Gucci Cosmogonie, la sfilata in Puglia a Castel del Monte

Gucci Cosmogonie, la sfilata in Puglia a Castel del Monte

di Annalisa Testa

Alla corte di Federico II, Gucci accende le stelle di Castel del Monte in Puglia portando in scena una sfilata evento che resterà incisa nella memoria della maison

Sotto un cielo di stelle e di satelliti. All’ombra di quella perfezione geometrica e architettonica di Castel del Monte nel cuore della Puglia. La notte di lunedì 16 maggio Alessandro Michele ha incantato gli ospiti con cento e uno look di una collezione che nasce sotto il segno di Gucci Cosmogonie, invocando pensiero, arte e cultura di una dottrina legata all’universo contaminato dalla leggenda del luogo che l’ha ospitato.

Michele si ispira a due grandi del pensiero, Hannah Arendt e Walter Benjamin, che condividono un destino da esuli, da un’amicizia profondissima e da una straordinaria abilità di illuminare collegamenti altrimenti invisibili. Un pensiero filosofico che riflette nelle costellazioni la sua struttura connettiva: «Non è che il passato getti la sua luce sul presente o il presente la sua luce sul passato, ma immagine è ciò in cui quel che è stato si unisce fulmineamente con l’adesso in una costellazione» (W. Benjamin). 

«È stata decisamente la sfilata più emozionante di Alessandro Michele », racconta Andrea Tenerani, direttore di Icon tra gli ospiti all’evento. «Immersa nel fascino di questa magnifica fortezza, voluta e costruita dall’imperatore Federico II, monarca anticonformista oltre che poeta, poliglotta, matematico e mago, che presiedette una sofisticata corte multiculturale di astronomi, artisti e guerrieri. Abbiamo vissuto in una favola di stelle, tra fumo, magia e la luna piena».

La collezione che prende vita dall’estetica di Alessandro Michele si fonde in una narrazione che fonde stili e allegorie, epoche e ispirazioni in cui la libertà è indiscussa protagonista. Gli abiti stupiscono, affascinano, si costruiscono in una tensione e vitalità che attinge dal passato per esprimere la propria visione del presente. I vestiti sono uno strumento, un mezzo che unisce vita e moda, oggetti e ricordi, galassie e costellazioni. Un flusso di coscienza dello stilista che orchestra, con il suo genius loci a cui ormai ci ha abituati, un’ambientazione straordinaria.

Il viaggio di Michele si manifesta così in uno spettacolo inteso, lui stesso lo ha definito come un rave in cui le sue capacità di costumista rafforzate dalla teatralità del luogo hanno  trovato la sua massima manifestazione. Illuminati dalla luce della luna piena la costellazione di personaggi vestiti di velluti e tessuti sontuosi hanno tradotto la sua idea di cosmogonia. Ecco quindi romantiche eroine avvolte in metri di velluto e pudiche signore borghesi, amanti avvolte in stivali e abiti di pelle. E poi cavalieri e uomini in uniforme con colletti ricamati e strascichi di tulle, cappe medievali e mantelli luminosi.