Bollicine rosé: quali scegliere e perché farlo ora
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Bollicine rosé: quali scegliere e perché farlo ora

di Filippo Ferrari

Da un Trentodoc di montagna a un Lambrusco freschissimo, una selezione di spumanti rosé ideali per sconfiggere l’afa.

Quando il caldo si fa sentire, non c’è niente di meglio di uno spumante rosé, che rispetto al solito scontato prosecco offre una sensazione ancora più ricca e refrigerante.

Eccone cinque di qualità dal Trentino alla Puglia, con uve classiche o particolari, compagni ideali in ogni momento delle giornate estive.

I migliori spumanti rosé per l’estate:

Zeni – Maso Nero Trentodoc Rosé
Dalle vigne bio dell’Azienda Agricola Zeni, sopra San Michele all’Adige in Trentino, nasce un metodo classico rosé che regala freschezza di montagna e una bevuta gratificante. Il Maso Nero è composto al 40% da Chardonnay e al 60% da uve Pinot Nero provenienti da un singolo vigneto vocato, a 480 metri di altitudine, e affina in bottiglia fra i tre e i quattro anni. Ha quella giusta acidità che tira un sorso dopo l’altro, ma al tempo stesso mostra un carattere e una complessità da palati fini.

Monte Alto – Franciacorta Rosé
Cantina giovane e appassionata, Monte Alto si trova sull’omonima altura affacciata sul lago d’Iseo e produce Franciacorta con una filosofia artigianale, volta a esprimere le caratteristiche del territorio con interventi in vigna e manipolazioni ridotti al minimo. Fa poche migliaia di bottiglie all’anno, tutte ottime, e in particolare il suo metodo classico rosé è una scoperta: Pinot Nero in purezza, minimo 24 mesi di affinamento, dosaggio zero, è secco secco, fine e strutturato.

Paltrinieri – Radice
La cantina produce Lambrusco da generazioni: per gli amanti del genere, una garanzia. Il loro Radice nasce da grappoli di Sorbara provenienti dal vigneto Il Cristo, stretto fra i fiumi Secchia e Panaro, un fazzoletto di terra felicissimo per la coltivazione di questa uva. È un rifermentato naturale in bottiglia sui suoi lieviti autoctoni che sfoggia un invitante colore salmone pallido e un’acidità spiccata e rinfrescante. Va giù come l’acqua.

Scuropasso – Roccapietra Cruasé
Nei suoi quindici ettari di vigne nel cuore dell’Oltrepò Pavese, a conduzione biologica, la cantina Scuropasso coltiva uve Pinot Nero di alta qualità che si trasformano in ‘bollicine pazienti’ dopo un affinamento meticoloso. Il brut rosé, ad esempio, prima di quattro anni sui lieviti non è pronto: il lungo riposo in bottiglia dà vita a uno spumante elegante, persistente e di nerbo, che bilancia acidità e un sorso polposo. Anche il rapporto qualità-prezzo è eccellente, che non guasta.

D’Araprì – Brut Rosé
Rivolgendo lo sguardo agli spumanti del Sud è quasi inevitabile finire in Puglia dalle parti di San Severo, dove da quarant’anni D’Araprì produce splendidi metodi classici. Il loro rosé è ottenuto da Pinot Nero e Montepulciano e affina 24 mesi in cantina. Si presenta con un colore brillante venato da sfumature d’oro, ha un profumo allettante e in bocca si rivela sapido, croccante e goloso, in perfetto equilibrio fra secchezza e morbidezza.