In conversazione con Véronique Nichanian, l’éternelle jeune première

In conversazione con Véronique Nichanian, l’éternelle jeune première

di Adriano Fasi

Dal 1988, la direttrice artistica del menswear di Hermès realizza una collezione dopo l’altra con la passione travolgente delle prime volte. Incontro con un talentuoso caso da manuale sul quale il passare del tempo non ha avuto il minimo effetto

La sfilata della collezione p/e 2023 di Hermès, a giugno 2022, doveva svolgersi all’aperto, nel cortile della Manifattura dei Gobelins a Parigi, come per celebrare un gradito ritorno dopo due anni di sfilate e Fashion week trasmesse solo su schermo. Véronique Nichanian aveva ideato alla perfezione una collezione gioiosa, colorata, sportiva, casual. E il regista Cyril Teste aveva immaginato uno scenario che partiva da un lembo di tessuto colorato che, da una finestra al primo piano, rotolava sul pavé, per dar vita al percorso di una presentazione che sembrasse improvvisata all’ultimo minuto. Tutto era stato perfettamente orchestrato, come solo il sellaio parigino sa fare… Tutto, tranne il tempo, sempre più nero e minaccioso all’avvicinarsi dell’ora dell’evento. «Sono ottimista per natura», dirà più tardi la direttrice artistica, la cui sfilata ha scampato la pioggia in extremis. Anzi, questa signora francese possiede l’arte di mantenere la rotta a prescindere dal contesto della stagione, tracciando da 35 anni una linea netta nello scenario sempre più competitivo della moda maschile. «In equitazione», spiega, «si usa l’espressione “in avanti, calmo e dritto”. Il mio approccio è proprio questo. Mantengo una traiettoria. Salto gli ostacoli. So in che direzione sto andando con l’uomo Hermès. Non lavoro in un’ottica di spettacolo. Io realizzo degli abiti. Penso a una proposta moderna e contemporanea che sia una risposta concreta ai bisogni degli uomini. Di nuovo, Hermès non è interessato all’ostentazione. Quello che ci interessa è l’autenticità dell’uomo, del suo abito, di ciò che indossa. È questo che mi ha attirato quando ho conosciuto Jean-Louis Dumas (celebre presidente e direttore artistico di Hermès dal 1978 al 2005, ndr) e che ancora oggi continua a entusiasmarmi».


Menswear Fall-Winter 2023-2024

«Nel mio lavoro sono sempre alla ricerca di un rinnovamento e, anche se il cambiamento mi manda nel panico oltre a stimolarmi, preferisco questa angoscia alla ripetizione».

Sei mesi dopo quell’evento minacciato dalla pioggia, lo scorso gennaio, la sua sfilata in previsione del prossimo inverno ha visto come protagoniste l’eleganza e la modernità. Si nota soprattutto un rinnovamento, dopo decine di collezioni strutturate nel tentativo di far evolvere l’abbigliamento dei messieurs senza spaventarli. Dove trova Véronique Nichanian la forza per rimettersi continuamente in discussione con l’energia di una giovane talentuosa? «Credo che tutto derivi dalla mia curiosità, dalla mia passione: creare è sempre stato nella mia natura. Da bambina mi chiamavano “la piccola energia”. E proprio ieri ho sentito qualcuno dire una frase deliziosa al proprio figlio: “Sai, sono sempre giovane, solo che ora si vede un po’ meno!” L’ho trovata fantastica. La mia energia vitale è sempre presente. Quando visito le fiere tessili, lo faccio con una curiosità vorace. Stessa cosa durante le prove abito prima di una sfilata. Sono alcuni momenti squisiti di un processo di sviluppo delle collezioni che non ha mai smesso di appassionarmi da quando faccio questo mestiere. Sono molto attaccata al presente, al futuro. Non sono per nulla nostalgica. Consulto molto poco gli archivi di Hermès, per quanto ricchi e affascinanti. Ci sono tantissime cose già realizzate che potrei reinterpretare. Ma è molto più interessante inventare il domani, proporre agli uomini tessuti innovativi, combinazioni di materiali, di look o di competenze che aprano nuove vie, nuove piste». 


Fall-Winter 2023-2024

Sempre nella sfilata a/i 2023-2024, alcuni modelli erano ricamati con lacci di pelle, come se si trattasse del rammendo di un buco o di uno strappo. «Abbiamo lavorato su una metafora moderna della riparazione, dell’indumento esausto cui siamo tuttavia affezionati e vogliamo continuare a indossare a ogni costo. Una metafora che si concretizza con fili di pelle che intervengono qua e là su un maglione, una giacca o un pantalone. Adoro queste aggiunte; questo intervento della mano dell’uomo la dice lunga sull’importanza del lavoro degli artigiani nel processo di sviluppo delle mie collezioni».


Hermes Menswear Fall-Winter 2023-2024

Se gli artigiani sono da sempre preziosi alleati del sellaio parigino, nelle loro realizzazioni da uomo si guardano bene dall’ostentare le proprie capacità con effetti patinati o di finto invecchiamento. L’obiettivo di Véronique Nichanian è molto più sottile. La stilista mira a realizzare le proprie creazioni a regola d’arte, imponendosi allo stesso tempo di essere moderna e chiara nelle sue proposte. «Ho avuto dei buoni maestri», mi spiega mentre la interrogo sulla sua particolare sensibilità e, di conseguenza, sul suo percorso professionale dedicato agli uomini, alla moda maschile. «Mio padre mi ha inculcato il rigore, l’ambizione. Poi, Nino Cerruti mi ha insegnato un’arte di vivere, una leggerezza, una maniera molto italiana di fare le cose. Ancora oggi, quando lavoro a nuovi progetti con tessitori italiani, noto che se non riescono a ottenere l’effetto desiderato non esitano a propormi un’altra soluzione che risponda comunque ai miei desiderata. La leggerezza di spirito, la capacità di reagire, di non accanirsi e andare avanti sono scritte nei loro geni, il che mi piace molto e rende le collaborazioni formidabili. Certo, lavoro anche con artigiani francesi eccezionali. Ma gli italiani realizzano le cose in una maniera che rende il lavoro allo stesso tempo gioioso e leggero. E poi non dimentichiamo che hanno fatto molto per la moda maschile: hanno saputo rinnovare a livello di materiali, di tattilità, di forme, di tagli, in un’epoca in cui a Parigi accadeva poco».


Hermes Menswear Fall-Winter 2023-2024

Siamo alla fine degli anni 70 del secolo scorso. L’alta moda viene messa in discussione da nuovi stilisti che iniziano a essere chiamati “creatori”. Véronique Nichanian si diploma all’École de la Chambre Syndicale de la Couture Parisienne, dove ha studiato il prêt-à-porter femminile. Nino Cerruti è alla ricerca di un braccio destro e la nota. «Mi sono detta che mi sarei occupata della moda uomo per qualche anno e poi sarei tornata alla donna. Ma ho da subito adorato lavorare al fianco di Nino, che era un gran professionista, una personalità coinvolgente, un maestro. E poi il settore della moda maschile rispecchiava il mio carattere. Vi ho scoperto un modo di lavorare, un senso della misura e un’attenzione al dettaglio che mi piaceva molto. Rispondeva al mio interesse personale per i materiali, per il processo di costruzione di un abito, per la vestibilità e la comodità, che qui trattiamo con precisione millimetrica». Se la moda maschile era effettivamente fatta su misura per la sua personalità, immaginiamo comunque che la giovane Véronique abbia dovuto lottare un po’ per farsi rispettare e affermare le sue idee: «Sì, mi sono dovuta imporre», ammette. «Ma sono sempre stata appassionata, tenace, esigente. Il mio unico obiettivo era che il lavoro fosse ben fatto. E poi ho avuto la fortuna di lavorare al fianco prima di Nino Cerruti e poi di Jean-Louis Dumas, per i quali non aveva alcuna importanza se a ricoprire l’incarico fosse un uomo o una donna, purché il risultato fosse perfetto».

Nel 1988, il presidente di Hermès le ha affidato l’universo maschile della maison, con la raccomandazione di «gestirlo come se fosse la sua piccola impresa». Trentacinque anni dopo, questa “piccola impresa” è sotto molti aspetti un caso da manuale. D’altronde quale grande gruppo del lusso non ha tentato invano di riprodurre questo universo maschile nel corso degli ultimi dieci anni? Eppure Véronique Nichanian non si sente arrivata. Non è proprio il tipo. Mai. A ogni stagione si rimette sempre profondamente in discussione. 


Foto di archivio: Backstage Hermes fw 2017/2018

«Amo il cambiamento», ripete spesso. «Nel mio lavoro sono sempre alla ricerca di un rinnovamento e, anche se il cambiamento mi manda nel panico oltre a stimolarmi, preferisco questa angoscia alla ripetizione». Dopo il primo lockdown ha dato l’ennesima dimostrazione di sapersi continuamente rimettere in questione, scegliendo Cyril Teste per dirigere il video artistico della p/e 2021, senza dimenticare che lo scopo del progetto era pur sempre quello di presentare dei capi di abbigliamento. «L’impossibilità di sfilare legata al Covid offriva improvvisamente l’occasione di reinventarci. L’imprevisto è sempre creativo», assicura di nuovo Véronique Nichanian, che dedica al suo mestiere una passione sconfinata. E che lavora, sempre e ancora, in ogni stagione, con l’ottimismo delle prime volte.