Paul Wesley

Paul Wesley

La forza di Wesley è la voglia di evolversi: partito come attore di The Vampire Diaries, ha studiato per diventare regista e ci è riuscito. Nel frattempo è stato scelto per interpretare il Capitano Kirk in Star Trek e, per brindare al successo… ha creato il suo bourbon

di Federico Bernocchi

«La scena è questa: sono dietro le quinte e sto per salire sul palco. Il teatro è pieno, non c’è un posto libero. Sento gli spettatori rumoreggiare da dietro il sipario. Gli attori aspettano il mio ingresso in scena, è il mio momento. Ed è in quell’istante che mi rendo conto che non so nulla: non so che spettacolo sia, non so la mia parte, non so niente, nulla di nulla». C’è chi cade dall’alto, c’è chi si trova nudo in mezzo alla folla. Ognuno ha il suo sogno, o incubo, ricorrente e solitamente dice molto di noi. Quello di Paul Wesley è un grande classico degli attori. Quelli bravi la chiamano “la sindrome dell’impostore”. Non si è mai abbastanza preparati, soprattutto rispetto alle aspettative del pubblico. Strano, per uno come lui, che in pochissimo tempo, grazie al successo planetario di The Vampire Diaries, è diventato un volto tra i più amati del piccolo schermo.


Cappotto, dolcevita e pantaloni Dolce&Gabbana

Ma come ha cominciato? «Sono cresciuto in New Jersey, ma i miei sono polacchi. Parlavamo un’altra lingua, avevamo abitudini differenti: mi sentivo decisamente uno straniero. Da ragazzino ho cominciato a osservare gli altri, per imitarne i comportamenti e in qualche modo sentirmi uguale a loro. Quando a scuola mi si è presentata l’occasione di recitare, l’ho colta al volo. Poter diventare qualcun altro era estremamente affascinante per me». Insomma, Paul non ha ancora finito il liceo che viene notato da un agente che gli trova i primi lavori in televisione. Il pubblico più maturo lo ricorda in Sentieri e Destini, due soap opera che hanno fatto l’ossatura dei palinsesti della nostra televisione. Poi si è fatto vedere un po’ ovunque: da Law & Order a The O.C., passando per Smallville o C.S.I. Miami. Il colpaccio arriva nel 2009, quando viene scelto per interpretare Stefan Salvatore in The Vampire Diaries. Nonostante l’anno prima fosse uscito in sala Twilight, il mondo scopre di avere bisogno di altri vampiri sexy e un po’ emo. Paul ha il physique du rôle, e nel corso delle otto stagioni viene candidato e vince un numero irreale di Teen Choice Award e Young Hollywood Awards.


Total look Valentino

«All’inizio pensavo sarei stato licenziato. Arrivato alla terza stagione ho cominciato a rilassarmi. Però il rischio era quello di fossilizzarsi, di sopravvalutare il proprio contributo a una macchina produttiva del genere. Quindi ho cominciato a voler capire cosa facevano tutte quelle persone che vedevo sul set. Ho frequentato i meeting che si tenevano dietro le quinte e ho sviluppato un’enorme ammirazione per ogni maestranza. A quel punto ho deciso che mi sarebbe piaciuto cominciare a dirigere qualche episodio. Per un anno ho studiato: ho fatto un workshop alla Warner Brothers, sono diventato l’ombra del regista. E alla fine sono riuscito a dirigere cinque episodi della serie». È sempre eccitante vedere un attore evolversi e Paul Wesley non ha assolutamente intenzione di smettere di crescere. Dopo The Vampire Diaries ha continuato a fare il regista per altre serie tv, come Shadowhunters, Legacy o Batwoman e contemporaneamente a produrre. Ma il suo lavoro continua a essere quello dell’attore. L’anno scorso i fan di Star Trek l’hanno visto nel season finale di Star Trek: Strange New Worlds nella parte del Capitano James Tiberius Kirk. Un sogno che diventa realtà. «Sono cresciuto guardando i vecchi episodi di Star Trek in televisione. Non mi posso definire un fan duro e puro, ma l’ho sempre trovato bellissimo. Poi William Shatner, il Capitano Kirk originale, è diventato il mio vicino di casa! Quando mi è arrivata l’offerta di recitare in questa nuova serie ho capito che l’Universo mi stava dicendo qualcosa». E l’Universo sta insistendo, visto che Paul è confermato anche per la seconda stagione. Un sogno, certo, ma anche una grande responsabilità. 


Abito e camicia Etro, mocassini Valentino Garavani

«Il pubblico all’inizio si è lamentato perché non parlavo e non recitavo come William Shatner. Che è esattamente quello che volevo evitare! Non puoi imitare un attore del genere, è una sfida che perderai sicuramente. Inoltre, il mio Capitano Kirk è molto più giovane, ha meno esperienza non si è ancora seduto sulla plancia dell’Enterprise. Per cui ho tentato di renderlo più fragile, più vulnerabile».Insomma, bello, modesto, un’etica del lavoro invidiabile, pure appassionato di fantascienza. L’uomo perfetto. Manca solo che… «Prima mi hai chiesto dei miei sogni. Uno l’ho realizzato. Sul set di The Vampire Diaries mi sono reso conto che, per esigenze di copione, tutti bevevano bourbon in continuazione. Io e Ian (Somerhalder, che interpreta suo fratello, ndr), scherzando, abbiamo cominciato a dire “cavolo, dovremmo fare il nostro bourbon”. Poi, durante il lockdown, abbiamo creato il nostro brand: il Brother’s Bond Bourbon».  E mentre mi immagino a sorseggiare bourbon insieme al mio nuovo migliore amico, Paul assesta il colpo finale: «L’altro sogno che ho, invece, lo devo ancora realizzare. Mi piacerebbe avere dei bambini». Sempre detto che il mondo ha bisogno di vampiri sexy e un po’ emo.

Photos by Guy Aroch, styling by Fabio Immediato, Grooming: Natalia Bruschi