Autunno su quest’isola delle Eolie, dove il mare è indaco e il sole è ancora caldo. Qui non ci sono strade, solo mulattiere e asinelli

Ad Alicudi adesso è sbocciata la vera estate. Le granite freschissime al Bar L’Airone, sul moletto che guarda la spiaggia di Perciato punteggiata da massi rossi vulcanici, scandiscono le mattinate insieme al gelato dentro la brioche. Il caldo torrido di questi mesi ha lasciato il palcoscenico a un clima ameno, ideale per scalare i gradini delle mulattiere di questo eden, il secondo più piccolo dopo Panarea nell’arcipelago delle Eolie, l’unico in cui non ci sono strade ma appunto queste scalette percorse ogni giorno su e giù dai muli.

Così bisogna sudare per raggiungere le chiese del Carmine e di S. Bartolo: ne vale la pena perchè da lì si vedono Stromboli che si agita tutto, la striscia compatta e lunga della costa messinese, l’Etna dal bianco pennacchio. Quando la luna piena tratteggia una strada di luce soffusa nel mare argenteo, si accedono le lampare dei pescatori e i lumi nelle case degli alicudari, che cucinano il proprio pesce offrendolo ai viaggiatori giunti sino a qui.

Il mare è indaco, specialmente a Pizzo Fucile, appena sotto Casa Mulino dove si può dormire tra le antiche macine, l’acqua sfoggia uno sfondo oro e la sua pellicola esterna diventa uno specchio del cielo. I fichi d’India punzecchiano il litorale sino a Bazzina dove le cade precipitano giù in verticale. Caratterizzate da colonnati dette pulere e da sedute chiamate bisuoli, le abitazioni sono terrazze in calce esposte ai venti, cinte da capperi, bellissime, specialmente a Sgurbio,  Tonna, Bazzina. Montagnole, la cima più alta, è l’apice di ogni camminata verso l’alto, il belvedere più ambito, che anche Nanni Moretti, ad Alicudi per girare Caro Diario, volle riprendere.