Città in forma di poesia: Berlino
Foto: Federica Miglio

Città in forma di poesia: Berlino

di Alessandro Turci

Quando non si può viaggiare, ecco che letteratura, cinema e poesia accorrono in aiuto. Inauguriamo dunque un ciclo di composizioni in versi ispirati da alcune città del mondo. Per girovagare con la mente.

Ognuno difende la sua Berlino.
Chi col silenzio di trent’anni passati qui
altri parlando per ore della gita di un giorno
o dell’idea di Eterno Ritorno
che volevamo tradurre
in un baretto per esiliati
fra strade di un vento spazzino e casinista
e fuori i soliti divieti stradali
di cui son ghiotti
i tedeschi beamter.

Non sapremo mai
andarcene da qui anche partendo.
Nelle cene universali
l’accento litoral blended al francese
immigrazione colta e figli
che chiedono un bicchier d’acqua
in tre idiomi e sussurrano al cane
in quello dei nonni mai conosciuti
se non in cornice d’argento
venuta dal Rio della Plata
via Danzica “città libera”.

E voi basta col Muro
la gentrification, il design,
il giro nostalgico e le archistar:
conversazione five o’ clock
impudica e stantia da turisti
del nulla. Culla la metro
dove cadono teste dal sonno
operai tornano o vanno al turno
Con la faccia lenta dell’ora di pausa.

AT