In conversazione con Mahmood

In conversazione con Mahmood

A conquistare è la sua voce, ma anche un’innata eleganza: «Per me immagine e musica vanno insieme, non puoi pensare di fare musica senza dare niente a livello visivo»

Total look Burberry
di Clara Mazzoleni

Il 2021 è iniziato bene per te: un nuovo album (in arrivo) e il ritorno a Sanremo due anni dopo averlo vinto con Soldi, quadruplo disco di platino. Com’è stato tornare nel luogo che ha cambiato la tua vita?

Per me era molto importante esserci quest’anno, sia per il momento storico che per il cast super moderno. Sono felice di com’è andata: ho cercato di dare il meglio, da piccolo guardavo Sanremo in tv e partecipare mi sembrava una cosa impossibile, lontana e irrealizzabile. Addirittura questa volta ci sono andato come ospite!

La prima volta che sei apparso sul palco dell’Ariston la mia reazione è stata: «Oddio una persona vestita bene a Sanremo, cosa sta succedendo?». L’impressione è che tu abbia aperto un canale di comunicazione tra pop italiano e moda, due mondi che prima non sembravano parlarsi più di tanto.

Sanremo l’ho sempre visto in famiglia o con gli amici, non ho mai pensato al Festival come a qualcosa che avesse a che fare con la moda. Quando ho dovuto farlo io, è stato per me inevitabile mescolare i due mondi. Avevo già collaborato con la stylist Susanna Ausoni nel 2016 e avevamo fatto una bella ricerca. Nel 2019 ancora non mi conosceva nessuno e abbiamo portato a Sanremo dei marchi più ricercati come Rick Owens (i pantaloni neri che avevo quando ho cantato con Gué Pequeno). Per me immagine e musica vanno insieme: oggi non puoi più pensare di fare musica senza dare niente a livello visivo,. L’immaginazione non ha più il ruolo che aveva in passato, la gente ti vede tutti i giorni sui social, sui giornali, in tv,. L’immagine va di pari passo con la musica. Che poi non vuol dire essere belli o brutti, ma seguire un disegno. E quest’anno a Sanremo ci sono stati artisti che l’hanno fatto, ho notato anch’io un cambiamento.

Questo è evidente nel video di Inuyasha, in cui indossi un look creato da Riccardo Tisci a partire da una serie di bozzetti disegnati da te. Com’è nata l’idea di un progetto così ambizioso e com’è stato collaborare con lui?

È partito tutto da un trip che mi ero fatto, Inuyasha è un’anime che ho sempre guardato da piccolo su Mtv, l’estate scorsa l’ho rivisto su Netflix e ho scritto la canzone. Mi ero già immaginato tutta la storia e ho mischiato le mie idee con quelle di Simone Rovellini che l’ha diretto. Pensavo a un vestito rosso ispirato all’anime, allora mi è venuta l’idea di chiamare Riccardo e chiedergli se gli andasse di disegnarlo. Lui mi ha risposto: «Meno male, pensavo mi chiedessi di fare il video!». Si è messo al lavoro con il team Burberry e poco dopo ci hanno mandato tutto, i vestiti e i gioielli sono arrivati casa in queste scatolone giganti, davvero un sogno. Il fatto che Riccardo sia riuscito a tradurre i miei bozzetti e la mia idea in un costume così potente e moderno per me è la chiave vincente del video. Credo sia un piccolo gioiello e ci sono molto affezionato, ci abbiamo lavorato per mesi. Volevamo fare una specie di film, con gli effetti speciali e tutto. Dopo varie ricerche abbiamo scelto come location il lago di Montespluga, che tra l’altro è vicino a Madesimo, dove andavo in vacanza con mia madre da piccolo e ho imparato a sciare. Il gatto delle nevi era il nostro camerino, io in playback con la mano che mi scoppiava dal freddo. Non che la giornata in studio sia stata più rilassante: ore e ore appeso con una “comodissima” imbracatura. Ma ne è valsa la pena. A volte i miei video sono quasi delle missioni da compiere, in Rapide eravamo nudi a gennaio con la macchina del vento e della pioggia sparata addosso.

Collaborazioni importanti, look favolosi, effetti speciali, ma Inuyasha e Rapide sono prima di tutto due canzoni stupende. Con Soldi hai vinto Sanremo 2019, sei arrivato secondo all’Eurovision e sulle piattaforme di streaming hai avuto un successo planetario. Sei una delle voci più belle e particolari della musica pop. Ti ricordi come hai scoperto di possedere questo dono?

In realtà la mia voce non è sempre stata così. Ho iniziato a prendere lezioni a 8 anni. Dove andavo in piscina c’era anche un corso di canto, recitazione e ballo, ho chiesto a mia madre di iscrivermi: lei non se l’è fatto ripetere due volte, mi ha sempre spronato. Poi, a 12 anni ho iniziato a studiare canto seriamente. L’Accademia di Musica era a Baggio, quindi da Gratosoglio prendevo l’autobus, la metro e un altro autobus: un’ora e mezza di andata e un’ora e mezza di ritorno, tre volte a settimana. Ho imparato a usare la voce con più tecnica, ho fatto impostazione lirica, teoria e solfeggio. Verso i 17 anni ho cominciato a prendere lezioni di pianoforte perché volevo imparare a scrivere. Fino a quel momento avevo cantato soltanto cose di altri. Ho iniziato a scrivere a 18 anni studiando interpretazione con Andrea Rodini. Lui mi ha insegnato come si scrive una canzone e pure lì, all’inizio mettevo tante parole, incastravo male tutto. Appena sono riuscito a farne una come si deve, Dimentica, nel 2016, mi sono iscritto a Sanremo Giovani. Poi le cose sono andate meglio, ho firmato il primo contratto con Universal e ho iniziato a scrivere anche per altri artisti. È stato più un percorso che una scoperta, quindi. Adesso posso creare musica in modo libero, scegliere con chi lavorare e so che è un privilegio.

Total look Burberry

Su Instagram hai più di 1 milione di follower ma, a differenza di altri artisti, sei molto riservato sulla tua vita privata. Perché questa scelta?

Cerco sempre di tenere un link con la parte artistica. Ogni tanto qualche cosa personale la posto anch’io perché sono umano, ma non mi piace mostrare tutto e tutti, anche per la privacy della gente che sta con me, per non coinvolgere loro. Preferisco condividere dei momenti importanti per me quando scrivo o registro o mentre lavoro a cose che poi gli altri sentiranno, per renderli partecipi del processo. Vorrei incuriosire per questo.

Il Coronavirus ti ha costretto a rimandare il tour europeo ma nel 2020 hai pubblicato due canzoni, Eternantena e Moonlight Popolare, con Massimo Pericolo. Alcuni tuoi colleghi hanno sofferto la stasi forzata preferendo rimandare le uscite a quando la situazione si sarà normalizzata. Tu come l’hai vissuta e come la stai vivendo?

Diciamo che quest’anno, stando chiuso in casa e non vivendo la vita normale, trovare la voglia di scrivere è stato difficile. IAbitualmente scrivo in viaggio, sui mezzi, in macchina, a casa faccio fatica. Il disco che uscirà è fatto di pezzi che ho riadattato col tempo e conservato con cura scritti prima della pandemia, è un disco diverso rispetto a Gioventù Bruciata, avrà un tema molto forte che si riverserà in tutti i brani, ed era una cosa che volevo fare da tempo, ho ascoltato tantissimi concept album e mi hanno sempre ispirato molto. Non vedo l’ora di condividere il mio trip. Incrociamo le dita.

Photos by Luigi & Lango

Styling Edoardo Caniglia

Hair: Luigi Murenu

Make up: Georgi Sandev @ ForwardArtists

Styling assistant: Federica Arcadio

Production: Margaux Huguet @2b Managament