Sul palco del 71esimo Festival di Sanremo, sono molti i grandi nomi della moda che hanno scelto di vestire gli ospiti e i cantanti in gara. Così si riflettere sui temi della contemporaneità e quando i valori corrispondono, il risultato si vede.
Senza soffermarsi troppo sul tripudio di giacche smoking glitterate, per quanto riguarda abiti e performance, questa 71esima edizione del Festival di Sanremo ci ha regalato emozioni. Forse perché lo show più importante della tv italiana è stato anche uno dei pochi a cui abbiamo assistito nell’ultimo anno, in casa, seduti sul divano davanti allo schermo. Ma poco importa, perché a catturare l’attenzione è stata la presenza di numerose maison, soprattutto italiane, da Valentino a Gucci, da Etro a Versace, che hanno sfilato sul palco del Teatro Ariston vestendo i cantanti in gara e gli ospiti di queste cinque serate.
Un legame, quello che si instaura tra brand e personaggi, creato molto spesso dalla figura fondamentale dello stylist che, lavorando dietro alle quinte, dà forma a vere e proprie narrazioni (a volte) indimenticabili che poco hanno a che fare con il semplice atto del vestire. Perché nel 2021, anche al Festival di Sanremo, non basta più una bella voce, una bella canzone. Personalità e creatività si esprimono anche attraverso l’immagine, e la moda è un mezzo di comunicazione potentissimo, con codici complessi che possono essere seguiti, distorti o infranti, offrendo il terreno di gioco perfetto per creare o contestare le identità.
Non è esattamente una novità – David Bowie aveva già anticipato tutto questo e molto altro – ma, mentre all’estero la creatività nel mondo della moda e della musica si basa spesso su collaborazioni in cui stilisti e celebrità interagiscono per concepire un progetto comune, in Italia questo meccanismo è sempre stato poco compreso. Oggi, però, questo Festival di Sanremo è un passo avanti, come testimoniano i look che abbiamo scelto e soprattutto le personalità che li hanno indossati, specchio di una nuova generazione di artisti. Tra tutti i Maneskin, vincitori di questa edizione 2021, che durante tutte le loro performance hanno sfoggiato abiti su misura di Etro, omaggio al glam rock e espressione autentica di quel superamento dei generi di cui tanto si parla.
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Con il brano “Zitti e buoni” i Måneskin vincono il 71° Festival di Sanremo (e sono i primi nati nel XXI secolo a vincere). Durante tutte le serate hanno indossato abiti Etro, lo styling è di Nicolò Cerioni.
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Damiano, cantante dei Måneskin, e Victoria, bassista del gruppo, durante la performance della serata finale. Indossano jumpsuits in tulle nude, con ricami feather shape in filo di seta argento con cristalli Swarovski e baguette, tutto Etro.
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Una performance intensa per i Maneskin che, in duetto con Manuel Agnelli, cantano “Amandoti”. Ispirandosi alle atmosfere decadenti dei poeti maledetti, il gruppo indossa camicie guscio d’uovo con sovrapposti corsetti in satin rosa e pantaloni maschili over in lana neri, tutto Etro.
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Elodie, co-conduttrice nella seconda serata del Festival di Sanremo 2021, incanta tutti con il suo abito custom made Atelier Versace, a confermare la fortunata liaison con la maison nata lo scorso anno sullo stesso palco. Lo styling è di Ramona Tabita.
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Mahmood torna sul palco di Sanremo come ospite e indossa uno chemisier dalle linee geometriche, con gonna plissè, firmato da Riccardo Tisci, direttore creativo di Burberry. Styling Susanna Ausoni.
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La top model Vittoria Ceretti ha co-presentato la terza serata del Festival. Trionfa il made in Italy: tra i look di Valentino e Versace, questo abito firmato Armani Privé è coperto di strass oro e argento. I gioielli sono tutti della collezione High Jewellery di Bulgari. Lo styling è di Sissy Vian.
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La Rappresentante di Lista, gruppo formato da Veronica Lucchesi e Dario Francesco Mangiaracina, in abiti Valentino. “Veronica e Dario rappresentano e cantano di un’umanità libera dai vincoli di genere, fluida e vera, sono autentici e per questo emozionanti”, scrive in un post su Instagram Pierpaolo Piccioli, che ha scelto di collaborare con loro in occasione del Festival di Sanremo.
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Per la serata finale, Veronica ha indossato un abito bianco in taffetà e tulle plissettato della collezione Haute Couture di Valentino. Una presenza scenica memorabile. Styling Susanna Ausoni
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Madame, classe 2002, vince il premio “Miglior testo Sergio Bardotti” per il brano Voce. In ogni serata indossa abiti Dior e crea un cortocircuito potentissimo giocando con i codici maschili e femminili, tra completi sartoriali e abiti da sposa. Styling di Simone Furlan.
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Tra gli ospiti speciali del Festival anche i Negramaro, protagonisti della cover di Icon. Per l’occasione la band collabora con Zalando e sceglie di indossare capi sostenibili: “Abbiamo scelto di studiare insieme a Zalando un modo per essere più consapevoli e creare consapevolezza su temi di importanza assoluta come la sostenibilità, perché se la terra non è mia e non è tua, allora non è di nessuno. E quindi è di tutti”, ha dichiarato Giuliano Sangiorgi. Styling di Rebecca Baglini
Lo show di Achille Lauro in Gucci
“È un viaggio che capirete davvero solo alla fine”. L’ospite speciale di questa edizione di Sanremo, ci aveva avvisati attraverso il suo profilo Instagram e, infatti, dopo le cinque performance in cui ha raccontato l’essenza dei generi musicali più rivoluzionari, dal glam rock al pop, passando per il rock’n’roll e il punk, Achille Lauro è diventato un’icona. Gli è stata data totale libertà creativa e così, sul palco dell’Ariston, ha messo in scena vere e proprie rappresentazioni teatrali (curatissime nell’estetica), tra tragedia e commedia, con omaggi a Renato Zero, Mina, Sid Vicious, e provocazioni, più o meno velate, che fanno riflettere su tematiche sociali e di attualità. Si celebra la libertà di essere e amare, una visione che si sovrappone perfettamente alla narrazione portata avanti dal direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele, che ha creato tutti gli abiti indossati da Lauro durante lo show. Anche il make up teatrale, opera di Maddalena Brando per Simone Belli Agency, è firmato Gucci Beauty ma, a glitter e rossetti, si aggiungono effetti di scena, come le lacrime di sangue e le rose rosse che trafiggono il petto.
A lavorare all’intero concept del progetto, insieme al cantante romano, è lo stylist ma anche art director Nicolò Cerioni, come già era successo lo scorso anno, sempre sullo stesso palco. Tutto è studiato nei minimi particolari e ogni scelta è il risultato di uno studio accurato, tra omaggi, citazioni e riferimenti artistici, religiosi e pop.
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“Sono il Glam rock. Sono un volto ricoperto di trucco. La lacrima che lo rovina”, così Achille Lauro descrive la sua prima apparizione sul palco di Sanremo 2021. E quindi via libera ai glitter, sulle unghie-scultura, sugli occhi, delineati dallo Stylo Contour des Yeux nella tonalità 06 Céleste, e sulle labbra, con il finish metallizzato del rossetto Rouge à Lèvres Gothique nella sfumatura Victoriana Blue 708, tutto Gucci Beauty. Ma durante la performance ecco le lacrime di sangue, ricreate utilizzando le tecniche del cinema, che rovinano (o rivelano?) l’opera.
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Dietro la sua armatura argentata con un collare di piume rosa e un mullet color turchese ci sono i costumi del film Velvet Goldmine (1998) di Todd Haynes dedicato alla storia del glam rock. Quindi David Bowie, Freddy Mercury, i Kiss e Renato Zero. A celebrare prima di tutto la libertà di espressione.
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Nella seconda serata, Achille Lauro celebra il rock’n’roll trasgressivo e mette in discussione il maschilismo. Indossa un completo sartoriale tre pezzi firmato Gucci e rende omaggio a Mina con una lunga traccia di capelli rosso tiziano.
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Un make up iconico che rende omaggio a Mina: grafico ma languido, sfumato in smokey fumosi con maxi ciglia e underliner. Sugli occhi, Stylo Contour des Yeux nelle tonalità 01 Noir e 03 Chocolate delinea la rima interna mentre Rouge à Lèvres Satin nella tonalità 700 Crystal Black è sfumato come un ombretto. Tutto Gucci Beauty.
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Il quadro per la terza serata è dedicato al Pop e condanna il pregiudizio. Senza fermarsi ad una lettura superficiale, si indagano altri livelli di profondità grazie al monologo dell’attrice Monica Guerritore e all’omaggio alla Penelope di Ulisse, che da il nome alla canzone che Achille Lauro canta con Emma Marrone. Lui si tramuta in statua tra le rovine classiche, mentre il palco del Teatro Ariston diventa un giardino di ulivi dorati.
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In abito da sposa e con trucco disfatto, Achille Lauro scende la scalinata insieme al suo chitarrista Boss Doms, sulle note dell’Inno di Mameli. La performance di “Rolls Royce” è assolutamente punk, mescola “La libertà che guida il popolo” di Delacroix con il Sid Vicious di “May Way”, le piume bianche con le corone di chiodi, in un’unica estetica del rifiuto.
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Per l’ultima serata di questo Festival di Sanremo, l’artista ci fa riflettere sulle parole, mentre in sottofondo riecheggiano gli insulti che lui stesso ha ricevuto in questi anni. Le parole feriscono, come le rose che gli trafiggono il petto sotto il doppiopetto in velluto color magenta di ispirazione anni ’70 di Gucci.
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