Da Milano a Sanremo, passando per un nuovo format televisivo: la cucina easy con stile di Alessandro Borghese.

Non c’è che dire, buca lo schermo (e la radio) con la sua simpatia, la sua parlata un po’ romana e l’aria da amico che ti spiega come fare un piatto in poche mosse (anche se di cucina ne capisci ben poco). Alessandro Borghese sarà fra i tre ‘Chef in scena’ al Casinò di Sanremo. Gli altri? Antonino “Tony” Cannavacciuolo il 17 luglio e Carlo “Clooney” Cracco il 31 luglio.
Anche se impegnato nelle riprese del programma Alessandro Borghese Kitchen Sound, in onda a breve su Sky Uno HD, le cui riprese all’Enterprise Hotel di Milano sono caratterizzate da un set televisivo che di sera si trasforma in un temporary restaurant, Borghese sarà il primo chef all’opera a Sanremo, sabato 4 luglio. La cena verrà servita “vista mare” nel roof del Casinò.
Il menù della serata? Dal Chupito di caprese tiepida con mousse al basilico, ai Paccheri con pesto ligure, croccante di pane al profumo di colatura di alici e pomodorini infornati, per chiudere in dolcezza con il Piccolo profitterol con crema alla liquirizia e glassa al cioccolato bianco.

Tenendo come appetizer il divertentissimo Chupito, bicchierino con una battuta di pomodoro arrosto, pesto al basilico e una mozzarella di bufala fondente, ci consiglieresti anche un primo, un secondo e un dessert per una cena d’estate a casa con gli amici?
“Certo. Come primo vi consiglio “Ricordo d’estate”, una pasta condita con acciuga, peperoncino, pane profumato alle erbe, limone e olio evo. Per secondo un filetto di rombo appena spadellato con una salsa chimichurri all’italiana e per dolce un’anguria con feta sbriciolata e un filo di miele millefiori”.
Per te qual è l’ingrediente indispensabile in cucina?
“Senza dubbio un ottimo olio extra vergine di oliva, ma non faccio mai a meno di un buon parmigiano reggiano e un’acciughetta”.
Semplicità fa sempre rima con qualità?
“Semplicità e qualità sono per me un binomio da mantenere sempre vivo nella preparazione di un piatto. Non a caso il temporary restaurant prende il nome dalla mia filosofia culinaria “il lusso della semplicità”. L’arte del cucinare sta nel far emergere i sapori genuini delle materie prime, che devono essere sempre di qualità. Nel conoscerle a fondo e nel saperle trattare con rispetto, esaltando i sapori con una preparazione semplice e raffinata. L’estro e l’amore rendono il piatto un piacere per i sensi. Gli occhi, si sa, mangiano per primi, ma è nella bocca che il gusto vince”.

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