Capolavori di alta orologeria: Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel
Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel (Credits: Audemars Piguet / Diode SA - Denis Hayoun)

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Capolavori di alta orologeria: Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel

L’affascinante sistema delle ore erranti, omaggio a un classico relativamente sconosciuto delle complicazioni, in un design ultra contemporaneo che coniuga ceramica nera e oro bianco 18 carati

Storia, sfide tecniche e il mistero ancestrale del tempo si intrecciano nel nuovo Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel, capolavoro di alta orologeria. Dal XVII secolo riemergono le ore erranti e ogni volta che un segnatempo abbraccia questo tipo di complicazione è un grande evento: le ore sono visualizzate utilizzando un sistema di satelliti che gravitano lungo una scala dei minuti disposta a forma di arco. La collocazione estetica delle ore e dei minuti rende affascinante e quasi arcana la lettura dell’ora. È stata proprio Audemars Piguet ad aver riscoperto questo antico sistema caduto in disuso nel XX secolo e ad averlo reintrodotto nel 1991 con il nome di Starwheel, orologi oggi battuti all’asta come pezzi preziosi da collezionisti.

Starwheel entra a far parte della collezione Code 11.59 by Audemars Piguet con un design ultra contemporaneo che combina ceramica nera e oro bianco 18 carati. Nella reinterpretazione della Maison svizzera, la complicazione viene messa a nudo, rendendo visibile il meccanismo nel quadrante, dotato soltanto di una lancetta dei secondi. L’avventurina blu è lo sfondo fulgente dei tre dischi neri leggermente bombati che ruotano su sé stessi come pianeti nel piccolo universo del quadrante, puntando a una scala di 120 gradi, graduata di 60 minuti. Su di loro, streganti e tese tra passato e futuro, le ore vaganti segnate in bianco.

Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel
Credits: Audemars Piguet / Creuzet Karin
Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel

Un mecenate insonne all’origine delle ore erranti

È per accontentare una richiesta di papa Alessandro VII, gran mecenate che commissionò il colonnato di San Pietro a Gian Lorenzo Bernini, che nacque il sistema delle ore erranti. Il pontefice soffriva di insonnia, aggravata dal ticchettio dell’orologio, e incaricò i fratelli Campani, orologiai di Roma, di ideare un “orologio notturno” silenzioso e facilmente leggibile al buio. È così che nel 1655 veniva realizzato il primo orologio dotato di ore erranti, sul quale l’ora effettuava un semicerchio in una finestrella punteggiata dai quarti d’ora e illuminata dall’interno.

Dalla fine del XVII secolo la complicazione fu adottata negli orologi da tasca, comparendo senza retroilluminazione, con l’aggiunta della scala dei minuti. Nel Settecento gli orologi a ore erranti erano usati come regali prestigiosi, spesso decorati con la raffigurazione di personaggi illustri. Nell’Ottocento la perdita della loro popolarità, anche per il fatto che la visualizzazione risultava misteriosa, con il meccanismo che restava nascosto. Ed ecco l’affascinante riscoperta di fine Novecento. Si deve a un orologiaio di Audemars Piguet l’intuizione: nel 1989 si imbatté nel sistema delle ore erranti in un articolo del Journal suisse d’horlogerie. Dopo 18 mesi di sviluppo, nel 1991, ecco il primo orologio a ore erranti della Manifattura: Starwheel, come le tre stelle che sostengono i dischi delle ore in zaffiro fissati su una grande ruota centrale. E il mistero del funzionamento viene infranto rivelando il meccanismo: un nuovo capitolo per l’alta orologeria a venire.

Starwheel nel Code 11.59 by Audemars Piguet, sfida all’eccellenza

Da allora nella Vallée de Joux, nel cuore del Giura svizzero, Audemars Piguet ha creato diversi modelli a ore erranti, pregiati ed eleganti. Tra avanguardia e tradizione. Oggi per la prima volta l’emblematica complicazione Starwheel è integrata nella collezione Code 11.59 by Audemars Piguet con il Calibro 4310 a carica automatica, derivazione del Calibro 4309, a cui è stato aggiunto un nuovo modulo. Una nuova sfida all’eccellenza.

Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel
Credits: Audemars Piguet / Diode SA – Denis Hayoun
Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel

Intrigante il gioco di materiali, geometrie e luci che evoca la meraviglia dello spazio e delle stelle: la lunetta, le anse e il fondello in oro bianco 18 carati, nelle loro curve, sono in contrasto con la carrure dall’ottagono arrotondato in ceramica nera, a cui fa eco una nuova corona, anch’essa in ceramica nera. Dal diametro di 41 mm, la cassa in ceramica è minuziosamente rifinita a mano con alternanza di smussature lucidate e superfici satinate. Le ore vaganti sono segnate in bianco sui dischi, realizzati in alluminio tinti di nero mediante trattamento Pvd, impreziositi da finitura opalina e microbillé. Il vetro a doppia curvatura del quadrante esalta i dettagli presenti nell’avventurina blu cielo e le finiture dei vari elementi. Il vetro zaffiro del fondello rivela il cuore pulsante dell’orologio, così come la massa oscillante in oro rosa 22 carati tipica della linea Code 11.59 by Audemars Piguet,, lanciata nel 2019. La lancetta dei secondi è in oro bianco 18 carati: leggermente incurvata in punta per seguire il rilievo dei dischi, indica i secondi come in un orologio tradizionale. Cesella il tutto un cinturino in caucciù nero testurizzato, con fibbia ad ardiglione con l’incisione del logo Audemars Piguet al posto del consueto monogramma AP.

L’incanto è lì: l’ora si legge sul carosello centrale che effettua una rotazione completa in tre ore, sul quale sono fissati i tre dischi, ognuno con quattro cifre numerate da 1 a 12, puntate alternativamente al settore arcuato nella parte superiore che ha la scala dei minuti. Design, creatività meccanica e poesia. Ovvero Code 11.59 by Audemars Piguet Starwheel.