Roma celebra la grande Sandrelli con una retrospettiva di 40 film. E Icon si unisce all’omaggio con una gallery di 20 foto

Aveva 15 anni quando, giovanissima di bellezza abbagliante, incarnò il nuovo (cinema italiano) che avanzava. Ma non è rimasta immobile, pietrificata in un personaggio o inghiottita dal ricordo: perché Stefania Sandrelli, prima di essere una diva, è una donna, forse l’ultima donna del nostro grande cinema. E per gioco del destino è diventata un simbolo: è nata il 5 giugno 1946, insieme alla Repubblica italiana (più anziana di tre giorni) e i loro compleanni paralleli non sono soltanto una coincidenza. Stefania, dell’Italia, è uno specchio: dei suoi successi delle sue traversie, della sua vitalità. Ma guai a ricordaglielo: si sentirebbe mummia o santino. «Io, al cinema ho sempre pensato: prima come spettatrice appassionata sin da piccola, nella mia Viareggio, poi da attrice, Dopo Divorzio all’italiana mi son data un da fare tremendo», perché la sua convinzione è: «Io sono i miei personaggi. La mia vita è il cinema. Ho fatto tante donne. Ci ho messo i miei difetti». A crederci, è anche il simbolo del suo segno zodiacale: i caleidoscopici Gemelli, intoccabili anche dal tempo. Lei è assolutamente cambiata dall’adolescenza, ma è rimasta molto vicina a ciò che era. Una voce giovanissima, un aspetto più ampio (e dolce) rispetto a quel giunco che era in gioventù, ma con lo stesso effetto. Era già morbida quando Tinto Brass la volle per ‘La chiave’. Lei provò a scoraggiarlo: gli sfilò davanti vestita solo di tacchi a spillo «Io, questo soltanto so fare», si schermì. Quando Brass lo racconta, vero o mito che sia, ha lo sguardo del miracolato. Ma anche a dirle che i suoi anta non li dimostra non la soddisfa. «Non mi sembra un gran complimento. “Li dimostra”, questa è la cosa bella da sentire. La vita non ti deve passare sopra come l’acqua sulla pietra, senza lasciare tracce». E lei la vita l’ha vissuta in ogni sfumatura: tanto da essere farfallona e gelosissima, conciliando la contraddizione con un soave: «Io mi perdono tutto». E sta con chi ama lei (amarla non basta): da 30 anni l’uomo giusto è Giovanni Soldati, un legame nato libero, senza promesse né contratti. L’elisir che ha mantenuto Stefania Sandrelli sgarzolina, sensuale, seduttiva. E se il vero nome di lui fosse Mefistofele?

Testo di Santi Urso

18-30 dicembre Retrospettiva a ingresso gratuito organizzata da Roma Film Festival in collaborazione con la Cineteca Nazionale

Roma, Casa del Cinema a Villa Borghese (Sala De Luxe)

Per info: www.casadelcinema.it