OnlyFans Phenomenon

OnlyFans Phenomenon

di Ivan Carozzi

Come si è evoluto il sesso online con l’avvento delle nuove piattaforme come OnlyFans? Ne parliamo con Eva Generosi, ventenne milanese che, pubblicando lì i suoi video, ha trasformato un piacere in una (notevole) fonte di reddito

Incontro Eva Generosi e Michael, fidanzato di Eva, tra i tavoli all’aperto di un bar. Eva Generosi è un nome d’arte. Ricorda un po’ gli pseudonimi usati dalle pornostar anni 90. È l’unico dettaglio di una storia che invece appartiene pienamente al nostro tempo e che non ha niente a che fare con la vecchia pornografia, quella in dvd o consumata sui tradizionali siti porno. Eva Generosi è una ragazza milanese di 20 anni. Ne avevo sentito parlare tempo fa a proposito di Pieces, un progetto NFT curato da due artisti, Dusty Eye e Vincenzo Bordoni. L’immagine di Eva era stata sezionata in una griglia e venduta pezzo per pezzo. Il frammento corrispondente ai genitali non aveva un valore economico specifico, mentre la costola (evocazione di Eva, la prima donna), le parti tatuate e i punti relativi ai nodi dell’albero della vita, venivano venduti a una cifra maggiorata. Pieces, spiegano i due artisti, voleva sottolineare gli aspetti simbolici e spirituali del corpo di Eva Generosi, in quel sottile passaggio che vede il corpo trasmigrare e farsi entità digitale.


Eva e Michael ordinano due lattine di tè al limone. Sono le 15 e 30 di un ottobre insolitamente caldo e luminoso. Può sembrare una frase fatta, ma hanno davvero l’aspetto di due ragazzi normali, qualsiasi cosa voglia dire. Fanno lo stesso lavoro e condividono la stessa avventura. Terminato il Liceo Scientifico, Eva si è iscritta a un corso universitario in ingegneria gestionale, poi ha deciso di dedicarsi a ciò che più le interessa. «Durante la pandemia», racconta, «ho aperto un profilo OnlyFans». Su OnlyFans – piattaforma con una grande offerta di contenuti per adulti – Eva si spoglia a pagamento e fa sesso di fronte alla telecamera. Oltre a OnlyFans, utilizza Reddit e Instagram. Sommati, fanno 50.000 follower. «Mi è sempre piaciuto filmarmi, fin da piccola, era bello ricevere un complimento quando mandavo una foto, è una cosa che mi ha sempre fatto stare bene».

Quando Eva ha aperto il profilo andava ancora al liceo ed era il periodo della zona rossa. Per filmarsi doveva chiudersi a chiave in cameretta, per evitare che i genitori o la sorella più piccola potessero sorprenderla.  I genitori – laureati, classe media – da principio pensavano che Eva si limitasse a vendere foto dei piedi, poi hanno realizzato che la sua attività andava oltre. Non hanno accettato la scelta di Eva, poi, piano piano, hanno cominciato ad abituarsi. Specialmente il padre. Del resto, Eva non incontra sconosciuti e sceglie sempre il proprio partner. Non corre rischi e fa ciò che desidera, in autonomia. La madre fatica a capire e pensa che Eva faccia la escort. Ma non è così. Gli amici e le amiche del liceo, vedendo il tenore di vita di Eva, le foto dei viaggi e degli alberghi pubblicate sui social, sono contenti per il successo dell’ex compagna di classe. Chiedo a Eva quanto guadagna. Sorride e mi dice che guadagna molto bene. Sorride anche Michael. «Lo scorso mese», dice Eva, «è andata molto bene». «Quanto bene?», chiedo. «50.000 euro», risponde.


Sono in partenza per l’Australia e vorrebbero trasferirsi alle Canarie, per risparmiare sulle tasse. Non hanno l’aria di una coppia che ostenta o assetata di denaro. Investono soprattutto nei viaggi. La giornata lavorativa di Eva inizia al mattino, quando comincia a preparare contenuti più soft, gif da 30 secondi che finiscono su Instagram o Reddit. Un’altra parte della giornata è dedicata a un lavoro più meccanico: applicare i watermark sui video. Per impedire che i video vengano rubati e pubblicati su qualche sito porno, Eva si rivolge a un professionista che si occupa di frugare in rete. Per la fotografia si affida a una comune lampada Ring Light o alla luce del sole. Come si presenta Eva di fronte alla telecamera? «Mi vesto da scolaretta, con varie lingerie o abiti da ragazzina, rosa, eccetera». La giovane età e la corporatura di Eva evocano una serie di fantasie che hanno a che fare con una parola chiave del porno. Eva la ripete più volte: “teen”. Chi la segue, vede in lei soprattutto le caratteristiche fisico-psicologiche dell’adolescente che vive ancora tra i banchi di scuola. Con i follower parla in chat, c’è chi vuole essere insultato e chi invece si sfoga, perché non sa come comportarsi con le ragazze e ha bisogno di supporto, anzi «di terapia», suggerisce Michael. 


Chiedo a Eva se si definisce femminista: «Non vedo come quello che faccio possa interferire con l’essere femminista o meno; sono femminista e credo nella parità, qualcuno potrebbe pensare che mi oggettifico, ma in realtà non credo di oggettificarmi più di quanto non faccia una modella». Per quanto riguarda i video su commissione, Eva non sempre ama ciò che deve fare, per esempio calarsi nel ruolo della “stepsister”, la sorellastra, ma al tempo stesso le piace realizzare i desideri di una persona. Prima di salutarci, chiedo come se la cava con l’“ahegao face”, un’assurda smorfia di godimento presa dal mondo degli hentai manga, divenuta popolare nei contenuti per adulti. Dice che non se la cava granché, anche perché è da poco che realizza video senza oscurare il volto. Finito il tè, ci salutiamo. Eva e Michael si allontanano. Sembrano davvero una bella coppia.