Ovvero, come recuperare il design iconico delle “spiaggine” e delle microcar del passato per un’estate spensierata, divertente ed eco-friendly

Forse non saranno le auto 100% elettriche a cambiare il futuro, intanto stanno già riscrivendo il passato. Qualcuno ha pensato di recuperare l’estetica divertente delle microcar classiche per riproporle in versione eco-friendly e silenziosa. DC-1 Dinghy, Nos-Moke, Mehari Eden, Microlino e persino le Ecarmas cinesi si spingono oltre la e-Mehari della Citroën nel restare tenacemente attaccate al design, se non alle dimensioni, delle protagoniste delle estati infinite dagli anni 60 agli 80.

La DC1 della francese Dinghy è una spiaggina vera, perché si ispira alla Fiat 500 Jolly Ghia, icona del jet set balneare degli anni del ‘Sorpasso’ e della Bussola. Senza tettuccio e con i sedili artigianali in midollino sarebbe piaciuta moltissimo a Gianni Agnelli. Che forse sarebbe stato stupito anche dei suoi 100 km di autonomia a 90 orari. Sarà prodotta quest’anno in serie numerata di 99 esemplari.

La Nosmoke fa sorridere dal nome, furbissimo (non fuma). Perché è il frutto del lavoro di un gruppo di appassionati della Mini Moke, costruita dalla Morris e, a partire dal 1980, su licenza in Portogallo. Anche se è assemblata in Francia, non a caso la Sunshine Cars che la commercializza ha sede nell’Algarve. Il motore brushless annuncia solo 70 km di autonomia fra gli 80 e i 100 kmh. La carrozzeria monoscocca in acciaio pesa, ma conserva il design originale ed è disponibile nei cinque colori classici della Moke, più altrettanti in optional.

Made in France anche la Méhari della Eden che, sotto la spinta del 2CV Méhari Club Cassis, propone la versione elettrica dell’icona da lungomare più amata dai francesi. La Eden è in tutto e per tutto la Méhari del 1968, perché il Club Cassis è autorizzato a replicare le parti originali. Quindi ritroviamo la carrozzeria stampata in ABS di colore bianco, al quale aggiungere altre cinque tinte. Costerà 25mila euro (meno eventuali ecobonus). Al Rétromobile di Parigi è stata presentata una versione limitata azzurra full optional e personalizzabile da 28mila euro.

Al Salone di Ginevra dello scorso anno aveva fatto sorridere il Microlino, la riedizione elettrica e restilizzata della microcar Isetta costruita dalla Iso-Rivolta e su licenza dalla BMW. Qui il tetto c’è, perché resta la forma da bubble car con l’accesso dalla parte anteriore. Disegnata da Wim Ouboter e prodotta dalla società svizzera Micro Mobility Systems, il prototipo del Microlino è in fase di omologazione in Italia da parte della Tazzari Ev di Imola, che si occuperà della produzione.

E poi ci sono i cinesi, già attivissimi in fatto di golf cart. La Ecarmas ha in gamma vetture modulari da 4 a 10 posti ricavate dalle carrozzerie in acciaio di bagnarole autentiche. Un po’ come il progetto Trabant-nT, l’utilitaria (in plastica dura) della Germania Est con il pacco batterie al posto del motore due tempi originale. Un concetto che, se ben sviluppato, potrebbe far ritornare al futuro non poche classiche.