Arredi e progetti contemporanei per la nuova età della pietra

Arredi e progetti contemporanei per la nuova età della pietra

di Paolo Lavezzari

Sembrano grandi massi, in realtà sono comodissimi divani e poltrone firmati dai grandi marchi dell’interior. Sono tra le novità dell’ultima MDW, ma ci sono anche pezzi storici importanti

Adagiarsi su un bel masso può essere comodo – sempre che si trovi quello giusto – e per un lasso di tempo comunque breve; ma pensare di passarci la serata, ecco, la cosa si fa davvero ardua. È giocando su questa apparente contraddizione che invece diverse aziende, e con precedenti storici illustri, hanno presentato di recente sofà e poltrone che citano ostentatamente la dura pietra per offrire, in proporzione inversa, delle sedute di un comfort eccellente. Chi, durante l’ultima MDW, ha avuto modo di ammirare Apacheta, l’installazione che Loro Piana ha ospitato nel Cortile della Seta, presso il suo l’headquarter milanese, non potrà non ricordare, tra le dodici torri alte anche 8 metri, gli arredi progettati dal designer argentino Cristián Mohaded. Sono divani, pouf, una panca, tavoli di cortesia che apparivano quali pietre, addolcite dai morbidi tessuti di Loro Piana Interiors.


Loro Piana Interiors

Sempre durante la settimana del design, Moroso, ha presentato Forest Wandering, una nuova collezione di  tessuti  che prosegue il discorso iniziato l’anno scorso con la presentazione del sistema Pebble Rubble, firmato dalle designer svedesi Sofia Lagerkvist e Anna Lindgren di Front Design, che si rifaceva in toto alle forme di grandi pietre. Ora le nuove maglie sono un’esplorazione non tanto dei colori quanto delle possibilità tattili e materiche. Se le tonalità fredde dei tessuti verdi e grigio-azzurri suggeriscono la profumata vaporosità dei sottoboschi e la freschezza di arenili e laghi incontaminati, i toni caldi dei beige e dei rossi aprono a richiami terrosi e ad atmosfere autunnali.


A essere rappresentata non è perciò la natura, ma il rapporto intimo e personale che ognuno ha con essa. A proposito del divano componibile Grumetto di Elena Salmistraro, la storica azienda Busnelli non ha avuto remore a parlare di ‘spirito del rock’, inteso come libertà di esplorare nuovi territori estetici e rompere gli schemi. Come un puzzle componibile a piacere, da cui il nome, i cuscini e le sedute, quasi massi  levigati dall’acqua, invitano ad accomodarsi senza alcun timore. A proporre un gioco diverso sono  state diverse aziende negli anni passati, vale a dire utilizzando il decoro di  rivestimenti mimetizzanti su forme classiche. 


Loro Piana Interiors

Maurizio Galante, per esempio, aveva creato per Baleri Italia Louis XV Goes to Sparta, una classica bergère con un tessuto a stampa fotografica riproducente le classiche venature del marmo: l’effetto era veramente mimetico, anche sul pouf che si aveva timore a toccare temendo che potesse rotolare sul piede…E sempre con stampa fotografica Gaetano Pesce aveva rivestito per Meritalia un divano che opportunamente aveva battezzato Montanara. Aveva tutto: cime innevate, rocce scoscese, cascate. Per dare merito alla sua storia, non si può non ricordare la Gufram, pioniera del design radicale e dell’antidesign, che già negli anni 60 proponeva (un po’ scultura e un po’ arredo)  il Sedilsasso di Piero Gilardi, seguito, nel 1974, dal Massolo, tavolino in pseudo porfido stile reperto romano (in realtà entrambi in blocchi di poliuretano opportunamente trattati). Sono  ancora fermamente in catalogo.


Loro Piana Interiors

E per dirla tutta, ora però non più in catalogo, c’era anche un bellissimo tappeto di pseudo ciottoli componibile, fratello dei Tappeti natura con cui Gilardi si affermava a livello internazionale. Pietra che vince non si cambia e infatti Gufram, creati dai newyorkesi Snarkitecture ha ora in produzione panche e specchi con le serie Broken Mirror e Broken Bench. Anche Mendini si è cimentato con Gufram, firmando Poltrona, in autentico  falso granito. The End, per concludere e ancora di Gufram, si intitola la limited dello sgabello (?!) ideata da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari di una ‘pietra tombale’ simil marmo di Carrara e in finiture di vari colori.