L’abito definisce il suo mondo espressivo ed è l’arma per colpire il pubblico

Se le chiedete la biografia, M¥SS KETA vi risponde di aver trascorso estati in compagnia dell’avvocato Gianni Agnelli ed Edwige Fenech negli anni ’80. Negli anni ’90 invece sostiene di aver flirtato in barca a vela con Massimo d’Alema al largo della Costa Smeralda, e con Sophia Loren a Courmayeur. Ancor prima di tutto ciò sembrerebbe essere stata la prima musa di Salvador Dalí e Andy Warhol, per citarne alcuni, dopotutto l’arte l’ha sempre affascinata, fin da quando fu la prima a scoprire che dietro l’enigmatico sorriso di Monna Lisa c’era semplicemente un robusto uso di ketamina.

Lei intanto, dopo i suoi video virali come Milano sushi e coca e gli altri brani raccolti poi in L’angelo dall’occhiale da sera: col cuore in gola, ha avuto uno straordinario succeso live, calcando i palchi dei club di tutta Italia in un tripudio di techno, house, dubstep, rap che sembra generato dal suo stesso corpo. Bassi profondi battuti da vertiginosi tacchi a spillo glitterati e testi dissacranti, iperrealisti e quasi punk rendono il suo concerto uno spettacolo teatrale.

Sempre e rigorosamente con il volto coperto. Perché, nelle parole dell’artista, la maschera è il modo migliore per dire la verità: non avendo un volto c’è un po’ di M¥SS KETA in ognuno di noi.

E lo stesso succede con i costumi: M¥SS KETA è tante immagini e vuole esporle tutte. Così passa da stili ed epoche diverse e, come scrive la stylist di M¥SS, Elena Sanfilippo, cuce insieme una specie di Blob della moda: vede, ritaglia, rielabora, accosta frammenti di passato e presente. Perché l’abito, oltre a musica e testi, è il suo mezzo principale di espressione, l’occasione per creare un racconto visivo forte che arrivi diretto ai fruitori della sua immagine.

Abbiamo visto il backstage del suo ultimo video, BOTOX, dove è in scena insieme all’attrice Tea Falco, e vi presentiamo gli scatti in esclusiva, a pochi giorni dall’uscita del primo disco, UNA VITA IN CAPSLOK, previsto il 20 di aprile.

Un viaggio nel mondo di un’artista che sceglie atmosfere da vecchia pellicola intimista (e a tratti hardcore), per tirare sferzate quasi letali alla vacuità del mondo contemporaneo. In un contrasto tra musica e immagini che viaggiano lungo i suoni compresi tra la fidget house e l’elettronica sperimentale, passando attraverso il post-hardcore, il noise, il trip-hop, le suggestioni afro-futuristiche e nuove sonorità più complesse. Negli anni infatti non sono mancate le collaborazioni con alcuni marchi moda e in BOTOX indossa Rosamosario, Super Sunglasses, Magliano, Sonora.

Il racconto che si srotola nel disco è un viaggio all’inferno in 13 tracce. Un assaggio in queste foto, dove lo stile fa il racconto.