Gli atleti che si sfidano a Barcellona e le loro storie

Dopo le eroiche gare di fondo (dove il 20 luglio ha trionfato nei 5 chilometri in acque aperte il tunisino Oussama Mellouli), quelle dei tuffi, il nuoto sincronizzato e la pallanuoto, ai Mondiali di Nuoto di Barcellona 2013 domenica 28 prenderanno il via le vasche “veloci”, gare per molti aspetti più adrenaliniche e avvincenti delle precedenti. Ormai assente il campione di tutti i tempi Michael Phelps, ci troviamo di fronte a una sorta di ‘anno zero’ dove si potrebbe assistere non solo alla qualificazione sul podio dei soliti noti (Ryan Lochte, per esempio, o James Magnussen, con la misteriosa incongnita dell’azzurro Filippo Magnini), ma anche alla scoperta di qualche astro nascente finora nascosto. E all’attesissima esibizione del colombiano Orlando Duque, specialista nei tuffi dalle grandi altezze, la nuova specialità introdotta in questi Mondiali 2013. Ma chi sono i protagonisti di Barcellona 2013? Uomini, atleti, con le loro fatiche, i loro record da conquistare e le loro debolezze da farsi perdonare.

Oussama Mellouli – Con l’oro nei cinque chilometri in acque aperte, è il primo nuotatore al mondo ad aver vinto gare in vasca corta e di fondo sia alle Olimpiadi (a Pechino 2008 oro nei 1500 metri stile libero e a Londra 2012 oro nella 10 chilometri di fondo e bronzo nei 1500 metri stile libero) sia ai Mondiali (a Roma 2009 argento nei 400 e 800 metri stile libero, oro nei 1500 sempre stile libero, nel 2012 oro nei 1500 stile libero, argento nei 400 misti, bronzo nei 200 e 400 stile libero). Trovato positivo all’anfetamina nel 2006, fu condannato a 18 mesi di sospensione, condanna retroattiva (procedura del tutto inconsueta). Nato a Tunisi e laureatosi in ingegneria informatica all’University of Southern California, vive da anni a Los Angeles dove frequenta un master in management sportivo.

Ryan Lochte – Basterebbero le sue 11 medaglie olimpioniche (5 ori, 3 argenti e 3 bronzi) per attestarne la grandezza come nuotatore ma è impossibile non ricordare quella data: il 26 luglio 2011 quando Lochte battè Phelps nell’indimenticabile finale dei 200 metri stile libero durante i Mondiali di nuoto di Shangai, ripetendo l’impresa due giorni dopo con l’oro nei 200 misti, sempre davanti al compagno di squadra. Figlio di madre cubana e padre di origini tedesche, fu spinto al nuoto dai genitori. All’inizio, però, pare trascorresse più tempo sotto la doccia che in vasca, cogliendo ogni occasione per disturbare i compagni. Fino ad una scottante sconfitta alle Olimpiadi Juniores all’età di 14 anni. Troppo pesante la sconfitta. Troppo grande l’orgoglio. Da allora, semplicemente, ha deciso di diventare Ryan Lochte.

James Magnussen – Secondo nel raking mondiale, ha i riflettori puntati su di sé come favorito nei 50 stile libero, assieme all’americano Nathan Adrian, con il quale la tenzone è aperta da quando Adrian gli soffiò l’oro nei 100 stile libero a Londra 2012. Fino ad allora, infatti, è stato il detentore, primo fra tutti i nuotatori australiani, del titolo. Ritenuto un grande motivatore dai compagni di squadra, è apparso sulle copertine di diverse riviste maschili di stile. La sua filosofia: impegnarsi al 100 per cento in ogni cosa che fa.

Florent Manaudou – Come la sorella, la nuotatrice Laure Manaudou, ha vinto l’oro a Londra 2012 nei 50 metri stile libero (sono i primi due fratelli vincitori di una medaglia olimpica nel nuoto). Nonostante si sia classificato per Londra 2012 solo con il decimo tempo, ha sorpreso tutti conquistando il podio e sbaragliando i favoriti César Cielo e Cullen Jones. Il suo primo coach fu il fratello maggiore Nicholas e, dopo le olimpiadi dello scorso anno, ha ricevuto la Legione d’onore.

Vladimir Morozov – Cresciuto sportivamente negli Stati Uniti (si allena a Los Angeles), Morozov ha alla fine scelto di gareggiare per la Russia. A Londra 2012 ha corso nella staffetta 4×100 stile libero aggiudicando alla sua squadra la medaglia di bronzo, grazie ad una performance di grande potenza muscolare con la quale, nella sua tappa, ha superato il pluridecorato Ryan Lochte. Grazie ai risultati ottenuti nei Campionati mondiali in vasca corta (oro nei 50 e 100 metri stile libero a Istanbul) è tra i favoriti per la stessa gara anche a Barcellona.

Fabio Scozzoli – Per non dimenticare l’onta (e la delusione) delle Olimpiadi di Londra, si è fatto tatuare l’ora precisa della sconfitta: 8,12. Ma giura di essersi allenato duro per i Mondiali spagnoli, soprattutto sulla resistenza. Tra i suoi successi, la medaglia d’oro nei 100 metri rana maschili ai campionati mondiali di nuoto in vasca corta a Istanbul. Nella sua carriera, Scozzoli ha stabilito nove primati italiani, di cui uno europeo, nelle specialità dei 50 e dei 100 metri rana.

Nathan Adrian – Classe 1988, come il suo rivale diretto, quel Magnussen al quale soffiò l’oro nei 100 metri stile libero per un solo centesimo di secondo alle Olimpiadi di Londra. A Barcellona si rinnova la sfida, anche se i risultati recenti testimoniano l’attuale forma migliore dell’australiano, che in questa stagione ha registrato per ben 5 volte la migliore prestazione mondiale. Diversa pare invece la situazione sui 50 metri.

Dàniel Gyurta – Studia economia a Budapest e ha un cuore d’oro: ha donato una copia della sua medagli d’oro olimpica vinta nei 200 metri rana alla famiglia di Alexander Dale Oen, nuotatore norvegese morto per complicazioni cardiache durante gli allenamenti in Arizona. A Barcellona Gyurta gareggia nei 50, 100 e 200 metri rana.

Filippo Magnini – Atleta sorpendente e discontinuo (le scarse performance ottenute alle Olipiadi di Londra, che hanno riguardato tutto il team italiano, per la verità, hanno deluso molti dei suoi fan), è stato definito come il miglior “stileliberista” italiano di sempre nelle gare brevi. Nel suo palmarés: campione mondiale dei 100 stile libero nel 2005 e 2007; due ori mondiali in vasca corta, 15 ori europei, tutti nelle stesse discipline. Su di lui, quindi, sono puntati i riflettori (e le aspettative) del pubblico italiano per questi Mondiali barcellonesi.

Orlando Duque – Colombiano, classe 1974, questo performer semisconosciuto al circuito atletico, non sembra avere nessuna inibizione e si getta in acqua da altezze inaudite: per ora il suo record sono 34 metri da un ponte proprio qui in Italia. A Barcellona si getterà gareggiando con altri impavidi da una piattaforma di 27 metri. Per le donne, sono previsti “solo” 20 metri.

Testo: Laura Barsottini

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