Scogliere bianche, ristoranti sul mare, trekking in cresta, il biking in miniera ne fanno una destinazione alla moda

L’Elba, l’isola dalla forma di pesce, ha tanti venti, tante spiagge e tante facce. C’è quella sportiva del biking sull’anello iridato di Capoliveri sin dentro il parco minerario di Punta Calamita dove tra i moloch industriali, autentiche sculture di ferro e ruggine a cielo aperto si svolge il cartellone musicale Magnetic Festival.

C’è quella dei bagni a mare che si divide tra le cale incorniciate dalle bianche scogliere di caolino a pois neri tra Sansone e Capo Bianco, e le spiagge intime tra Straccoligno e Capo Calvo, dove si arriva a piedi o con la barca che prima attracca sempre al sofisticato Ristorante Calanova. Si può scegliere anche di tuffarsi alle Piscine cavate dai romani sul litorale a sud, a Fetovaia che pare una cartolina d’altri tempi, alla Madonna delle Grazie o all’Innamorata come faceva Jacques Mayol.

Chi ama la storia, e in particolare Napoleone, può inseguirne il fantasma e i fasti tra Villa dei Mulini e Villa San Martino, alla Sua Seggiola di roccia panoramica affacciata su Punta Nera, distraendosi magari con la vista del faro e la grandeur decaduta della Galleria Demidoff. Ed esaltarsi al Forte Falcone che domina Porto Ferraio, e a maggior ragione alla Fortezza del  Volterraio, inespugnabile e inespugnata, che guarda tutta l’isola dall’alto.  

Ci sono itinerari di trekking sino alla Cima del Monte Capanne, Monte Lentisco tra eremi, borghi, mirto e ginestre, con panorami sulla Corsica e Giannutri.

C’è  anche un’Elba molto chic, che al tramonto beve i cocktail e balla al Convio della spiaggetta di Cavoli, e poi va a cena a Marina di Campo, al Ristorante Paglicce Beach per assaggiare le creazioni dello chef catalano, cresciuto con Ferran Adrià, Jordi Franquesa Guiteras. Un altro indirizzo da non mancare è Topinetti per il chiringuito da Anna o l’aperitivo a base di pesce da El Curandero a Porto Azzurro, paese che ha scalato la graduatoria e adesso la notte è il faro dello struscio.

Anche se Capoliveri con il suo cinema, le piazze piene di locali e ragazzi, le strade strette come carruggi, resta la calamita di quest’isola che tanto sarebbe piaciuta al Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry.