Che cosa significa la Couture per l’uomo?
Balenciaga

Che cosa significa la Couture per l’uomo?

di Gianluca Cantaro

La presenza di look maschili nelle ultime sfilate dell’Alta Moda di Parigi celebrano la sartoria classica

La quattro giorni della Haute Couture parigina appena conclusa ha ospitato il fashion event della stagione. 53 anni dopo la chiusura dell’atelier di Cristóbal Balenciaga, in 10 avenue George V (nel 1968), i saloni sono stati riaperti e restaurati (in modo da sembrare esattamente come furono lasciati) per ospitare la collezione Couture numero 50 della Maison francese e la prima del direttore artistico Demna Gvasalia. ‘Questo rilancio offrirà ai clienti il più alto livello creativo e qualitativo di abbigliamento’, spiega Gvasalia in una nota che accompagna la sfilata. ‘Come brand, poi, completa la mia visione stratificata che va dallo streetwear alla moda concettuale fino, adesso, a pezzi unici e made-to-measure’. La sfilata, solenne perché accompagnata dal silenzio rotto dal fruscio dei tessuti e dal rumore dei tacchi, ha presentato gli archetipi Balenciaga-Gvasalia realizzati in materiali lussuosi e costruzioni più complesse del solito. Si nota che prosegue il trend iniziato la stagione scorsa con il debutto di Kim Jones da Fendi Couture e abbracciato da Pierpaolo Piccioli da Valentino (che quest’anno ha scelto le Gaggiandre presso l’Arsenale di Venezia dove presenterà la sua Alta Moda il prossimo 15 luglio) che vede la presenza di look maschili, in un mondo prima appannaggio esclusivo di ricche signore: anche Balenciaga e Giambattista Valli hanno esplorato questo territorio.


Fendi Couture autunno-inverno 2021

Ma cosa significa la Couture per l’uomo? Se da sempre è un laboratorio di forme, lavorazioni, materiali da costruire sul corpo femminile, questa deviazione apre un dibattito interessante: si sovrappone o completa la sartoria classica? Il valore di un abito di Haute Couture risiede essenzialmente nel savoir faire delle persone che lo realizzano a mano punto per punto, perlina per perlina, orlo per orlo. La sapienza e la conoscenza dei materiali permette di realizzare soltanto con ago e filo architetture da indossare. Anche l’estetica più semplice cela abilità ed esperienza. Ma chi ben conosce la moda sa che un abito realizzato a mano da un sarto da uomo richiede le stesse competenze di una première, salvo che una giacca doppiopetto appare diversa da un abito impero. 

A parte qualche divertissement stravagante, la couture maschile si concentra essenzialmente sul tailoring. Così, analizzando il risultato, si coglie un messaggio importante che scrive un nuovo capitolo dell’estetica maschile. Se da un lato le passerelle del prêt-à-porter hanno decretato la fine di obsoleti simboli di virilità celebrando la liberazione da vincoli secolari, come l’abito con camicia e cravatta, e la fluidificazione dei generi inserendo classici femminili, in realtà non è così. L’abito esiste ed esisterà sempre, ma avrà senso solo se prezioso e fatto a mano. Non eccentrico, ma rispettoso della tradizione. È un postulato importante che ridona valore all’eleganza a alla manualità. Siete avvertiti le vie di mezzo sono state eliminate: o si sarà casual o si sarà Couture.