Il mastro distillatore Cirilo Oropeza ci guida alla scoperta del tequila e dei cocktail che ne esaltano la qualità

Negli ultimi anni è cresciuto il consumo responsabile e di qualità, e così il tequila è tornato di moda, prima negli Stati Uniti e poi in Europa e in Italia. Ovviamente stiamo parlando di un prodotto di livello, nemmeno lontanamente paragonabile a quello degli shot, un prodotto che può essere bevuto liscio oppure mescolato sapientemente per ottenere cocktail freschi e decisi. È il caso ad esempio di Espolòn, gioiello del mastro distillatore Cirilo Oropeza.

È un signore pacato, Oropeza, ma capace di improvvisi entusiasmi, soprattutto quando parla di tequila e in particolare di Espolòn: «Considero questi tequila i miei secondi figli e mi prendo cura di loro come se appartenessero alla mia famiglia». Oropeza è una stella nel mondo dei distillatori, come dimostrano i premi internazionali vinti dai suoi ‘figli’. E nonostante la cinquantina d’anni d’esperienza nel settore è ancora capace di un atteggiamento fresco e giovanile, come quando si esalta se riconosci al naso uno degli aromi dei suoi tequila, oppure quando gli chiedi cosa apprezza di più del suo lavoro e lui risponde «tutto!».

I tequila Espolòn nascono presso la Distiladora San Nicolas, sugli altipiani di Jalisco, in Messico, zona d’elezione dell’agave Blue Weber, la più dolce e aromatica delle oltre duecento varietà messicane. Il tequila è infatti un distillato ottenuto dalla fermentazione degli zuccheri contenuti nel cuore della pianta di agave blu, ed esattamente come accade per il vino, anche nel caso del tequila il territorio fa la differenza: l’esposizione al sole, il clima e la qualità della terra determinano il sapore.

Secondo Cirilo Oropeza, anche la musica classica ha un ruolo determinante: una selezione di composizioni sinfoniche viene diffusa durante la fermentazione dell’agave e l’invecchiamento in botte. E se l’effettiva efficacia può essere messa in discussione (ma Oropeza è convinto che l’escamotage abbia un effetto positivo), il contributo musicale dice però molto dello spirito con cui viene prodotto Espolòn – e con quale atteggiamento dovrebbe essere consumato.

In Italia si trovano l’Espolòn Tequila Blanco, cioè filtrato e imbottigliato appena terminata la lavorazione, e l’Espolòn Tequila Reposado, che trascorre 6 mesi in botti di rovere americano prima di essere imbottigliato. Per i neofiti il consiglio è di partire assaggiando il Reposado, che è più complesso ma anche più ‘piacione’, oppure affidarsi a un abile bartender per un buon cocktail. Nella gallery che apre questo pezzo ci sono tre ricette di sicuro impatto.

Ultimo dettaglio: Espolòn significa ‘sperone’ e indica la cartilagine che si trova sulle zampe del gallo. Racconta Oropeza: «Il gallo da combattimento, che abbiamo onorato anche sull’etichetta del nostro Tequila Blanco, è un simbolo di forza e di coraggio, qualità che il popolo messicano ha dovuto dimostrare per conquistare la propria indipendenza».

Sull’etichetta del Blanco e del Reposado è inoltre riportata l’indicazione ‘100% puro agave’. È un dettaglio importante per distinguere un tequila di qualità: significa che il contenuto della bottiglia è stato ottenuto esclusivamente dall’agave, senza aggiungere altri zuccheri o alcolici. Pratica, quest’ultima, diffusa nel caso dei tequila da shot, che spesso hanno solo il 51% di agave.