Koval Dry Gin, la punta di diamante della prima distilleria aperta a Chicago dai tempi del Proibizionismo
Koval Distillery

Koval Dry Gin, la punta di diamante della prima distilleria aperta a Chicago dai tempi del Proibizionismo

di Aldo Fresia

Ecco la storia a lieto fine di un’impresa coraggiosa che affonda le radici molto indietro nel tempo

Sono ormai trascorsi decenni, ma ancora oggi mettere insieme le parole alcolici e Chicago provoca un’associazione di idee che catapulta indietro fino agli anni Venti del 1900, ai tempi del Proibizionismo, dei gangster e delle Cadillac crivellate di proiettili. E forse non è un caso se ci è voluto quasi un secolo perché una distilleria artigianale riaprisse entro i confini cittadini. Niente retate e morti ammazzati, ovviamente, bensì un ambiente rilassato e sorridente, votato alla produzione biologica e capace di realizzare il Koval Dry Gin (in Italia distribuito da Pellegrini Spa), premiato con due medaglie d’oro dagli esperti della San Francisco World Spirits Competition 2015.

Tutto comincia nel 2008, quando Robert e Sonat Birnecker, marito e moglie, decidono di abbandonare le rispettive carriere per fondare le distillerie Koval. Hanno entrambi origini austriache, lei è una ex modella e insegnante universitaria, lui è capo dell’ufficio stampa dell’ambasciata austriaca di Washington. Dei due, chi conosce l’arte di produrre liquori è lui: l’ha imparata dal nonno. È però il bisnonno di lei a dare il nome dalla distilleria.

Salto indietro nel tempo fino ai primi anni del 1900. Emmanuel Loewnherz, il bisnonno di Sonat, abbandona la natia Vienna per attraversare l’Atlantico e stabilisti a Chicago in cerca di fortuna. Ha solo 17 anni e questa decisione gli procura il soprannome Koval, che in lingua Yiddish significa pecora nera – non necessariamente con accezione negativa: indica anche colui che si distingue dall’ordinario, colui che dà inizio a qualcosa di nuovo.

A differenza del signor Loewnherz , Robert Schmid, il nonno di Robert Birnecker, non ha lasciato l’Austria in giovane età ma è arrivato negli Stati Uniti ormai anziano, per mettere la sua esperienza di distillatore al servizio della neonata Koval. È stato lui a insegnare al nipote tutti i segreti del mestiere quando quest’ultimo era giovane e viveva in Austria: la sua presenza all’apertura di Koval è la chiusura di un cerchio.

Tra l’altro, il nome Koval omaggia anche nonno Schmid: il suo cognome è infatti la versione teutonica dell’inglese Smith, e siccome in alcune lingue dell’est europeo la parola koval significa fabbro (in inglese blacksmith), i fondatori della distilleria ritengono di aver onorato entrambi gli antenati.

Al di là dei nomi e del passato, l’avventura di Robert e Sonat Birnecker ben si adatta all’accezione positiva del termine pecora nera. Quando marito e moglie decidono di aprire la loro attività, hanno di fronte un ambiente che dal punto di vista culturale ed economico è decisamente più favorevole alle brasserie artigianali piuttosto che alle piccole distillerie. È un panorama che non riguarda solo Chicago ma anche lo Stato dell’Illinois e il Midwest in generale. Ed è una situazione che va avanti così sin dalla fine del Proibizionismo.

L’affermazione del Koval Dry Gin è allora una doppia vittoria, impreziosita dal fatto di essere realizzato con tecniche sostenibili per l’ambiente.