Famosa per la sua forma, i mari e le foreste pluviali, ma anche per i suoi riti funebri, è la meta giusta nei mesi di luglio e agosto

Situato tra Borneo e Molucche, a sud delle Filippine, il Sulawesi fa parte della Repubblica indonesiana e, con i suoi 174.000 m2, è l’undicesima isola al mondo per estensione. Luogo da sempre misterioso, è caratterizzato da una forma molto particolare, composta da quattro lunghe penisole mal collegate tra di loro per via delle montagne. È un’orografia nata dallo scontro di due zolle terrestri che ha dato luogo anche ad una migrazione di animali da Asia e Oceania che oggi non ha pari e fu studiata dal naturalista britannico Alfred Russel Wallace.

L’origine vulcanica dell’isola fa sì che la vegetazione sia ricca e lussureggiante, e ciò anche grazie alle piogge abbondati e al sole tropicale. Con le sue barriere coralline e la fauna acquatica è il luogo ideale per le immersioni e lo snorkeling. I centri abitanti principali sono due: Manado a nord e Makassar a sud, dove si concentra la popolazione e l’attività agricola.

Negli ultimi anni l’isola è divenuta famosa anche per gli elaborati riti funebri delle sue popolazioni, che durano anche diversi giorni e hanno dato luogo ad un vero e proprio ‘turismo funerario’. In particolare, il gruppo etnico dei Toraja, nel Sulawesi meridionale, ha sviluppato dei riti animisti che includono sfilate di mummie, sacrifici di bufali e maiali, balli, canti e sepolture in bare di legno intagliate e appese ai fianchi rocciosi delle montagne.