Saint Laurent a Venezia per la sfilata Uomo Primavera-Estate 2022

Saint Laurent a Venezia per la sfilata Uomo Primavera-Estate 2022

di Silvia Perego

La maison torna a sfilare dal vivo e sceglie l’Isola della Certosa per presentare la collezione maschile della prossima estate, incorniciata da una spettacolare installazione dell’artista Doug Aitken

Scende il tramonto sulla laguna e Venezia si prepara per l’attesa sfilata maschile Primavera-Estate 2022 di Saint Laurent, che segna il ritorno del brand ad un evento dal vivo dopo oltre un anno. Per l’occasione, il direttore creativo Anthony Vaccarello ha commissionato all’artista americano Doug Aitken, nel 1999 vincitore del Premio della giuria alla Biennale di Venezia, l’installazione che fa da sfondo allo show e che il brand donerà alla città di Venezia, per celebrare i 1600 anni trascorsi dalla sua fondazione – e al suo pubblico, in concomitanza con la Biennale di Architettura. “L’iconografia di culto di Saint Laurent ha sempre combinato discipline creative tra arte e moda”, ha dichiarato Anthony Vaccarello. “Attraverso queste collaborazioni voglio fondere le visioni artistiche di diversi campi in un’opera unica”.
Così, in un labirinto di specchi che riflettono la vegetazione circostante, l’acqua e il cielo di Venezia, hanno sfilato oltre cinquanta esili silhouette di nero vestite, illuminate da pochi ma precisi tocchi di bianco e colore. Giacche affilate  e camicie da pirata trasparenti, tuxedo in broccato e mantelli in seta decorati da rouches, pantaloni a sigaretta e boots appuntiti con fibbie in metallo sono gli ingredienti di una collezione senza tempo, che mescola il glam rock degli anni ’70 con un nuovo romanticismo gotico e un’atmosfera da film di fantascienza.

L’opera, costruita sull’Isola della Certosa dove si è tenuta la sfilata, si chiama Green Lens e resterà accessibile gratuitamente al pubblico dal 16 al 30 Luglio. Un’installazione dinamica, un luogo da esplorare formato da superfici cristalline che dialogano con la natura, ed è proprio sul futuro del nostro pianeta che questa opera vuole far riflettere. “Green Lens è un’opera d’arte vivente. È allo stesso tempo un’opera d’arte, un’installazione e un palcoscenico”, racconta Doug Aitken. ‘È come un faro, che si può raggiungere per avere un’esperienza molto personale, mentre trasmette anche luce, idee e domande. Un punto focale che permette a tutti noi di condividere le nostre idee e visioni per un futuro post Covid… una celebrazione e un’indagine sul futuro”.

Tutti i materiali utilizzati per la realizzazione della scultura architettonica sono stati affittati o, se prodotti, verranno riutilizzati, riciclati o donati ad associazione artistiche e culturali. Piante e alberi utilizzati per l’installazione verranno ripiantati sull’Isola della Certosa, e saranno parte di un progetto di riforestazione che ricompenserà le emissioni di CO2. La Maison inoltre si impegnerà nella completa ristrutturazione delle rovine del monastero presenti sull’Isola, per renderle nuovamente accessibili e visitabili dal pubblico.