Quali sono i cocktail classici più bevuti al mondo

Quali sono i cocktail classici più bevuti al mondo

di Penelope Vaglini

Tratti dalla classifica 2022 di Drinks International, ecco nove tra i drink più richiesti, ognuno con un protagonista alcolico differente. Dal gin all’american whiskey, fino ad arrivare al pisco.

Se c’è una cosa che nel mondo della mixology non passa mai di moda sono i cocktail classici. Si tratta delle ricette che hanno fatto la storia dell’ospitalità, tramandate fino a oggi attraverso libri, passaparola e ricettari dei migliori bartender internazionali. Con le dovute modifiche e aggiustamenti, per renderli più idonei ai palati contemporanei, molti di questi drink sono raccolti nelle liste IBA. L’International Bartenders Association ne ha infatti codificato le ricette in modo da essere accessibili e replicabili dai mixologist di tutto il mondo. Ma quali sono i cocktail classici più richiesti al bancone? Qui ne sono riportati nove, ognuno realizzato con uno spirito differente e raccolti nel ranking stilato nel 2022 da Drinks International

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Negroni

Quando si parla di cocktail a base gin, il re incontrastato è il Negroni. Il cocktail nato a Firenze da una richiesta al bancone del conte Camillo Negroni, lo scorso anno ha infatti superato l’Old Fashioned, posizionandosi al primo posto nella classifica dei drink classici più bevuti al mondo. Realizzato con parti uguali di bitter Campari, vermouth e distillato di ginepro, conquista tutti i palati all’ora dell’aperitivo.

Old Fashioned

Ha mantenuto il primato nella classifica dei cocktail classici per anni, fin quando ha dovuto lasciare il posto al Negroni. Ma non c’è dubbio che l’Old Fashioned sia il drink a base bourbon in assoluto più bevuto e richiesto al bar. Un drink “da meditazione” che riesce a valorizzare tutte le sfumature del whiskey americano. Viene preparato bagnando con un po’ di Angostura e della soda una zolletta di zucchero e aggiungendo in tre tempi 45 ml di bourbon nel bicchiere, mescolandolo insieme al ghiaccio per favorirne la diluzione.

Margarita

Tra i grandi classici messicani della miscelazione, il Margarita è sempre un’ottima scelta per chi non rinuncia all’equilibrio tra dolcezza e acidità, oltre alle note erbacee caratteristiche del tequila. Si prepara shakerando con ghiaccio 50 ml di distillato d’agave, 20 ml di triple sec e 15 ml di succo di limone fresco e si serve in una coppetta ghiacciata con la tipica crusta di sale.

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Irish Coffee, credits i-stock

Daiquiri

Uno dei cocktail preferiti di Ernest Hemingway, che lo scrittore era solito bere a Cuba, nell’isola caraibica che ha dato i natali alla miscela. La sua fama ha fatto sì che il Daiquiri diventasse in poco tempo uno dei cocktail più famosi del mondo, oltre che il più bevuto tra quelli a base di rum. Viene realizzato inserendo 60 ml di rum bianco cubano, 20 ml di succo di limone fresco e due bar spoon di zucchero all’interno dello shaker. Si consuma in coppetta, rigorosamente senza garnish.

Espresso Martini

La storia di questo cocktail è sicuramente più recente, ma è già un must per tutti gli amanti della vodka. L’Espresso Martini è nato dalle mani del famoso mixologist Dick Bradsell a Londra, a seguito della richiesta di una cliente che voleva una miscela capace di svegliarla. Il bartender mise così 50 ml di vodka, 30 ml di liquore al caffè, 10 ml di sciroppo di zucchero e una tazzina di espresso nello shaker. Dopo avere agitato con vigore, servì in coppetta un pezzo di storia della mixology.  

Penicillin

Anche questo drink è relativamente recente e rappresenta il cocktail classico più bevuto a base di scotch whisky. A idearne la ricetta è stato Sam Ross, al bancone del mitico Milk & Honey di New York, la culla della drink culture contemporanea. Per prepararne uno a regola d’arte occorrono 60 ml di whisky, 22 ml di succo di limone fresco, 22 ml di sciroppo di miele e qualche fettina di zenzero fresco da pestare nello shaker prima di inserire tutti gli ingredienti liquidi. Una shakerata seguita da double strain (doppia filtrazione) è infine necessaria per versare la miscela in un tumbler basso, da decorare con zenzero candito.

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Pisco Sour, credits i-stock

Pisco Sour

Le origini del Pisco Sour, come quelle di molti cocktail classici, sono controverse e sembrano risalire al 1872. Qualsiasi sia la data del suo primo servizio, la cosa certa è che oggi questo drink è tra i più bevuti al mondo a base del distillato peruviano. La sua texture cremosa si ottiene shakerando 60 ml di pisco con 30 ml di succo di limone fresco, 20 ml di sciroppo di zucchero e 1 albume. Come decorazione servono poche gocce di bitter.

Caipirinha

La cachaça, acquavite brasiliana, è alla base della Caipirinha. Miscela fresca, ideale per le calde serate estive, è molto semplice da preparare. La ricetta codificata dall’IBA prevede di pestare direttamente nel bicchiere un lime tagliato a fettine, insieme a 4 cucchiaini di zucchero bianco di canna. Successivamente si riempie con il ghiaccio e si aggiungono 60 ml di cachaça mescolando delicatamente per amalgamare tutti gli ingredienti.

Irish coffee

Parlando di whiskey irlandese, il drink in assoluto più consumato è l’Irish Coffee, specialmente per combattere il freddo nei mesi invernali. Viene preparato versando del caffè filtro caldo nel bicchiere, 50 ml di Irish whiskey e un bar spoon di zucchero, per poi mescolare fino al completo scioglimento. Decora il top un soffice layer di panna.