Happiness Day, dove si può vivere felici nel mondo
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Happiness Day, dove si può vivere felici nel mondo

di Antonella Tereo

Nella Giornata della Felicità 2021, ecco la mappa dei luoghi che ridanno il sorriso (dopo un anno decisamente triste)

Quali sono le nazioni dove la felicità è una semplice conseguenza di un sistema e non un miraggio quotidiano?

La Giornata della Felicità istituita nel 2012 dall’Assemblea Generale dell’ONU dà lo spunto per un‘analisi del benessere delle popolazioni di 156 Paesi del mondo.

Da questo, ne nasce puntuale la lista ufficiale dei Paesi più felici del mondo 2021 elaborata nel Centro per lo Sviluppo sostenibile della Columbia University con il Gallup World Poll e diffusi nell’annuale World Happiness Report 2021.

Ma cosa determina la felicità di una nazione? Sembrano tanti ma in fondo, secondo lo studio, una dozzina sono i parametri che fanno la differenza.

Non solo il tasso di occupazione o le aspettative di vita che offre, ma anche la sostenibilità del suo sistema interno o il livello d’istruzione che riesce a soddisfare il maggior numero di studenti, l’uso delle risorse interne e molti altri criteri ancora, senza dimenticare conseguentemente la capacità di risposta ed organizzazione a pandemie mondiali che ne conseguono.

E dunque, mentre l’Italia si ferma al 25° posto (guadagnandone tre dallo scorso anno) il podio di quest’anno potrebbe essere utile per orientare eventuali progetti futuri.

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Una vista innevata in Finlandia

Finlandia

Resta ben salda non solo sul podio ma in testa alla classifica la destinazione che meglio interpreta i cambiamenti climatici, l’attenzione all’ambiente, il recupero delle risorse ed il quieto vivere sociale, anche in epoca Covid-19.

L’asticella del generale benessere dei suoi abitanti sceglie la fredda nazione rispetto agli altri Paesi del mondo (scostandosi ma di poco, causa effetto panedmico, dai risultati dello scorso anno).

La Finlandia, del resto, può contare su molte risorse proprie nella stessa quotidianità (…un esempio? E’ il principale utente di energie rinnovabili al mondo, semplicemente).

Fra gli indici più rilevanti che giocano a suo favore poi, nei report mondiali, quello del reddito pro capite. E qui il Paese gioca altre carte vincenti.

E’ bene ricordare infatti che i finlandesi godono di tenori di vita fra i più alti e, se al benessere si aggiunge una tutela ambientale fra le più spiccate in Europa, ne consegue una qualità della vita decisamente alta, fatta di mezzi e servizi, fra scenari pressoché incontaminati.

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Scorcio panoramico di uno dei centottantottomila laghi finlandesi

 

Islanda

Di certo, un’isola felice in questo momento, in tutti i sensi.
Insieme a pochissime altri sperdute terre senza contagi e lontano da ogni emergenza pandemica, riserva con il suo secondo posto il risultato la perfetta sintesi dello spettacolo della natura e della sicurezza in senso ampio.

Non basta certo un panorama vergine (o quasi) a decretarne a detta di molti lo scenario migliore per trascorrerci una vita, ma senza dubbio altri fattori incidono nella possibile scelta. Qualche indizio? Fattorie capaci di garantire l’autosostentamento dei proprietari, non c’è e-commerce sfrenato né lo smog registrato ad altre latitudini, ma più rispetto per l’uomo e la natura che lo circonda.

Da sempre vicina al podio nelle ultime classifiche, ha dimostrato quest’anno di riuscire a far fronte alle numerose difficoltà pandemiche nonché ambientali, con interventi mirati e risolutivi preservando la propria biodiversità naturale.

Complice la posizione geografica ed il fatto che ci siano solo 3 abitanti per chilometro quadrato, la vita è senza dubbio quanto meno rilassante sull’isola. E che dire di quotidiani panorami mozzafiato e aurore boreali come cornice?

Barry Marsh
Islanda, fra i paradisi più incontaminati

Danimarca

Da sempre fra le prime della classe, la Danimarca continua ad essere fra i Paesi più invidiati e felici della Terra per lo studio americano e si aggiudica il terzo gradino sul podio del World Happiness Report 2021.

Con la sua filosofia di vita sostenibile (e non certo data solo dall’uso massivo delle biciclette che tiene testa a quello olandese) ed un benessere sociale che nel tempo si è mantenuto stabilmente alto per i suoi abitanti, ha messo soprattutto a sistema un perfetto equilibrio fra vita privata e lavoro.

Insomma, un bel passo avanti proprio nell’era dello smart working (e dei servizi annessi che occorrono per sostenerlo). E tale virtuoso equilibrio che resta saldo anche nella ripartizione dei ruoli nel mondo del lavoro fra i due sessi. 

Le politiche sul lavoro mantengono così una stabilità sociale ed una distribuzione del benessere maggiore, pur senza elargire stipendi altissimi ai lavoratori danesi (secondo la media OCSE).

Jakob Vingtof, Visitdenmark.it
La panoramica costa di Vejle Fjord, vicino a Billund