Dal 7 al 18 ottobre a Torino una rassegna per giocare col cibo, senza mangiarlo

Si fa presto (soprattutto oggi) a dire Food, perché il cibo è una fonte inesauribile di spunti: culturali e interdisciplinari. E’ questo il caso di Play with Food, festival torinese di arti visive e performative interamente dedicato al cibo, giunto quest’anno alla sesta edizione, ideato e curato da Davide Barbato e Chiara Cardea.
Novità: la manifestazione si allarga da una a due settimane e cambia data, passando da marzo a ottobre, grazie alla sua inclusione nel calendario ExpoTo 2015, il palinsesto di eventi di Torino legato all’esposizione universale.
Un’occasione per guardare al cibo in modo ‘altro’, per una riflessione semi-seria ma soprattuto insolita.
Perché non perderlo: PWF è una ‘global review’, tutti i progetti sono inediti, risultato di una selezione effettuata su un bando d’idee rivolto ad artisti, videomaker, fotografi, teatranti, drammaturghi, coreografi, grafici, e creativi di ogni disciplina, provenienti da tutta Italia. Per chi pensa di aver già visto tutto. Scorrendo il programma poi scopriamo che:

E’ ampia la sezione arti visive: un percorso interattivo che va dai video al food design, nell’insolito studio/loft Marco Gennaro Architetto (nel cuore di Vanchiglia, nuovo trend quartiere di Torino), con un percorso interattivo visitabile tutti i giorni del festival. Da segnalare le londinesi Food for Good, collettivo tutto al femminile che progetta soluzioni creative allo spreco alimentare, e che mostreranno live il processo di estrazione e tintura di stoffe e carta.

Il teatro prevede invece due spettacoli, entrambi nello spazio Samo, entrambi con un titolo sviante ed entrambi preceduti da aperitivo offerto da produttori local: il dissacrante e divertente Sweet Dream, di e con Lucio Ciotta, (una piece – metafora grottesca che rivela il volto, amaro, della dipendenza); e La carne è debole, una performance dedicata al tema degli allevamenti intensivi, graffiante opera prima di Giuseppe Lanino.

Sono tre gli appuntamenti con indirizzo segreto (fino all’ultimo): quelli con le Underground Dinner, cene con performances, proiezioni, letture realizzate in location inusuali e segrete, che verranno svelate unicamente ai partecipanti poche ore prima. Ciascuna sarà firmata da diversi chef e artisti: la prima, Cocciniglia, cena cinematrografica del duo Ottaponta, sarà cucinata da Anna Blasco; Menu Musicali, cena performativa di Teatro alla Coque, verrà relizzata da Cuochivolanti; da ultimo, Come l’acqua bolle – ricordi culinari a cura di Crossing Changes e realizzata dad Cenerentola Prêt-à-Manger.

La domenica si va al film-Brunch: domenica 18, chisura mattutina con CineColazione al CineTeatro Baretti: in collaborazione con il CentroNazionale del Cortometraggio, caffè, brioches e docu-film a tema food.