Louis Partridge

Louis Partridge

Il giovane attore britannico, teen idol con un viso dai lineamenti classici, vestirà i panni di Sid Vicious in Pistol, la serie tv sull’ascesa, l’apogeo e il declino dei Sex Pistols nell’Inghilterra degli anni Settanta. Il suo successo di attore, a giudicare dai numeri e dagli ingaggi, non finirà qui

di Mario Ximénez

Quando si pronuncia il nome dei Sex Pistols accade ciò che si verifica con pochi miti: ci sono i fan accaniti che credono di sapere tutto su di loro, chi dissimula la propria ignoranza assentendo in silenzio e chi fa una smorfia di disgusto per la stanchezza di dover ascoltare per l’ennesima volta la storia di una leggenda di cui non gli importa nulla. Quindi, quando a gennaio 2021 la Disney ha annunciato che stava lavorando a una serie sulla band punk più famosa di sempre, qualcuno ha aggrottato la fronte chiedendosi cosa ci fosse ancora da raccontare su questi quattro amici allampanati che, a suon di violenza verbale e un po’ di nichilismo, hanno cambiato l’industria musicale dagli anni 70 in poi. «Fortunatamente avevano un asso nella manica», scherza Louis Partridge (18 anni), che interpreta il bassista Sid Vicious, il componente più problematico e famoso dei quattro. L’attore londinese, che di recente ha sfilato per Prada e conta quasi otto milioni di follower su Instagram, potrebbe benissimo riferirsi a se stesso. Invece, data la sua umiltà, l’allusione è a Danny Boyle, regista di pellicole come Trainspotting (1996) o The Millionaire (2008), con l’ulteriore merito di aver riportato in auge la band che un segugio chiamato Malcolm McLaren creò e produsse oltre 40 anni fa.


Sono le nove di mattina e Partridge indossa una maglietta con la scritta “Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols”, in onore dell’unico album in studio del gruppo, pubblicato due anni prima che Vicious morisse di overdose di eroina nel 1979. «Quando ho saputo che era in cantiere una produzione sui Sex Pistols ho pensato solo che dovevo provarci», ricorda. Partridge, che vanta già 13 progetti nel suo palmarès e ha ottenuto una fama mondiale grazie al personaggio di Lord Tewkesbury in Enola Holmes (con Millie Bobby Brown ed Henry Cavill), e dopo aver registrato un video amatoriale in cui imitava l’accento cockney della zona est di Londra, con la madre nel ruolo di Nancy Spungen, la fidanzata che Vicious aveva assassinato pochi mesi prima di morire. «Con mia grande sorpresa, mi hanno chiesto di rifarlo e dopo alcune registrazioni mi sono trovato davanti a Danny Boyle in persona. Due settimane dopo ho avuto la parte», racconta.


«Credo che i Sex Pistols siano così immensi che succede ciò che avviene con le grandi leggende del cinema o della musica: sappiamo più dell’idea preconfezionata che ci siamo fatti di loro che della loro storia reale». Partridge ricorda alcuni aneddoti che gli aveva raccontato il padre, come quello del titolo del Daily Times, “Oscenità e furore”, dopo la loro partecipazione al talk show di Bill Grundy, o di quanto furono odiati dall’Inghilterra che celebrava il Giubileo di Elisabetta II. Però confessa di non essere mai stato un “esperto” dei Sex Pistols finché non ha ottenuto la parte. «Ho passato due mesi a studiare sia Sid, John Lydon, Steve Jones, Glen Matlock e Paul Cook sia il loro manager. E ho fatto scoperte tanto interessanti quanto smitizzanti», dice. Ha trovato reperti come La grande truffa del rock‘n’roll, diretto da Julien Temple nel 1980 e ideato dallo scout della band, Malcolm McLaren – con cui finirono poi in causa per i diritti del film – o la fiction Sid e Nancy, che racconta la storia d’amore tra Vicious e la compagna, che assassinò il 12 ottobre 1978 (lui morì di overdose il 2 febbraio 1979). 


«Più leggevo, più mi risultava difficile capire come interpretare un tipo che poteva rappresentare un essere umano ripugnante o un esempio di perfetta lucidità, a seconda dei casi. In fin dei conti era un ragazzino di 18 anni quando si unì al gruppo, e non ho dubbi su quanto potesse essere insicuro o sentirsi perso nella vita. In pochi mesi è passato dall’anonimato a essere una delle persone più odiate del Paese, ma al contempo ammirato da molti coetanei. Un cocktail molotov in piena regola», riassume, quasi ignorando che la sua situazione è relativamente simile.


La serie, che vede Maisie Williams nel ruolo di Pamela Rooke (nota anche come Jordan), e Toby Wallace, Christian Lee, Anson Boon e Dylan Llewellyn nei panni dei membri della band, non si basa su leggende metropolitane, ma su Lonely Boy: Tales from a Sex Pistol, l’autobiografia che Steve Jones ha scritto nel 2017. «Questo fa sì che tutti gli episodi siano collegati da una narrativa concreta e solida, il racconto di un uomo che ha sempre avuto il ruolo di attore non protagonista in quegli anni. Si potrebbero fare centinaia di serie sui Sex Pistols, ma nessuna avrebbe tanta garanzia di realismo quanto questa, raccontata da chi ha vissuto la storia in prima persona. Steve non era il frontman, né il leader e neppure il più bello o carismatico; per questo il suo ruolo di narratore è molto interessante», spiega Partridge, che ha passato nove mesi con la capigliatura e l’uniforme punk di Vicious, recitando nei dintorni di Londra e in Texas, dove la band fece due concerti nel 1978.


«Mi sono interrogato diverse volte sulle ragioni di un tale successo e non mi risulta strano che il punk si sia affermato in una società devastata dalla violenza e dalla crisi economica. Dopotutto, questi cinque denunciavano la mancanza di un futuro per la loro generazione: una situazione non molto diversa da quella che viviamo oggi». I progetti di questa nuova icona non prevedono di dedicarsi esclusivamente alla recitazione. «Mi è sempre piaciuto studiare e non voglio dipendere da una professione così complicata», spiega. «Fin dall’inizio, quando partecipavo a progetti modesti, come i corti About a Dog e Beneath Water o la serie Boomers, ho conciliato le riprese con la scuola, perché volevo che i miei genitori avessero fiducia in me». 


Ma è stato grazie a Pan – Viaggio sull’isola che non c’è che la sua carriera è decollata. «Ho iniziato a prendere parte a film più importanti, finché il salto è avvenuto con Enola Holmes», afferma, riferendosi alla pellicola di Netflix sulla sorella del detective Sherlock Holmes. «Già durante le riprese capivo che eravamo su un altro livello e mi sentivo intimidito a recitare con attori del calibro di Millie (Stranger Things), Henry Cavill o Helena Bonham Carter». Le cose devono essere andate bene, visto che sono appena terminate le riprese dell’adattamento cinematografico. In attesa della prima, questo post-adolescente, ammiratore di registi come Paul Thomas Anderson o Luca Guadagnino, sta preparando Ferryman, dove recita accanto a Kelly Marcel, e The Lost Girls, in cui interpreterà un giovanissimo Peter Pan per la regia di Livia De Paolis. «Non voglio farmi troppe illusioni…in ogni caso, ho un diploma di scuola superiore», scherza.

Photos by Charlie Grey, Styling by Chris Brown, Abiti Prada