5 chef internazionali da tenere d’occhio

5 chef internazionali da tenere d’occhio

di Penelope Vaglini

Presenti nella lista 50Next 2022, questi giovani professionisti rappresentano il futuro dell’alta cucina e della pasticceria.

Individuare i nuovi talenti dello scenario gastronomico mondiale è la missione che, per il secondo anno consecutivo, ha guidato la creazione della lista dei 50Next: un compendio dei cinquanta giovani under 35 che stanno contribuendo a rivoluzionare in positivo la food industry. L’iniziativa, promossa dall’organizzazione di The World’s 50 Best RestaurantsThe World’s 50 Best Bars, rappresenta un modo per far conoscere i giovani fautori delle più interessanti innovazioni a livello globale. Qui, abbiamo selezionato 5 chef internazionali da tenere d’occhio, attivi nel campo dell’alta cucina e della pasticceria, presenti nella lista 50Next 2022.

Camila Fiol Stephens

Ogni ingrediente ha il suo posto e, se utilizzato in una ricetta, deve apportare un miglioramento complessivo in termini di gusto, piuttosto che avere solamente una funzione estetica. Il pensiero di Camila Fiol Stephens ricorda molto quei dettami dell’architettura funzionale che, se applicati alla pasticceria, disegnano le proporzioni di un nuovo gusto, lontano dai canoni classici e dalle mere tendenze. Pastry chef cilena, dopo la formazione nelle cucine del Boragó di Rodolfo Guzmán, Camila ha aperto Fiol Dulcería a Santiago del Cile dove propone dolci dagli accostamenti audaci. I biscotti al cioccolato al latte con formaggio a pasta dura italiano e il caramello con bacon, vaniglia e burro affumicato sono solo alcuni esempi, che accompagnano la passione per il gelato, con diverse opzioni vegane frutto delle ispirazioni raccolte nei tanti viaggi intorno al mondo. Oltre a dedicarsi al suo shop, Camila è anche una trainer impegnata a diffondere il verbo della pasticceria cilena a livello internazionale.

Michael Adé Elégbèdé

Nonostante sia la regione più popolosa del continente Africano, delle tradizioni gastronomiche della Nigeria si parla poco a livello globale. Ecco perché Michael Adé Elégbèdé, dopo aver studiato in America e lavorato nelle cucine di The French Laundry ed Eleven Madison Park, è tornato a Lagos per dedicarsi alla riscoperta della cucina del suo Paese. Dal 2016 ricerca ingredienti autoctoni e studia le ricette più rappresentative, per narrarle attraverso codici contemporanei nel suo Ìtàn Test Kitchen. Uno spazio dedicato ad eventi, con uno chef’s table dedicato a cene private e alla formazione di giovani chef locali. Inoltre, Michael è co-founder e parte attiva di Abòri, collettivo di professionisti che si impegnano per una crescita sostenibile della food industry nigeriana.  

Yu Hsuan Cheng

Appassionato di cioccolato fin dai tempi dell’università, Yu Hsuan è un autodidatta della pasticceria che, agli studi negli Stati Uniti, ha affiancato ore di sperimentazione in cioccolateria. Fino a trasferirsi a Parigi, dove ha seguito la scuola Ferrandi e lavorato al Pavillon Ledoyen con Christian Le Squer. Oggi, con il suo brand Yu Chocolatier, ha rivoluzionato l’industria della pasticceria di Taiwan, proponendo praline realizzate con ingredienti locali come calamansi (agrumi), longan (frutti tropicali), fiori di gelsomino e pepe di Maqaw (tipico pepe di montagna taiwanese). Oltre ai gusti particolari, che gli sono valsi riconoscimenti internazionali e la partecipazione al Salon du Chocolat di Parigi, Yu Hsuan è impegnato a costruire un nuovo modello di business sostenibile per il mondo della pasticceria di Taiwan. Tra i punti principali del suo manifesto, oltre alla ricerca di ingredienti locali, c’è il miglioramento delle condizioni dei lavoratori sia per quanto riguarda i salari che le ore di lavoro.

Santiago Lastra

Santiago Lastra chef internazionali Kol London
Santiago Lastra

Secondo 50next è un pioniere dell’ospitalità poiché è riuscito nell’ardua impresa di lanciare il Kol, mezcal bar di Londra, a cavallo dei numerosi lockdown del 2020. Con l’idea di portare sorsi e morsi di Messico nella capitale inglese della mixology, Santiago Lastra si è dimostrato un ottimo manager oltre che un talentuoso chef, progettando e seguendo in prima persona ogni fase dell’apertura del nuovo format. D’altronde, il suo curriculum vanta esperienze al Noma Mexico, dove è stato il braccio destro di René Redzepi, oltre che al Mugaritz e al Bror. La vera innovazione di Kol è quella di proporre tipici piatti messicani abbattendo le miglia aree e la carbon footprint, utilizzando ingredienti di stagione inglesi come l’olivello spinoso al posto del lime e i cereali locali per gli impasti delle tortilla. Le uniche materie prime che arrivano dal Messico sono mais, cioccolato e chili, che Santiago si procura da piccoli produttori garantendo la tracciabilità della filiera e supportando in questo modo le comunità locali.

Dinara Kasko

Le sue torte dalle forme insolite hanno conquistato il mondo del web, tanto da rendere il suo stile unico e riconoscibile. E non è forse questo il segreto del successo? Dinara Kasko, pastry chef ucraina di 33 anni, è pioniera di una rivoluzione della pasticceria, grazie al suo background nelle discipline di design e architettura, che l’ha spinta a realizzare stampi in silicone con stampante 3D, con cui modellare creazioni dolci. Nati per gioco nel 2015, oggi sono prodotti in serie e venduti in oltre 100 diversi Paesi. Grazie al sito e all’importante fanbase del suo canale Instagram, dopo lo scoppio della guerra Dinara Kasko raccoglie donazioni per il suo Paese, oltre a proseguire il suo lavoro di pasticcera e docente, tenendo numerosi corsi online. A chi le chiede di definire il suo stile, Dinara risponde che le sue torte sono degli oggetti di design commestibili, dalla natura effimera e dal gusto unico.