Off-White e Virgil Abloh, una capsule dedicata a Leonardo Da Vinci

Off-White e Virgil Abloh, una capsule dedicata a Leonardo Da Vinci

di Annalisa Testa

Off-White e il Louvre, insieme per una capsule dedicata alla mostra su Leonardo da Vinci a 500 anni dalla sua morte.

Il titolo in francese, “Léonard de Vinci”, può sembrare bizzarro a un orecchio italiano.Ma per
i curatori della mostra in esposizione la Musée du Louvre (fino al 24 febbraio) dedicata ai 500 anni della morte di Leonardo da Vinci, Vincent Delieuvin, e Louis Frank, definisce un personaggio che già in vita era considerato patrimonio europeo. Il percorso si snoda in quattro capitoli: Ombra, luce, rilievo, Libertà, Scienza e Vita.

A celebrare il genio toscano, lato fashion system, è anche Virgil Abloh con il suo Off-White che proprio con il Louvre ha collaborato per il lancio di una capsule collection su cui il designer mescola i dipinti e gli schizzi di Leonardo con il logo e le frecce a diamante che caratterizzano l’immagine di Off-White. 

«Leonardo da Vinci simboleggia per me il Rinascimento», dichiara Abloh. «Sono stato affascinato dal suo lavoro fin da quando ero all’ultimo anno dell’Università del Wisconsin e frequentavo un corso di arte. Non mi interessavano solo le sue opere, ma anche l’influenza che ha avuto in molte discipline oltre all’arte: la scienza, l’ingegneria, l’architettura».

In collezione felpe e T shirt su cui il fondatore del marchio di moda Off- White, e direttore artistico della moda maschile di Louis Vuitton, ha stampato alcune opere di Leonardo, la Vergine delle rocce e Sant’Anna con la Vergine e il Bambino, mescolandole con i codici del suo marchio. «Ho voluto unire due mondi apparentemente diversi, la moda e l’arte. È importante per me dimostrare che qualsiasi luogo, per quanto esclusivo possa sembrare, è accessibile a tutti. E che ci si possa esprimere attraverso mondi differenti: la creatività, infatti, non deve essere legata a una sola disciplina. E Leonardo da Vinci credo sia stato il primo artista a capirlo, ora ci provo anche io», conclude Abloh.