Vini dell’Alto Adige, le migliori espressioni regionali

Vini dell’Alto Adige, le migliori espressioni regionali

di Penelope Vaglini

Tra le regioni italiane più proficue in termini di varietà d’uva, l’Alto Adige conta chilometri di vitigni a pergola e spalliera che si sviluppano in verticale, sfidando le altezze dei ripidi picchi rocciosi e osservando le acque trasparenti dei laghi

Dalle Alpi fino alla piana pedemontana ricca di vegetazione tipicamente mediterranea, i vigneti altoatesini seguono il corso dei fiumi Adige e Isarco per quasi cento chilometri, lasciando prosperare varietà di viti autoctone e internazionali da cui nascono altrettante espressioni in bottiglia.

La dimensione sociale dei vini dell’Alto Adige

La dimensione sociale del vino è ben radicata in Alto Adige poiché il nettare d’uva ha profondamente segnato la storia di questa regione, facendo la sua comparsa più di tremila anni fa. L’abile valorizzazione e la salvaguardia del territorio, unite a una produzione di alto livello qualitativo, si devono alla lungimirante visione che privilegia la potenza della condivisione rispetto alle logiche individualiste. Con un’attenzione verso metodi naturali e sostenibili, in Alto Adige operano vignaioli indipendenti, cooperative e grandi tenute che beneficiano del lavoro meticoloso di piccole realtà a conduzione familiare. Qui, infatti, già alla fine dell’Ottocento nascevano le prime cantine sociali che vinificavano in impianti comuni le uve conferite dai viticoltori associati. Questo senso di unione e coesione, ha permesso di proteggere il patrimonio enoico regionale, diventato a poco a poco parte dell’identità e dell’orgoglio di chi abita questi affascinanti territori, dando impulso alla costituzione del Consorzio Vini Alto Adige. Inoltre, la regione è sede di numerosi eventi che attraggono cantine italiane ed estere nel segno della viticoltura sostenibile come Summa, organizzato nella Tenuta Alois Lageder a Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang, lungo la strada del vino, che nel 2022 si terrà il 9 e 10 aprile.

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I-Stock

La forza delle denominazioni

Altro punto di forza della produzione enoica dell’Alto Adige sono le denominazioni geografiche, introdotte nel 1931 con un Regio Decreto e successivamente ufficializzate con l’istituzione delle DOC a livello nazionale del 1963. Oggi il 98,8% del territorio altoatesino vitato è soggetto al disciplinare DOC, percentuale più alta tra tutte le regioni d’Italia. Grazie alla vinificazione per singolo vigneto, alla riduzione della resa in favore della qualità e all’introduzione di tecniche produttive all’avanguardia, dal 1980 le espressioni enoiche dell’Alto Adige sono protagoniste di un proficuo rilancio. Complice è il riconoscimento di un’ancor più puntuale denominazione d’origine, con l’approvazione della menzione di “vigna” in etichetta dal 2014, di cui possono beneficiare i vigneti storici con il nome della toponomastica.

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Lago di Caldaro, Courtesy Cantina Kaltern

La varietà dei terroir altoatesini

Antologia di paesaggi e zone climatiche eterogenee, l’Alto Adige è la casa di tantissime varietà d’uva che i vignaioli hanno la capacità di valorizzare in ogni piccolo appezzamento di terra. A Nord, la Val Venosta è terra di Pinot Bianco e Riesling, mentre nella Val d’Isarco prosperano Kerner, Sylvaner e Müller Thurgau. Intorno a Merano, col suo clima mite, si trovano vigneti di Pinot Nero e Sauvignon. I dintorni di Bolzano sono invece celebri per la Schiava e il Lagrein. A sud del capoluogo altoatesino ci sono le prolifiche zone di Appiano e di Caldaro ideali per Chardonnay, Sauvignon, Pinot Bianco e Schiava. Infine, le roccaforti del Pinot Nero sono Mazzon e Montagna, mentre il Gewürztraminer trova le sue espressioni migliori a Termeno.

Pinot Bianco

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Kaltern Pinot Bianco

Tra le varietà più iconiche dell’Alto Adige, il Pinot Bianco si riconosce per i suoi raffinati profumi di fiori bianchi e una vivace acidità. Il Quintessenz Pinot Bianco di Cantina Kaltern esprime un’eleganza armoniosa e una purezza cristallina con il suo ampio bouquet di frutta e note erbacee, la beva armoniosa dal finale sapido e la morbidezza cremosa che accarezza il palato. Da abbinare a zuppe di pesce, risotti alle erbe e pollo grigliato.

Gewürztraminer

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Nussbaumer, Tramin

Eleganza, pulizia, dolci note fruttate e di petali di rosa sono le caratteristiche del Gewürztraminer altoatesino. Il Nussbaumer di Cantina Tramin, in particolare, ha un bouquet di fiori bianchi, note esotiche di mango e incursioni speziate di cannella e noce moscata. Corposo e succoso alla beva, gode di una spiccata mineralità che lo rende ideale per l’abbinamento con formaggi stagionati a pasta molle e preparazioni affumicate.

Müller Thurgau


Sofi Müller Thurgau

Bianco vivace, nato dall’incrocio di Riesling e Madeleine Royal, esprime tutta l’eleganza del territorio altoatesino mostrandosi acuto con le sue importanti note citriche. Il Müller Thurgau Sofi, dedicato alla figlia di Franz Haas, è un vino dagli aromi di pesche e primule gialle, con un gusto piacevolmente sapido e una vivace freschezza alla beva. Lo si degusta con insalate di pesce e primi piatti mediterranei.

Riesling

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Falkenstein Riesling

Vino gastronomico arrivato in Alto Adige nell’800, rispetto ai suoi “parenti” tedeschi e alsaziani è minerale e riccamente fruttato. Dal grande potenziale di invecchiamento, il Riesling Falkenstein nasce in Val Venosta, ricco di aromi di albicocca, pesca e agrumi, mentre al palato il suo leggero residuo zuccherino equilibra l’acidità pronunciata del vino. Da provare con crudités di mare e primi piatti a base di crostacei.

Schiava

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Courtesy Alois Lageder

Antico vitigno autoctono per anni dimenticato e oggi protagonista di un’interessante rinascita, è alla base di vini rossi leggeri dal tannino gentile ed esprime diverse tipicità in relazione alla zona di provenienza. Il Vernatsch di Alois Lageder ha un colore rosso rubino e aromi discreti, fruttati e pepati, con una beva snella, morbida e piacevolmente secca. Si degusta con pasta, pizza e una grande varietà di antipasti locali.

Lagrein

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Lagrein Riserva Pfischer

Come la Schiava, anche il Lagrein ha rischiato di andare perduto, per essere riscoperto negli anni ’70 per il suo intenso carattere e l’acidità morbida. Il Lagrein Riserva Griesfeld di Pfitscher è robusto e unico con le sue note delicate di violetta. Vellutato al palato, pieno ed equilibrato, lo si degusta con formaggi a pasta dura e selvaggina.

Pinot Nero

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Courtesy Hofstätter

Espressione più nobile tra I rossi dell’Alto Adige, il Pinot Nero si riconosce per gli intensi profumi di bacche rosse e la pienezza di beva. Il Ludwig Barth Von Barthenau Vigna Roccolo di Hofstätter racconta l’eccellenza di un pregiato Cru altoatesino situato sull’altopiano di Mazon col suo colore rosso granato intenso e sentori di amarena, rovere e vaniglia. Il sorso raffinato, i tannini vellutati e la bella persistenza sul finale lo rendono ideale da abbinare a selvaggina e carni rosse in generale.