosso un testo dello scrittore e drammaturgo tedesco Heiner Müller e le architetture di luce di Bartosz Nalazek che plasmeranno gli spazi industriali delle Officine FS.

La danza aproda al nuovo Parco tecnologico di Bolzano, NOI – Nature of Innovation, con Crises (in scena il 13.09). Co-prodotto da Transart con Ravello Festival, evoca una celebre coreografia di Merce Cunningham e porta in scena le opere di compositori dell’avanguardia musicale come i lavori di Francesco Filidei e Simon Steen-Andersen, Sylvano Bussotti, Helmut Lachenmann e tanti altri.

Impakt, progetto dell’artista multimediale Herman Kolgen, nasce dall’esperienza di un trauma fisico vissuto in prima persona. Punto di partenza per riflettere sulla prossimità e onnipresenza della violenza, Impakt è lo sviluppo di un flusso sonoro e di immagini generate in tempo reale e prese a prestito dal web. Come una roulette russa, il risultato di questo spettacolo non è mai certo: attraverso radicali sequenze multimediali,
contemporaneamente seduttive e repellenti, Kolgen discute sull’ambiguità che si nasconde nel
profondo di ognuno di noi. Nella stessa sera, l’intervento dell’artista Sissa Micheli si intreccerà con
quello del sound artist Marcos Rondon. Il 14 settembre.

Il 24 settembre è invece attesa la prima italiana del primo film dell’artista Shirin Neshat, Looking for Oum Kulthum. Il punto di partenza è una figura realmente esistita: Oum Kulthum, leggendaria cantante egiziana, chiamata “La regina degli arabi” per la sua innata capacità di unire i popoli in nome dell’arte. La figura di Kulthum, 80 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, è ricostruita in modo da rendere omaggio alla complessità della cantante e a quella della cultura in cui è fiorita. Un film tutto al femminile, in cui viene messo in scena lo scontro con una società conservatrice e dominata dagli uomini.

Un dj setting infinito si intreccia con il festival di base a Montreal, Mutek che l’8 settembre porta in scena diversi artisti su un aline up messa a punto dal direttore creativo Alain Mongeau, mentre a chiudere l’edizione 2018 due progetti visionari e delicatissimi (in calendario per il 30.09): quello di Margaret Leng Tang “The Qeen of the Toy Piano”, che aprirà un dialogo con le opere esposte al quarto piano di Museion di John M. Armleder, storico fondatore del movimento Fluxus e il progetto Carillon Extended di Olaf Nicolai. Iniziato in maggio con un concerto per campanacci e mucche sui prati di Museion, vede la sua chiusura in una calma giornata di autunno, sui prati alpini del Salto. Una performance dei cantanti della Neue Vocalsolisten Stuttgard che culminerà nel prato Wirtshof a San Genesio, con il raduno delle mucche.

Il programma completo, dal 6 al 30 settembre sul sito di Transart