Dopo il successo di Parigi, il “mago” della mixology Oscar Quagliarini torna nel capoluogo lombardo e propone al Park Hyatt Milan un nuova carta dei drink ispirata ai 12 arcani maggiori disegnati dalla star comics di Dylan Dog, Sergio Gerasi

Dovendo descrivere il bartender Oscar Quagliarini con una sola parola, il primo aggettivo che salta in mente dopo averlo visto all’opera dietro al bancone del MioLab del Park Hyatt Milan, è ‘geniale’. Avendolo il piacere di raccontarlo (dilungandosi in una descrizione) lo si può definire anche uno dei mixologist più estrosi e talentuosi sulla scena europea che, dopo aver girato il mondo fino alla sua ultima destinazione, Parigi, mai definitivamente abbandonata con il suo Herbarium all’hotel National Des Arts Et Metiers, è tornato in Italia. A Milano, appunto.

“Quando ho iniziato questo lavoro stavo studiando all’università e avevo bisogno di soldi per comprare pianoforte e sintetizzatore. All’epoca suonavo. Poi tutto a preso un’altra piega. Ho cominciato a lavorare al Dopolavoro di Cassano d’Adda, da Backy ed ho scoperto che mi piaceva stare dietro al bancone. Così, dopo un anno, ho fatto un corso base di cockteleria. Poi mi sono spostato a Milano dove ho passato 11 anni tra un bar e l’altro. Nel 2005 lavoravo a Lacerba e ho cercato di entrare al Park Hyatt tramite il sommelier del bar ma i miei tatuaggi, l’abbigliamento disinvolto e il ciuffo scomposto non fecero all’epoca una grande impressione positiva”. 

Poi le consulenze e le lezioni tra il Benin il Messico, la Russia e la Spagna, l’apertura di Grazie ed Herbarium a Parigi, la partenza per Singapore e il rientro tra Roma e Milano più volte firmando la carta cocktail di bar e ristoranti di alto livello, hanno fatto la differenza.

‘Oggi l’hotellerie si accosta al contemporaneo a 360 gradi e guarda anche a una clientela giovane, sopratutto per l’aperitivo e il dopocena’, spiega il ‘mago’ della mixology. È qui infatti che si inserisce Quagliarini. Lui, un po’ alchimista un po’ indovino, è arrivato a conquistare un posto tra i Top World della sua categoria rivoluzionando il concetto di mixability e proponendo al MioLab di Milano una cocktail list inusuale composta da Tarocchi (12 arcani maggiori selezionati dal bartender e interpretati dalla star comics di Dylan Dog, Sergio Gerasi) che mescolano l’iconografia degli arcani agli ingredienti dei drink.

Come da un vero un mazzo gli ospiti possono dunque “pescare” una carta ottenendo un cocktail che segue mood, gusti e preferenze di chi lo ha scelto. Una sorta di viaggio che unisce più mondi. Il colore dei tarocchi, il profumo delle spezie utilizzate nei cocktail, il gusto dei drink, il suono che si mescola al chiacchiericcio e alla musica in sala, il tocco della bevanda che dal bicchiere raggiunge le labbra.

“La definirei un’avventura multisensoriale”, prosegue il bartender romano. “Se poi dovessi scegliere l’arcano che tocca tutti i sensi e mantiene un legame forte con gli ingredienti prenderei dal mazzo L’appeso: un giovane a testa in giù, legato a un tronco da cui esce della resina. Poiché questa carta raffigura un personaggio al contrario, propongo un Martinez diverso, diminuisco il gin e aumento il vermouth (non rosso ma bianco) e al posto del maraschino uso la mastiha che è un liquore ottenuto dalla distillazione delle resina di un albero. Chi sceglie questo drink, dunque, prova al gusto e al tatto, tra palato e labbra, la sensazione di bere un liquido piacevolmente denso”.

E così il viaggio tra i nuovi drink di Quagliarini prosegue svelando il Matto che guida Gin Helsinky, liquore alla rosa Palent, lime, champagne. “Ma anche la Papessa Ketel one vodka, succo di melograno, lime, triple sec Giffard, velluto di limone allo zenzero Giffard o l’Arcano senza nome con Calvados, sidro extra brut sassy, sciroppo homemade di tè bianco, mela e bacche dolci”. Solo per citarne alcuni, mentre tutti sono da provare al MioLab. E per il futuro? ‘Ora più che mai il mio obiettivo è far divertire le persone che devono essere soddisfatte di aver speso bene i propri soldi. Per questo il mio prossimo step sarà pensare anche alla progettazione di una sorta di barman-hub, un parco giochi del mangiare e del bere di qualità dove il segno distintivo devono essere le materie prime eccezionali lavorate con creatività e intelligenza’. Coniugando il sapere tradizionale con l’approccio scientifico e le nuove tecniche d’avanguardia che solo un alchimista come Quagliarini sa fare.