Lungo le strade della capitale spagnola, provinciale e viva, sfrontata e ribelle. Alla ricerca di spunti di stile per la primavera/estate

«Il potere politico la soffoca, gettandola un 
po’ nel degrado. Però resta una città che mantiene l’anarchia della sua notte, l’apertura verso il mondo e una straordinaria libertà. Barcellona sarà più moderna, avrà il design
 e il cosmopolitismo come bandiera, ma l’eccesso di turismo rischia di spappolarla. Madrid, all’opposto, continua a catturare chi non coltiva pretese ma ha gran voglia di fare cose. È rimasta un paesone abitato da gente aperta e trasparente», dice David Trueba*. 
«L’ho raccontata in molti film, partendo dai quartieri a me cari, quelli della mia gioventù: Estrecho, su tutti. Brutto e povero, però speciale e accogliente. Vero. Il volto più gradevole, perfetto per un visitatore che ha voglia di godersi una passeggiata, è invece Ópera. Qui si trova La buena vida, la mia libreria preferita. Un po’ fuori dal centro c’è il Matadero, un grande spazio creativo con teatri e cinema. Un riscatto meraviglioso per il mondo della cultura locale. Le zone di Alonso Martínez e Malasaña restano un’opzione interessante per uscire a mangiare e tirar tardi, mentre la scelta giusta per trascorrere un’intera giornata all’aperto è la Casa de campo: un parco gigantesco che sembra non appartenere alla città. E che regala la sensazione di essere altrove, di essere finiti da un’altra parte».

*David Trueba, regista, sceneggiatore
e scrittore, è nato a Madrid 45 anni fa.
Il suo ultimo film, La vita è facile a occhi chiusi, ha vinto sei premi Goya. In Italia arriverà
nelle sale a ottobre distribuito da Exit med!a.


Testo raccolto da Marco Morello

Foto: Gorka Postigo

Styling: Ilario Vilnius

Fashion Contributor: Marco Dellasette
Models: James Greig, Adrian Villa, Adrian Bernal, Pedro Sanchez e Vladimir Averyaniv, tutti @Uno Models