Le vetture a emissioni zero non decollano ancora nelle vendite ma il futuro è tutto loro: ecco un terzetto da tenere d’occhio

Vendite che non decollano, in Italia come nel resto del mondo. Investimenti che valgono più di una Finanziaria cui corrispondo aspettative (in parte) deluse. Negli ultimi cinque anni si è parlato moltissimo di vetture elettriche, di mobilità per un futuro a zero emissioni, almeno nelle città sempre più destinate a crescere esponenzialmente di popolazione e, di conseguenza, altresì destinate a veder collassare il sistema viabilistico. Pubblico, e privato. Il limite? L’autonomia delle batterie che non superano in media i 150 chilometri e sono ben più costose delle utilitarie, che rende queste auto utilizzabili praticamente entro i confini urbani. 

Solo la prossima generazione di batterie al litio, proprio come accaduto ai primi telefonini (li ricordate?), promette infatti di estendere l’autonomia a circa 500 chilometri. Aspettando che ciò si traduca in realtà, ecco tre elettriche da tenere d’occhio.

Nissan Leaf: è uno fra i primi veicoli elettrici appositamente progettati per la trazione pulita e non adattati attingendo da una vettura già esistente: si tratta di un veicolo a 5 posti con autonomia dichiarata di 175 chilometri, una batteria che si carica all’80% in 25 minuti, una velocità massima di 145 orari.

Il colosso giapponese è attivissimo anche sul piano istituzionale, e sta per invadere alcune fra le più grandi metropoli del mondo con la serie di taxi a impatto zero NV-200.

Bmw i8: a poco più di un mese dal lancio commerciale della prima supercar ibrida (qui la nostra prova mentre le prime consegne sono previste per giugno) il sub brand ‘i’ comincia a far circolare la pura elettrica da città i3. L’autonomia si attesta fra i 130 e i 160 chilometri a seconda delle condizioni di utilizzo, come nella media dei concorrenti, che però aumentano fino a 300 se si sceglie la versione dotata del range extender, ovvero un piccolo motore bicilindrico tradizionale da 34 cavalli, ausiliario, che ha il solo scopo di ricaricare la batteria. Dove? Alla presa di corrente di casa in alcune ore, ma anche alle colonnine pubbliche: in caso di ricarica veloce si può raggiungere in poco più di trenta minuti l’80% della carica.

Smart raddoppia l’offerta anticipando la prossima Fourjoy, la versione a 4 posti e il motore eco-friendly. L’aspettativa è alta, perché già negli anni ’90 Smart rivoluzionò il modo di circolare in centro con la sua prima vettura. Il prototipo della seconda generazione della 4 posti made in Mercedes (la prima ForFour non ebbe grande fortuna) promette un motore a magneti permanenti da 55kw che si ricarica in 7 ore alla spina di casa o, in meno di una, alle apposite colonnine. Moderna, ha anche gli interni a marcate tinte tecnologiche: il quadro strumenti in plexiglas è retroilluminato, mentre due smartphone garantiscono la connettività sia ai sedili anteriori che posteriori.

@paolocozzi