Viaggi d’autunno in Italia: i 5 nuovi musei da non perdere
PART Palazzi dell'Arte Rimini: ©Henrik Blomqvist Vanessa Beecroft VBSS.002, 2006-2018 Stampa Digitale C-Print 177,8 cm x 230,8

Viaggi d’autunno in Italia: i 5 nuovi musei da non perdere

di Digital Team

Cinque nuove sedi espositive aperte di recente a Milano, Roma, Rimini e L’Aquila diventano “l’espediente” per programmare brevi fughe d’autunno all’insegna dell’arte, della fotografia, del design e dei linguaggi del contemporaneo

Nuovi, nuovissimi. Aperti da una manciata di mesi (o poco più). Dopo le tappe a Los Angeles, Hong Kong, Oslo, Parigi e Zurigo, per la ricognizione sui maggiori musei che stanno aprendo nel corso del 2021, il focus si sposta ora sull’Italia. Dove il settore museale è tutt’altro che silente, come testimoniano le recenti inaugurazioni di sedi espositive in giro per il Paese. Dopo la forzata ‘indigestione’ di iniziative digitali, avvenuta parallelamente al lockdown, è tempo di programmare brevi fughe d’autunno con tappe (anche) in questi luoghi votati alla produzione artistica e culturale.

ADI Design Museum Compasso d’Oro a Milano

ADI Design Museum, vista dell’allestimento della mostra “Il cucchiaio e la città”.
©Martina Bonetti

Milano e il design: un legame inscindibile, un’alleanza solida, in grado di rigenerarsi costantemente. Lo dimostra anche l’apertura dell’ADI Design Museum avvenuta lo scorso maggio, nel ventennale della nascita della Fondazione ADI per il Design Italiano. Parte integrante di un dismesso complesso industriale milanese, al centro di un intervento di rigenerazione urbana, la nuova sede espositiva conserva ed espone la collezione cult del Compasso d’Oro. Negli stessi spazi, risalenti agli anni Trenta del Novecento, originariamente impiegati come deposito di tram a cavallo e impianto di distribuzione di energia elettrica, oggi è possibile ripercorre la straordinaria storia del prestigioso riconoscimento: assegnato a partire dal 1954 e nato da un’idea di Gio Ponti, il Premio Compasso d’Oro ADI è il più antico e istituzionale attribuito a cadenza biennale nell’ambito del design a livello mondiale. Oltre 2.300 i prodotti e i progetti della raccolta, che riunisce sia i 350 premiati che le opere ritenute meritevoli di ottenere una Menzioni d’Onore nelle categorie. È proprio la collezione permanente ‘l’asse portante’ del museo, sede anche di mostre temporanee e punto di riferimento per la community del design (e non solo).

Sport Photography Museum a Milano

BOLT, Olympic Games, Rio 2016
© Alessandro Trovati

La fotografia sportiva? È un’arte. Questa la ‘scelta manifesto’, in un anno costellato da straordinari successi sportivi per gli atleti italiani, la fotografia sportiva d’autore ha trovato casa a Milano. Aperto dal 21 ottobre scorso e unico nel suo genere, lo Sport Photography Museum è il luogo d’elezione in cui rivivere momenti unici della storia dello sport globale, consacrati all’immortalità anche grazie agli scatti dei fotografi di tutto il mondo. Ideato dalla curatrice di fotografia Federicapaola Capecchi e dal fotografo sportivo Alessandro Trovati, SPM ha fissato la propria sede a Milano, nella Casa Museo Spazio Tadini, un tempo studio dell’artista e scrittore Emilio Tadini. Con un programma espositivo, culturale e formativo già delineato per i prossimi mesi – fino al 22 novembre si può visitare la mostra Alessandro Trovati & Hall of fame; il 27 e 28 novembre si terrà il primo workshop con Alessandro Trovati –, il museo punta dichiaratamente alla promozione e diffusione della fotografia sportiva autoriale, affinché alla sua crescente diffusione si accompagni il suo pieno riconoscimento come genere fotografico. Oltre agli spazi espositivi, completano il museo il laboratorio di stampa e Fine Art e il primo archivio fotografico sportivo internazionale, nel quale viene anche digitalizzata ogni opera acquisita in pellicola.

MAXXI L’Aquila

Palazzo Ardinghelli, allestimento Punto di equilibrio
Sala della Voliera, William Kentridge, North Pole Map, 2003
Foto Agostino Osio – AltoPiano, courtesy Fondazione MAXXI

Dal 3 giugno scorso, il MAXXI è anche a L’Aquila. Nel centro storico della città abruzzese, oggetto di una complessa operazione di consolidamento e ricostruzione in seguito al terremoto del 2009, gli interni barocchi di Palazzo Ardinghelli sono diventati custodi dell’arte contemporanea e dei suoi eclettici linguaggi. Perseguendo la medesima mission dell’omologo capitolino e dichiaramente aperto al territorio, grazie anche alle attività formative ed educative, il nuovo MAXXI L’Aquila ospita mostre temporanee dedicate alle collezioni di arte, architettura e fotografia del MAXXI. Un percorso culturale intrapreso con Punto di Equilibrio. Pensiero spazio luce da Toyo Ito a Ettore Spalletti, collettiva curata da Bartolomeo Pietromarchi e Margherita Guccione che affianca otto nuove produzioni site specific, fra cui un lavoro monumentale del maestro Spalletti, con oltre sessanta opere cult delle raccolte del MAXXI. Non solo arte: l’architettura e la fotografia sono entrambe ampiamente presenti nel percorso di visita, come dimostrano le maquette de La Ville Spatiale di Yona Friedman, il Monumento Continuo di Superstudio, i disegni dedicati a Beirut dell’architetto libanese Bernard Khoury e gli scatti di Iwan Baan, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Giovanni Chiaramonte, Guido Guidi e Stefano Cerio.

Contemporary Cluster a Roma

Contemporary Cluster, Semina di Sara Ricciardi per Rometti – Semilacrima
©Serena Eller

Tappa nel quartiere Esquilino, a Roma, per il più nuovo (e promettente) hub creativo multidisciplinare della Capitale. Aperto il 23 settembre scorso, Contemporary Cluster occupa oltre 6000 metri quadrati dell’ottocentesco Palazzo Brancaccio. Non si tratta di un ‘museo convenzionale’ (né di un progetto che a diventarlo nel prossimo futuro), ma di un polo culturale votato alla interdisciplinarietà e alla contaminazione tra arte, architettura, fotografia, design, visual art, sound design, fashion design. Per i fondatori  Giacomo Guidi, direttore artistico e curatore di arte contemporanea, e Giorgia Cerulli, architetto e curatrice del settore design storico e arti applicate — ‘sarà l’incarnazione dell’intelligenza collettiva, quell’intelligenza basata sulla cooperazione di una comunità di persone, in grado didialogare tra loro superando i limiti della cognizione individuale’. Obiettivi ambiziosi, tuttavia già in parte confermati dai primi appuntamenti ospitati, fra cui la personale della designer Sara Ricciardi. Nella ‘sezione’ denominata Africano, in memoria dell’archivio dei reperti storici africani del Museo Nazionale d’Arte Orientale custodito un tempo, sono esposti 38 poetici ‘vasi scultura’ in cui Ricciardi indaga il tema della rinascita umana a partire dalla pratica della semina.

PART Palazzi dell’arte a Rimini

Mimmo Paladino, Dormiente, 2008 Olio su tela 85 × 65 cm Sandro Chia, Figura Galante, 1982 Olio su tela 215 × 195 cm Igor Mitoraj, Luci di Nara, 2014 Modello in resina 220 × 154 × 204 cm Enzo Cucchi, Per le Marche sul mare, 1980 Olio su tela e ceramica 127×202, cm 11x24x15, asta lunghezza cm 55
©Henrik Blomqvist

Non solo Fellini Museum. Il fermento museale di Rimini è testimoniato anche dal nuovo, grande sito culturale cittadino: PART – Palazzi dell’Arte Rimini, che ha appena tagliato il traguardo del primo anno di apertura. Dopo essere stati riqualificati e adeguati dal punto di vista funzionale dallo Studio AR.CH.IT, due edifici storici del centro città  il duecentesco Palazzo dell’Arengo e il trecentesco Palazzo del Podestà — formano ora una sede museale unitaria. In forma permamente, al loro interno, è esposta la raccolta di opere d’arte contemporanea donate alla Fondazione San Patrignano da artisti, collezionisti e galleristi. Vanessa Beecroft, Damien Hirst, Flavio Favelli, Alberto Garutti, Damien Hirst, Carsten Höller, Emilio Isgrò, Giovanni Iudice, William Kentridge, Igor Mitoraj, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Francesco Vezzoli sono solo alcuni degli artisti presenti con i loro lavori nelle sale del nuovo PART.