In Toscana, alla scoperta di Villa Il Palagio di Sting e Trudie Styler
Foto: Slim Aarons/Getty Images

In Toscana, alla scoperta di Villa Il Palagio di Sting e Trudie Styler

di Alessandra Mattanza

Un luogo paradisiaco immerso tra le colline del Chianti, dove Sting e sua moglie Trudie Styler producono vini e prodotti biologici. Oggi vi raccontiamo la storia di questa villa.

“La Toscana è bella d’autunno. Puoi camminare lungo sentieri che hanno il profumo dei funghi e delle ginestre, ascoltare le voci del vento che chiama dai poggi orlati di cipressi e di abeti, ed è tempo di vendemmia, l’uva si gonfia violetta tra i pampini fitti, i fichi pendono dolci dai rami che fremono di fringuelli e di allodole, nei boschi le foglie si accendono di giallo e di arancio ne bruciando il monotono verde d’estate”, scriveva la giornalista e scrittrice Oriana Fallaci.

Villa Il Palagio è un paradiso perso tra vigneti, dolci ondulazioni di paesaggi, una mistica suggestione. Giace in Figline Valdarno, a sud di Rignano sull’Arno, nel Chianti, in provincia di Firenze, e sorprende lo sguardo, come un arabesco di colore tra alberi e boschi, perso tra i profumi della campagna Toscana e un magnifico lago.

La sua storia si perde nella notte dei tempi e nel susseguirsi di vicende suggestive. La residenza originaria risale al 1530. Nel diciottesimo secolo fu acquistata dall’abbiente famiglia Martelli. Fu venduta poi, nel 1819, alla contessa Carlotta Barbolani di Montauto, vedova del duca di San Clemente, e rimase proprietà di questa famiglia per centocinquanta anni. Nel ventesimo secolo si costruì un granaio, un frantoio e si cominciò a produrre vino, mentre una cappella fu eretta nel 1958.

Il musicista e cantante Sting e sua moglie Trudie Styler acquistarono questa proprietà nel 1999. «Me ne innamorai immediatamente, anche consapevole di avere questa sensazione che volevo abitare in Italia, un paese bellissimo e meraviglioso per me, che mi ha sempre dato tanta gioia, per il calore della sua gente, la buona gastronomia, l’eccellente vino. Dopo una bellissima estate qui, mi resi conto che lo stile di vita italiano mi piaceva molto e non ci volevo rinunciare. Mi piace ci sia molto equilibrio tra lavoro e vita privata», racconta Trudie, che abbiamo incontrato al Toronto Film Festival in occasione della premiere del suo film Human Capital, con Liev Schreiber, Peter Sarsgaard e Maya Hawke.

Trudie ha creato con Sting l’organizzazione Rainforest Foundation Fund, che ha lo scopo di proteggere la foresta pluviale e le comunità che la popolano. Nel 2011, con Celine Rattray, ha fondato invece Maven Pictures, una compagnia di produzione cinematografica, che ha prodotto tra i vari film Filth, con James McAvoy, Black Nativity, con Forest Whitaker, Ten Thousand Saints con Ethan Hawke, American Honey con Shia LaBeouf. E, si dedica anche molto a supportare le registe e sceneggiatrici donne, come le storie al femminile.
Lei e Sting dividono ancora il loro tempo tra Inghilterra e Toscana, ma Trudie ammette che col passare del tempo sta meditando sempre più l’idea di stare per lo più in Italia…

Vini d’autore

Si racconta che, per convincere Trudie e Sting ad acquistare Il Palagio, il proprietario di allora, il duca Simone Vincenzo Velluti Zati di San Clemente fece provare loro un ottimo vino rosso, che loro immaginarono prodotto da quella terra. Si trattava invece di un Bordeaux. Ma Trudie conferma che non si sono mai pentiti di questo acquisto italiano. Con i loro sei figli, lei e Sting sono la terza famiglia ad averla posseduta in cinquecento anni.

Trudie si prefissò, ispirata da quel mitico giorno, di produrre vini eccellenti. Fin dalla metà del 1500, Il Palagio aveva raccolto, fermentato e imbottigliato i propri vini. Ma lei si rese presto conto che la qualità non era la migliore, e soprattutto voleva basarla sui metodi di un’agricoltura biologica. Si fece aiutare dal 2001 da un viticoltore che viveva in California, Alan York. Reimpiantarono undici ettari di vigneti, puntando su un sistema di produzione biologico senza pesticidi, seguendo le fasi della luna. Adesso tutta la supervisione spetta a Paolo Rossi, che è nato e cresciuto, e ha lavorato tutta la vita, a Il Palagio.

Ne sono derivati diversi vini rossi, che hanno chiamato come le canzoni di Sting: Message in a Bottle, Casino delle Vie, Sister Moon e When We Dance.

Ma qui si produce anche olio: le olive vengono raccolte a mano e poi spremute a freddo con olive Leccino, Frantoio e Moraiolo. L’olio extravergine che ne deriva, come il miele, prodotto da un apiario attivo e una colonia di api autoctone, è pure organic.

«Volevamo che questo luogo rispettasse la nostra filosofia sostenibile, con cui abbiamo cresciuto i nostri figli», afferma Trudie. Sta anche lavorando a un rebrand delle etichette, ispirato al Rinascimento. Uno dei vini più recenti si chiama Beppe. E’ rosa pallido, un rosé dal profumo di pesca, ricavato da uve Sangiovese. Prende il nome da un lavoratore dei vigneti che è andato in pensione dopo 59 anni di lavoro.

«Per noi è stato anche importante mantenere prezzi abbordabili, accessibili a tutti. Per ora abbiamo una piccola produzione, ma chi lo sa in futuro», continua Trudie. Tutti i prodotti si possono acquistare online o nel negozio della fattoria.

Un consiglio di Trudie se si viene a Il Palagio? Provare il loro miele sul gusto salato di un freschissimo pecorino…

E si dice che gli inverni qui siano stupendi: con il cielo blu, il vento che soffia nelle orecchie, una coperta per scaldarsi alla luce del crepuscolo… stringendo un bicchiere di buon vino.

Dormire da star… 

Si può soggiornare a Il Palagio per eventi o per vacanza. La gastronomia è preparata da uno chef con prodotti locali.

La Villa è il cuore de Il Palagio, con vista meravigliosa sulle colline toscane, con il cielo che si accende di fuoco al tramonto. E’ dove Sting e Trudie hanno vissuto con la loro famiglia. E’ circondata da una piscina, un campo da tennis, un lago, una scuderia di cavalli e una fattoria con diversi animali. Ci sono perfino una famosa fontana che è appartenuta a Sophia Loren e una gigantesca scacchiera, oltre che a svariate sculture e tanta arte.

Di rado la Master Suite viene data in affitto, perché è dove Trudie e Sting ancora soggiornano quando sono qui. Tra gli alloggi per gli ospiti ci sono la Casa Colonica, presso la limonaia, che viene spesso utilizzata per corsi di cucina; la Red House, con uno stile eclettico, dato che in origine era la bottega del falegname e vi si sono ricreate suggestioni di passato e presente, con anche una piscina privata; lo Chalet, costruito i primi del ‘900 per ospitare conigli, polli e piccioni e ora trasformato in una residenza intima; il Casino delle Vie, casa ispirata all’omonimo vino, con quattro camere da letto e una piscina. Una grande residenza di campagna è invece Senatore Umberto, nel cuore dei vigneti.

Dormire qui è vivere un’esperienza diversa di una comune vacanza. Perché il Palagio è come un santuario per Sting e Trudie, dove vanno per ritirarsi nella natura, per trovare pace e uno stile di vita semplice e idilliaco che loro prediligono, tra cani, gatti, cavalli, galline, maiali addomesticati, cinghiali. Ci sono giardini di meditazione, angoli zen, la possibilità di praticare yoga. Si proiettano film all’aperto ed esiste anche uno studio di registrazione.

Sting, che ha composto molte canzoni e musica qui e che ha scoperto che le cantine hanno la migliore acustica, è particolarmente stregato dalla malia di questa landa di Chianti.

«Essere a Il Palagio è per me come vivere in un dipinto… E’ uno dei miei luoghi favoriti sulla Terra», ha raccontato.