5 film belli sulla paternità
Foto: Lucky Red

5 film belli sulla paternità

di Simona Santoni

Storie di padri sicuramente imperfetti ma ostinatamente e smisuratamente dalla parte dei loro figli. Come Viggo Mortensen in “Captain Fantastic” o James Norton in “Nowhere Special”

Educare, dal latino educere, significa letteralmente “tirar fuori”. Tirar fuori qualcosa da dentro, quindi non solo introdurre nozioni e insegnamenti. È un compito complicato quello di essere padri. È essere un sole che guida, scalda, prepara e tira fuori le inclinazioni profonde. Come Casey Affleck protettivo e illuminante in Light of my life. O Viggo Mortensen educatore strampalato e preziosissimo di una tribù di figli. 
Ripercorriamo qui cinque esempi di paternità illuminanti, in altrettanti film belli, da vedere. Padri sicuramente imperfetti ma ostinatamente e smisuratamente dalla parte dei loro figli.

Nowhere Special
Foto: Lucky Red
Daniel Lamont e James Norton in “Nowhere Special”

Nowhere Special (2020) di Uberto Pasolini

Ispirato a una storia vera, Nowhere Special – Una storia d’amore è un film commovente ma non sentimentale nonostante il materiale potenzialmente sdolcinato e ad alto rischio di cadute. 
Il padre modello è un lavavetri (James Norton) di Belfast di 34 anni, abituato a osservare e a carpire le vite degli altri. Sapendo che gli mancano pochi mesi da vivere, cerca con scrupolosità e cuore una famiglia sostitutiva a cui far crescere il suo figlioletto (Daniel Lamont), a cui si è completamente dedicato da quando è nato, in un rapporto simbiotico e profondo.
La selezione della nuova famiglia passa da conversazioni, sopralluoghi e sguardi, cercando di cogliere il meglio per il suo piccolo. Ogni famiglia in fondo è imperfetta, il compito è individuare l’amore.

Light of my life (2019) di Casey Affleck

Una storia di sopravvivenza che è soprattutto storia di un amore assoluto e tenerissimo tra un padre (Casey Affleck) in allerta e votato a difendere sua figlia e lei, undici anni, occhi attenti, tante domande per cui esige risposte sincere, altrettanto amore da rendere.
In un mondo alla deriva e pericoloso post-apocalittico che non sembra così lontano, con l’umanità in via di estinzione e ignobilmente brutale, Affleck, che è anche sceneggiatore e regista, rende straordinaria una distopia non così fuori dal comune grazie all’intensità salvifica di questo rapporto padre-figlia. Lui la addestra, in mezzo ai boschi, zaino in spalla, prevedendo ogni rischio, perché possa cavarsela un domani da sola. Brava la giovanissima Anna Pniowsky.

Light of my life
Foto: Notorious Pictures
Casey Affleck e Anna Pniowsky in “Light of my life”

In nome di mia figlia (2016) di Vincent Garenq

Da una terribile cronaca vera, il racconto di un padre coraggioso e incrollabile che si è battuto per anni e anni contro le maglie paludose e ingannevoli della cosiddetta giustizia.
La vicenda vera è il caso Dieter Krombach, cardiologo tedesco che si rivelò omicida e stupratore seriale. Kalinka Bamberski (interpretata da Emma Besson) nel 1982 morì all’età di 14 anni nella casa del suo patrigno, Krombach appunto. I risultati sospetti dell’autopsia indussero André Bamberski, il padre francese della ragazzina, a fare pressioni sulle autorità tedesche. Gli dà tenacia e rabbia dolente un Daniel Auteuil solido e coriaceo.
Bamberski ha dovuto lottare incessantemente per 27 anni, dando la caccia all’assassino di sua figlia. Inarrestabile, nel 2009 fece addirittura rapire Krombach in Germania per portarlo in Francia e poterlo processare lì.

Captain Fantastic (2016) di Matt Ross

Il padre che tutti vorremmo avere. Forse. Viggo Mortensen, nei panni di Ben Cash, è un padre sopra le righe che con i suoi sei figli (di età tra i 6 e i 20 anni circa) vive nelle foreste del Nord America, isolato dalla società. Dedica la sua esistenza a crescerli educandoli a pensare in modo critico, addestrandoli a essere fisicamente in forma e atletici, guidandoli nella natura selvaggia senza tecnologia, dimostrando la bellezza della convivenza con la natura. Insieme cacciano con frecce e arco, fanno prove di resistenza, leggono saggi di filosofia e linguistica, romanzi di letteratura russa e Noam Chomsky (non festeggiano il Natale ma la «Giornata di Noam Chomsky», perché personaggio reale e non «di fantasia»).
Finché una tragedia non li costringe a lasciare quel mondo a sé stante per imbattersi nella nostra realtà, fatta di Coca Cola e telefonini, mettendo in dubbio quel meraviglioso e anticonvenzionale percorso educativo.

Captain Fantastic
Foto: Good Films
Immagine del film “Captain Fantastic”

Instructions not included (2013) di Eugenio Derbez

Film messicano rivelazione che ha ispirato il remake francese Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse con Omar Sy, fa meglio del rifacimento.
Eugenio Derbez, che in Messico è attore e personaggio televisivo affermato, scrive, dirige e interpreta una commedia generosa e grondante di risate e buoni sentimenti, che strizza un po’ l’occhio allo spettatore ma sa essere godibile.
Il papà raccontato è un ex latin lover allergico alle responsabilità che, trovandosi all’improvviso un frugoletto di figlia tra le braccia e non avendo alternative, si scopre genitore totalmente devoto. È vigile, presente, accudente, allegro, artefice di un mondo incantato di immaginazione e… bugie bianche.
Non ci sono istruzioni incluse nel diventare padre, no. Alcuni uomini, però, pur senza il manuale della buona paternità, sono capaci di “tirar fuori” qualcosa di speciale da dentro.