Raffreddare il whisky con le pietre

Raffreddare il whisky con le pietre

di Aldo Fresia

L’idea dei designer del Teroforma Studio per evitare di utilizzare il ghiaccio

Mai allungare un buon whisky aggiungendo del ghiaccio. La regola base dell’intenditore non chiarisce però cosa fare quando la temperatura della bevanda è eccessiva, magari perché il cambio di stagione ha portato serate afose. Negli Stati Uniti, dove hanno un debole per il whisky on the rocks, hanno messo a punto una possibile soluzione: utilizzare la pietra al posto del ghiaccio.

Il punto di partenza è la steatite, conosciuta anche come pietra saponaria o pietra ollare. Si tratta di una roccia estremamente lavorabile, utilizzata fin dall’antichità per realizzare sculture – ne sono state rinvenute alcune nelle tombe dei faraoni, per esempio.

La versione contemporanea per il whisky prevede la realizzazione di piccoli cubi levigati, da conservare in frigorifero fino al momento opportuno. I designer del Teroforma Studio (in Connecticut) hanno poi pensato a un tocco sdrammatizzante, aggiungendo teschi, baffi e immagini ispirate al barbecue, ma anche cuori, lettere e quant’altro. Ciò non sostituisce, ovviamente, il bicchiere d’acqua fresca con cui si consiglia di accompagnare la degustazione.