Dior Men FW 2021-22: la cerimonia quotidiana di Kim Jones
Brett Lloyd

Dior Men FW 2021-22: la cerimonia quotidiana di Kim Jones

di Silvia Perego

Stile militare e ricami dell’haute couture, disegni dipinti a mano e colori espressivi. Per il prossimo inverno di Dior, Kim Jones collabora con il pittore Peter Doig e crea una collezione che eleva l’abito maschile a opera d’arte.

Quella per l’arte e per ogni forma di maestria artigianale è una passione che la maison Christian Dior ha sempre coltivato. Fedele allo spirito del fondatore, il direttore artistico della linea maschile Kim Jones crea, quindi, per la collezione autunno-inverno 2021-22, un legame vivo con il passato, attingendo dal ricco patrimonio dell’atelier – l’universo della haute couture – e inaugurando una collaborazione con l’artista Peter Doig.

Fin dal suo arrivo da Dior, nel 2018, Jones ha portato la raffinatezza delle tecniche e dei tessuti dell’haute couture nell’abbigliamento maschile della maison, senza però mai tralasciare ciò che gli uomini vogliono davvero indossare. Per la collezione del prossimo inverno trae ispirazione dalla stravaganza degli abiti da cerimonia, come il frac, e crea uniformi impreziosite da ricami e abbellimenti ispirati allo stile dell’Académie des beaux-arts di Parigi, rese però più informali dal pantalone largo che riprende i volumi degli anni 90.

Vengono reinventati decorazioni e motivi che provengono dagli archivi: i bottoni ricoperti sono quelli dell’iconica Bar Jacket, capo-simbolo di un savoir faire sartoriale, diventato un monumento all’eleganza nella sua pronunciata femminilità; i ricami dorati del cappotto che apre lo show, invece, sono quelli di Rossella, un abito da sera dell’alta moda, disegnato negli anni 60 da Marc Bohan, che rimase alla guida di Dior per quasi trent’anni.

Il dialogo tra arte e moda è portato in passerella dalla collaborazione con Peter Doig, uno dei pittori viventi più quotati del mondo. Nato a Edimburgo nel 1959, oggi lavora tra Londra, New York e Trinidad. Ogni suo quadro è una reazione, ogni pennellata è indefinita ma al tempo stesso espressiva.

Il lavoro di Doig è autobiografico, per questo ha voluto prendere parte allo studio dell’intera collezione: non solo ha ideato i motivi ma ha anche lavorato su una selezione di cappelli  creati dal modista britannico Stephen Jones  dipingendo a mano disegni ispirati al suo lavoro, ai suoi ricordi e al suo legame con Dior. Così nasce la figura di un leone che ricorda uno dei personaggi delle sue opere e, al tempo stesso, un costume in maschera realizzato per la maison da Pierre Cardin (che fu assunto proprio da monsieur Dior negli anni 40 come primo tagliatore).

Le pennellate di Peter Doig sono replicate sui tessuti e sulla maglieria, come il cielo stellato del dipinto Milky Way (1990) che rivive su un cappotto dalla costruzione sartoriale. Così anche la palette colore  che attraversa il nero e il navy, il malva e il grigio  è accesa da gialli e arancioni, come avviene sulle tele Two Trees (2017) e Spearfishing (2019).

Nulla è lasciato al caso, neanche il set dello show digitale. La scena, infatti, è un’opera d’arte, un’installazione immaginata dal pittore che evoca il suo dipinto Speaker/Girl (2015), come si può vedere in questo video in esclusiva: