Tre artiste raccontano la donna, ieri e oggi

A settembre, tre mostre offrono l’occasione di osservare il mondo delle donne da prospettive diverse. Quella di Annie Leibovitz, che con il progetto Women celebra la forza del genere femminile, quella della fotografa Sarah Moon, che mette a nudo il corpo della donna per svelarne la poesia e quella dell’artista Betye Saar, paladina dei diritti delle donne afroamericane. Un faro sullo sfaccettato universo femminile, per capirlo (forse) un tantino di più. 

Annie Leibovitz. Women: New Portraits.
“È un’impresa talmente grande e un tema così vasto che è come uscire e fotografare l’oceano”. Così ha commentato Annie Leibovitz il suo progetto Women, partito nel 1999. Un work in progress che ha l’obiettivo di fare una fotografia, nel vero senso della parola, dei cambiamenti del ruolo della donna nella società contemporanea. Un lavoro ambizioso, quasi titanico, che oggi, dopo Londra, Tokyo, San Francisco e altre città nel mondo, giunge a Milano grazie a UBS con gli ultimi scatti della fotografa, tutti ritraenti donne carismatiche e di successo. I premi nobel Aung San Suu Kyi e Malala Yousafzai, la giornalista Gloria Steinem e la ballerina Misty Copeland sono solo alcune delle donne ritratte dall’artista. Un omaggio al loro coraggio, alla potenza della donna e ai suoi traguardi, ieri come oggi. (Dal 9 settembre al 2 ottobre, Fabbrica Orobia 15, Milano).

Sarah Moon. Qui e Ora – Ici et Maintenant.
Sembrano scattate dal buco della serratura le fotografie di Sarah Moon. Immagini rubate, intime, che rivelano il corpo della donna in tutta la sua fragilità. In occasione del premio annuale Mercanteinfiera, la Galleria Carla Sozzani rende omaggio al mondo privato di una delle più celebri fotografe contemporanee, mettendone in luce i lavori più evocativi, che si rivolgono all’inconscio. Gli scatti in mostra dialogheranno con le sculture e gli affreschi di Palazzetto Eucherio Sanvitale nel Parco Ducale di Parma, in una riflessione sulla bellezza femminile e lo scorrere del tempo. (Dal 17 settembre al 15 ottobre Galleria Carla Sozzani a Parma. Palazzetto Eucherio Sanvitale).

Betye Saar. Uneasy Dancer.
Quella organizzata dalla Fondazione Prada è la prima retrospettiva italiana a lei dedicata. Betye Saar, artista americana attiva dagli anni 60, ha raccontato gli stereotipi razziali e sessisti della cultura americana attraverso la lente del misticismo e del fantastico. Una “danzatrice incerta”, come ha sempre amato definirsi, che si muove tra spiritualità, tradizione e realtà del quotidiano. Tra le oltre 80 opere in mostra, che riuniranno installazioni, collage e sculture realizzate dal 1966 fino a oggi, sarà presente anche una serie di oggetti legati alla vita domestica, come assi per il bucato, bilance e mobiletti, che rivelano gli artifici della quotidianità femminile. (Dal 14 settembre all’8 gennaio 2017, Fondazione Prada, Milano)