La via selvatica: gli incontri nelle Langhe di casa Ceretto
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La via selvatica: gli incontri nelle Langhe di casa Ceretto

di Carolina Saporiti

A partire dal 12 settembre, Ceretto lancia una serie di incontri con vari personaggi dell’arte, della scienza e della letteratura in vari luoghi (magici) delle Langhe. Il tema? Raccontare il proprio lato selvaggio.

“Sei stato selvaggio, un tempo. Non lasciarti addomesticare”.

L’indole selvaggia, che poi sarebbe meglio chiamare selvatica, è condizione naturale dell’uomo. Purtroppo negli ultimi decenni ci siamo dimenticati di coltivarla, per via dell’educazione e delle imposizioni della nostra società e anche per colpa di “una sovraesposizione alle informazioni che con tutto il loro rumore coprono questo nostro lato più intimo, più sincero e più nascosto” dice Matteo Caccia, curatore dell’ultimo illuminato progetto di casa Ceretto, La via selvatica, che prenderà il via il prossimo 12 settembre.

Per un anno, una volta al mese, sarà organizzato un incontro con un personaggio che parlerà del suo lato selvatico: uno chef, un semiotico, una lupologa, una scrittrice. Ognuno di essi racconterà cosa li spinge a fare quello che fanno e cos’è la selvaticità dal loro punto di vista.

E così forse scopriremo che questo lato è presente in tutti noi. “Sei stato selvaggio, un tempo. Non lasciarti addomesticare” le parole di Isadora Duncan, ballerina vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento, la cui vita fu in effetti piuttosto selvatica, sono chiarissime. La nostra condizione “selvaggia”, non va dimenticata né rifiutata. Anzi, va coltivata e lasciata libera di esprimersi.

“L’idea di questo percorso ha preso forma durante il lockdown quando tutti, soprattutto chi vive in città o in appartamento, ha sentito il bisogno di avvicinarsi di più a questa condizione interiore. Selvatico non vuol dire solo campagna o natura. Il selvatico per alcuni è silenzio, per altri è solitudine, per altri ancora invece è rumore o condivisione… è alla fine dei conti una connessione con la parte più onesta di noi” spiega Matteo Caccia. In generale questo ultimo periodo ha messo in luce il bisogno a riscoprire questo nostro lato ancestrale, che ci spinge verso le cose più oneste e veraci.

La via selvatica consiste in 12 appuntamenti (uno al mese) che affrontano il tema del selvatico in ogni territorio possibile: sport, musica, letteratura, natura, fisica. Il calendario prevede una conversazione al mese nei luoghi magici e intatti delle Langhe, in Piemonte, all’interno dei luoghi Ceretto – dalle vigne, al ristorante Piazza Duomo, alla Cappella del Barolo, alla Casa d’artista, passando per le cantine della Tenuta Monsordo Bernardina e Bricco Rocche. I primi interventi saranno trasmessi e resi fruibili al pubblico online (dal 12 settembre, ogni 12 del mese sul sito www.ceretto.com), e a partire dal 2021 il pubblico potrà finalmente partecipare attivamente agli incontri.

Questo il calendario:

Funambolo – Tenere a bada la paura
Andrea Loreni – funambolo da grandi altezze

Paesaggista – La natura si riprende gli spazi
Paolo Pejrone

Sportivo – Allenare la mente
Mauro Berruto

Chef – Prime Materie prime
Ana Roš

Esploratore – Il lato nascosto e selvaggio di ognuno
Emilio Previtali

Navigatore – burrasche e calme
Ambrogio Beccaria

Meteorologo – La furia e la dolcezza del clima
Luca Mercalli

Zoologa – Il ritorno dei Lupi
Mia Canestrini (lupologa)

Scrittrice – La scrittura selvaggia, da Pavese a …….
Nadia Terranova

Storico – il territorio e la sua storia
Franco Cardini

Musicista – la musica non addomesticata
Tommy Kuti

Semiologo- Selvatico e Salvatico
Stefano Bartezzaghi