In esposizione a Milano 422 scatolette, collezionate nell’arco di trent’anni e raccolte in tutto il mondo

Chi non ha almeno una scatola di latta in casa alzi la mano. Molti di noi conservano addirittura una modesta collezione di confezioni metalliche che un tempo custodivano biscotti, dolci e caramelle, vini o detergenti per la casa. Dopo aver consumato il contenuto, le scatole di solito vivono una seconda vita a beneficio di un ambiente più ordinato e rallegrato dai decori sgargianti o rétro sulla loro superficie. In pochi casi, si può parlare anche di collezioni storiche, da esposizione. Raro invece trovare chi si appassiona alle scatolette destinate ad essere aperte, private del contenuto ed eliminate inesorabilmente una volta esaurita la loro funzione. Anche per questo motivo è interessante fare un salto allo spazio Del Tongo, a Milano, dove il giornalista Paolo Stefanato mette in mostra la propria collezione con il titolo La Gioconda e altre 441 scatolette, fino al 14 gennaio 2017.
‘Le scatole “povere”, quelle di sardine, di tonno, di salse, di pelati, di carne, vengono normalmente gettate dopo l’uso e – tranne rarissime raccolte, presenti soprattutto in Francia – non lasciano traccia’, spiega Stefanato, ‘Intendiamoci: nel 2010 il “compleanno” è stato tutto loro, non di quelle di biscotti. Anch’esse – quelle povere – , comunque, possiedono un più ingenuo ma riconoscibile intento decorativo, legato all’elementare marketing di prodotti di poco valore’. Per quanto riguarda la decorazione di questi imballaggi poveri, Stefanato prosegue: ‘I disegni più frequenti si riferiscono al contenuto, e quindi pesci, pescatori, barche, velieri; ma ci si può imbattere nell’illustrazione della fabbrica, nell’intento forse di stupire il consumatore con le dimensioni e la solennità degli edifici; oppure in figure di fantasia – bambini, ragazze, principesse, ma anche antichi romani o personaggi letterari – per entrare in sintonia con qualche desiderio subliminale delle massaie, e per comunicare qualità e affidabilità’. Le ‘litografie su metallo’ sono divertenti e a volte bizzarre, ma con un’anima Pop. Sono state raccolte da Stefanato in trent’anni e provengono un po’ da tutto il mondo e oggi sono in bella mostra per rappresentare un inedito mondo d’arte.