K-Way porta alla Milano Fashion Week un angolo di Parigi

K-Way porta alla Milano Fashion Week un angolo di Parigi

di Annalisa Testa

Una sfilata non sfilata che diventa la riproduzione della storia in cui gli ospiti sono parte dello spettacolo. Eccoci ai tavolini del Cafè de la Paix di Parigi, dove la storia di K-Way ebbe inizio

Senza dubbio uno show scenografico, quello nel cuore del nuovo BasicVillage di via dell’Aprica a Milano per raccontare la collezione FW23 di K-Way, che ha idealmente portato gli ospiti ai tavolini del Cafè de la Paix di Parigi.  È proprio qui che quasi 60 anni fa a Léon-Claude Duhamel venne l’idea di creare l’antipioggia per eccellenza. L’intuizione nacque osservando i passanti su Place de l’Opéra: lo sguardo di Duhamel si fermò su una mamma con due bambini, al riparo sotto giacchini improvvisati in nylon rosso, e il resto è storia. L’impatto di quell’invenzione, nata captando un bisogno subito plasmato dall’immaginazione, fu tale che K-Way entrò a pieno titolo, come marchio registrato, nei dizionari della lingua francese e italiana

K-Way, da sempre, ha una forte missione. Quella di coniugare il dna funzionale che ha fatto la storia dell’abbigliamento outdoor e uno stile che ha tracciato le linee guida del design ready-to-wear. È così che di nuovo le silhouette giocano con volumi, lunghezze e texture, rivisitando classici come il bomber, il piumino, l’anorak. I blouson sono cortissimi, oppure si gigantizzano fino a diventare cappe trapuntate. Bermuda e pantaloni hanno volumi generosi e urbani. I look sono costruiti a strati, con pragmatismo e spirito ludico: intimo termoregolante, maglie morbide e leggere dai colori brillanti, e poi outerwear dal disegno deciso e affermativo. Giochi di materie creano effetti inattesi che rinnovano i classici, dando ai volumi una qualità tattile: plissettature all over, monogrammi che ritmano con pattern grafici gli esterni o le fodere, pelliccia ecologica, alternanze di lucido e opaco.

I tessuti sono naturali, come i cotoni jacquard, le lane Mohair e Merino e il sistema Storm System di Loro Piana, oppure sono realizzati con processi di produzione sostenibili, come Amiable, nato dal riciclo di scarti di nylon e accoppiato questa stagione a membrane argento. Anche le imbottiture dei piumini sono realizzate con piuma riciclata Molina. La tecnicità è altro aspetto fondamentale, come nel tessuto Reflective Majocchi ad altissima visibilità.