Minerale, oligominerale, piatta, effervescente o leggermente effervescente, delle Fiji o norvegese: la degustazione è passione per i culturi del genere

Un tempo chi si sarebbe sognato di scegliere l’acqua in base alla portata? Le opzioni erano due: gassata o naturale. Certo, un tentativo di ‘evoluzione del gusto’ c’era già stato nel 1980, con l’invasione urbana di immagini della Gioconda in versione originale, liscia e frisée per la campagna pubblicitaria (diventata di culto) dell’acqua Ferrarelle, leggermente effervescente. Oggi il mercato globale offre una gran varietà di etichette provenienti da tutto il mondo e il consumatore sta ormai lasciando il posto al cultore, consapevole delle differenze e delle peculiarità delle acque servite a tavola.

Con l’avvicinarsi degli anni 2000, ecco comparire nei ristoranti la carta delle acque minerali e il contributo della Associazione Degustatori Acque Minerali che, dopo un attento lavoro di ricerca sulle fonti italiane, propone una guida per i consumatori e gli addetti ai lavori che desiderano saperne di più sulle caratteristiche organolittiche e gli abbinamenti con il cibo.
Volendo proporre ai propri ospiti una vera e propria esperienza degustativa meglio seguire le linee guida indicate nella loro carta dove le portate, suddivise per tipologia di ingredienti, sono abbinate in base al grado di effervescenza dell’acqua e alle caratteristiche organolettiche e  biologiche delle etichette suggerite. Ai meno curiosi basterà sapere che con i piatti a base di carne si va dall’effervescente per le preparazioni più saporite alla piatta per quelle a base di carni bianche. Per le verdure meglio optare per la piatta, se sono crude, e via via aumentare l’effervescenza se si tratta di preparazioni cotte o elaborate. Lo stesso vale per il pesce: ottima la piatta per gli antipasti, mentre l’effervescente è perfetta per le grigliate. Per i formaggi la leggermente effervescente o la piatta esalteranno i formaggi più freschi e per il dessert l’effervescenza leggera si riserva solo per i dolci secchi.

Dall’Italia si passa al mondo intero, soprattutto se si tratta di bottiglie di design: è piuttosto recente la tendenza al ‘collezionismo’, come dimostrano le 60 etichette dello store Grangusto di Napoli. Al pari dei vini, le acque sugli scaffali si differenziano per terroir, composizione e proprietà organolettiche ai quali ora si aggiunge il plus dell’edizione limitata, della firma di stilisti e designer o di preziosi decori della bottiglia. Per chi non riuscisse a visitare lo store partenopeo, c’è la possibilità di richiedere la consegna al proprio domicilio sul sito di Acque di Lusso, dove l’acquisto è un pretesto per un viaggio tra le fonti migliori al mondo e tra le più belle bottiglie sul mercato.