Lorenzo  Zurzolo

Lorenzo Zurzolo

Totti il mito. Germano e Mastandrea i modelli. Sorrentino e i D’Innocenzo i registi che ammira. Chi è l’ex bambino prodigio, oggi ragazzo d’oro del cinema italiano

di Fiammetta Bonazzi

«Ero io Angelo». Era proprio Lorenzo Zurzolo il dodicenne che scende dall’elicottero in Una famiglia perfetta, la commedia del 2012 di Paolo Genovese che racconta la storia di un Sergio Castellitto cinquantenne ricco e solo, disposto a pagare un gruppo di attori perché ricreino, unicamente per lui in casa, il calore del giorno di Natale. Nel film, che comprendeva fra i tanti noti anche Claudia Gerini, Francesca Neri e Ilaria Occhini, Lorenzo (classe 2000) interpretava, già col self control del professionista navigato, la parte di un pre-adolescente che si muove nel mondo degli adulti. Che avesse talento, insomma, era chiaro fin da quando era bambino. «A 7 anni mia madre mi iscrisse al provino per uno spot con Francesco Totti: su oltre cinquemila ragazzini scelsero me», ricorda con la sua bella voce impostata, che tradisce appena l’origine romana, unita alla verve arietina tipica dei nati il 21 marzo. «Sono romanista dalla culla e quei due giorni a Sabaudia con Totti restano uno dei momenti storici della mia infanzia».


Da lì, è stato un crescendo di conferme, che lo hanno portato prima sul set di Genovese – «lì ho incontrato Veruska Rossi e Guido Governale, i miei primi maestri di recitazione» – e più tardi, nel 2014, al Teatro Ghione nel Pinocchio con Giorgio Albertazzi; poi in produzioni televisive, fra cui Distretto di polizia e Don Matteo. La consacrazione planetaria arriva poco prima dei 18 anni con Baby, la serie Netflix – «le piattaforme digitali sono essenziali per la crescita dei giovani attori» – in cui è il liceale Niccolò, amante della prof di ginnastica Claudia Pandolfi. Sempre per Netflix, fra settembre e ottobre ha girato Sotto la luna di Amalfi, il film diretto da Martina Pastori che si rifà al cult dei Vanzina Sapore di mare. «A me piace tutto del nostro Paese, ma la Costiera Amalfitana in autunno è da sballo», conferma lui, che vanta un poker di nonni napoletani, calabresi, veneti e umbri – «mi hanno regalato un Dna pazzesco» – ed è orgoglioso della sua italianità. «C’erano zero turisti, un’atmosfera elettrica, un cast di ragazzi con una regista giovane e la mitica Isabella Ferrari, che in Sapore di mare era Selvaggia, mentre ora interpreta mia madre Irene».


Grazie alla maturità linguistica – «mai un debito», sottolinea – e la trasferta oltremanica per qualche mese di studio, Lorenzo ha perfezionato l’inglese: un ulteriore atout in vista di un futuro all’estero? «Certo, ma senza correre», ammette lui, che ha da poco recitato in una serie Amazon (ancora top secret) e in queste settimane è comunque a Varsavia sul set di La vita, il nuovo film di Jerzy Skolimowski, pluripremiato regista polacco, Leone d’Oro alla carriera nel 2016. La notizia gli sfugge, ma non senza una certa ritrosia, la stessa che lo contraddistingue nel mare magnum delle teen star che spopolano sui social. Su Instagram ha già collezionato 1,2 milioni di follower, ma pubblica col contagocce: scatti da smartphone e foto di scena in cui lo si riconosce per lo sguardo che ricorda la sensualità mediterranea dello Scamarcio degli esordi e l’eleganza di Timothée Chalamet; il cocktail è di quelli forti, tanto da aver sedotto anche Alessandro Michele, che ha vestito Lorenzo in puro stile Gucci Seventies per il red carpet della Mostra del Cinema di Venezia, dove ha ricevuto il premio Kineo.


I riconoscimenti non sono finiti: nel 2021 sono arrivati infatti anche il Nastro d’argento come Personaggio dell’anno e a dicembre, a Sorrento, il premio assegnato dall’Anec come attore rivelazione per Morrison, quarto lavoro di Federico Zampaglione, regista e frontman dei Tiromancino, che a Zurzolo ha affidato il ruolo del cantante indie Lodo. «È stato lui a regalarmi una chitarra», racconta Lorenzo, che fin dall’infanzia suona il pianoforte. «Durante il primo lockdown passavo le giornate a studiare i tutorial su YouTube e poco per volta ho imparato ad arrangiarmi. Una sera, dopo una birra, ho buttato giù una canzone, l’ho registrata prima sul cellulare e poi in studio; alla fine è stata usata per il film. Ho imparato tanto anche da questa esperienza. Il cinema è così, una scuola continua».


Fra i suoi modelli, Lorenzo cita Elio Germano e Valerio Mastandrea mentre, fra i registi, oltre al mostro sacro Paolo Sorrentino, nomina i fratelli D’Innocenzo: «Una vera scossa per il nostro cinema perché sono dei creativi poliedrici come sono spesso gli italiani, che riescono bene in tutto: pittura, fotografia, poesia, musica… Si sono guadagnati da vivere coi mestieri più disparati, hanno fatto i camerieri, i baristi, i giardinieri, e in parallelo hanno portato avanti lavori importanti, come la partecipazione alla sceneggiatura di Dogman di Matteo Garrone. Nel 2020 hanno vinto cinque Nastri d’argento con il loro film Favolacce. Dei grandi veri». 


Quell’anno Lorenzo lo ricorda anche per la perdita dell’amico Gigi Proietti, con cui aveva lavorato in Una pallottola nel cuore. «Quante volte ho bussato alla porta del suo camerino per chiedergli come dire una certa battuta, come colorarla, come venderla al meglio. Ogni tanto, tra una pausa e l’altra, prendeva la chitarra e si metteva a improvvisare. Lo guardavi, lo ascoltavi e ti tirava su di morale. Sono grato alla vita per avermi regalato l’opportunità di crescere in questo ambiente, di fare questo lavoro. Il più bello del mondo».

Total Look Saint Laurent by Anthony Vaccarello

Photos by Vanina Sorrenti; Styling by Edoardo Caniglia

Grooming: Giulio Ordonselli.

Styling assistant:Francesco Porricelli;  Assistant: Peter Catalin. Arts by Effe Minelli.

Location: The Liza Leopardi. Production on set: Crescenzo Mazza @dinamo_studio