Sexy toys, le nuove frontiere del piacere…

Sexy toys, le nuove frontiere del piacere…

di Fiammetta Bonazzi

Con un giro d’affari miliardario e in crescita, oggi i sex toy sono oggetti del desiderio creati da grandi designer o firmati da star del cinema come Gwyneth Paltrow e Dakota Johnson

Più 160%. Non è la percentuale di rialzo dei costi in bolletta, ma il dato di crescita del mercato mondiale dei sex toy da inizio pandemia, sostenuto da un 90% di acquirenti donne, soprattutto nella fascia fra i 30 e i 40 anni. E per il futuro, messa in archivio la noia da lockdown che di certo ha vivacizzato la domanda di oggetti del desiderio per l’utilizzo individuale o di coppia, si stima che entro il 2028 il giro d’affari globale supererà i 52 miliardi di dollari. C’è stato un tempo, ormai remoto, in cui parlare del tema creava imbarazzo, quanto meno fra i non addetti ai lavori. Eppure è bastato che Charlotte, la single della serie Sex and the City (1998), acquistasse per sé un simpatico rabbit rosa – il primo giocattolo sessuale mainstream veicolato senza veli sul piccolo schermo – per sdoganare dildo & co. dallo scaffale dei giochi proibiti. 


Oggi, in più, l’impennata dell’e-commerce e dei social e il “tuppersex”, cioè l’abitudine di organizzare dei meeting durante i quali una consulente illustra a domicilio le novità in materia, consentono di farsi recapitare a casa, in pacco anonimo, un colorato universo di gadget erotici sempre più ergonomici, silenziosi, impermeabili, ricaricabili (con USB) e controllabili anche da remoto tramite smartphone e app: di fatto, piccole meraviglie da collezione che a un’attenta selezione di materiali sicuri e sostenibili – si va dal silicone medicale al vetro – abbinano prestazioni d’avanguardia. Al di là delle considerazioni socio-economiche, è stata proprio la ricerca estetica a trasformare un accessorio off limits in un prodotto pop.


Firebird di Guido Venturini, lanciato da Alessi nel 1993

E, ragionando per affinità formale (ma non d’utilizzo), non si può non ricordare il Firebird di Guido Venturini, provocatorio accendino ad arco elettrico lanciato da Alessi nel 1993. «Avevo proposto di disegnare un accendigas, perché in genere si tratta di accessori piuttosto anonimi», spiega Venturini, artista, architetto, industrial designer, già docente della Domus Academy di Milano e del dipartimento di design dell’Accademia di Brera. «Azzardai un abbozzo, era simile ai graffiti che si vedono spesso sui banchi di scuola, ma l’idea fu ben accolta e Alessi decise di scommettere». Il Firebird, realizzato in resina termoplastica colorata (e ora anche in versione golden) e perfetto anche per accendere candele, incensi o sigarette, nel tempo si è trasformato in un long seller dell’azienda cusiana «anche perché è un oggetto che gioca sull’allusione garbata e viene tuttora regalato come scultura domestica. La forma fallica, che rimane tabù, di fatto è un simbolo di fertilità, di vita e di energia, e in questo senso con Alessi siamo stati coraggiosi», ricorda Venturini, «tant’è che, dopo qualche anno, Alberto aveva anche pensato di lanciare un vero vibratore, ma alla fine non se ne fece nulla».


Il device sonico Lelo by Enigma che promette esplorazioni “quasi mistiche”

All’inizio del nuovo millennio, Marc Newson e Tom Dixon progettavano per Myla dei dildo di design molto poco espliciti, e la rarefazione delle silhouette è proseguita – per esempio – con Gwyneth Paltrow, titolare di Goop e promotrice di un sex toy “intellettuale, a doppio uso e a 64 velocità”, e con Dakota Johnson, star delle Cinquanta sfumature di grigio e art director di Maude, piattaforma che commercializza Vibe, vibratore presente nello store del MoMA: pezzi ideali da tenere sul comodino o in borsetta e da usare, all’occorrenza, come massaggiatori per viso e corpo. Fuori dal mondo delle celebrities, è la tecnologia che oggi fa la differenza: gli scandinavi di Lelo hanno scommesso su Enigma, stimolatore sonico che promette esplorazioni “quasi mistiche”, mentre il brand Yspot, con base a Milano e uno shop di pezzi di self pleasure di raffinato gusto eco-minimal, si propone “di portare i sex toy in primo piano, fuori dal cassetto”. Fra l’empowerment e la normalizzazione, vincerà di sicuro il sano divertimento. Gender fluid.