Le tendenze del mercato dell’arte: intervista a Emilie Volka, direttrice di Artcurial Italia

Le tendenze del mercato dell’arte: intervista a Emilie Volka, direttrice di Artcurial Italia

di Luca Zuccala

Direttrice della filiale italiana di Artcurial, Emilie Volka ci parla delle trasformazioni che interessano la casa d’aste di riferimento del mercato della Street Art nel mondo. In attesa dell’asta milanese Urban & Pop Contemporain, in programma il 16 dicembre.

Incanti ibridi, scenari internazionali, nuove frontiere del mercato, l’ascesa dell’Urban Art e dell’Arte Africana Contemporanea (che si somma alle conferme Gioielli, Design, Automobili classiche, Arte Moderna e Contemporanea). Un piccolo portone color salvia in Corso Venezia a Milano ci spalanca la dimensione globale di una delle più importanti case d’asta del mondo, Artcurial.

Non sarà la “reggia” all’ingresso degli Champs-Élysées a Parigi, epicentro dell’istituzione francese, ma il sobrio ed elegante Palazzo Crespi è da qualche anno una raffinata base-vetrina della maison guidata in Italia da Emilie Volka. L’abbiamo incontrata proprio all’interno di quel nobile portoncino per fare il punto sulla situazione generale, da cosa significa ora fare un’asta alle tendenze internazionali, toccando nuove capitali dell’arte come Monte Carlo e Marrakech.

Incanti e lockdown. Le case d’asta sono tra i pochi attori del mercato dell’arte che non si sono fatte trovare impreparate alla pandemia, avendo potenziato le proprie piattaforme digitali da tempo.
Artcurial in particolare ha da diversi anni implementato i suoi strumenti digitali per assecondare anche la provenienza estremamente varia dei suoi collezionisti, dando corpo a un sistema di rilanci online. Già dal 2018 proponiamo delle aste che vivono solo ed esclusivamente online: non dei rimpiazzi o dei trasferimenti coatti, ma delle vendite pensate appositamente per funzionare secondo le logiche del web.

Come si svolgono le aste ora?
Da novembre le vendite all’incanto sono a porte chiuse, di conseguenza abbiamo potenziato, attraverso una vera e propria cabina di regia, la possibilità di collegarsi virtualmente, come se il collezionista fosse effettivamente in sala. 6-7 telecamere seguono il battitore che annuncia i lotti, i telefonisti rilanciano a ogni accenno del cliente dall’altra parte della linea telefonica e in contemporanea il monitor che registra l’avanzamento delle offerte si illumina quando riceve una proposta dal web.

Adrenalina e palpitazioni in sala adieu
Manca quella magia che c’è tra il battitore e il collezionista in sala. Ricordo certi episodi: il battitore che continuava a rilanciare guardando solo gli occhi del collezionista, come se non ci fosse nessun altro nella stanza, quasi fosse una cosa personale tra loro due. Oppure di quella volta in cui il collezionista era un bambino che accompagnava il suo papà e che per farsi vedere con il suo piccolo braccio alzato si arrampicava sulla sedia determinato al rilancio. Momenti di “umanità” che spero ritornino presto.

Qual è lo stato di salute del mercato dell’arte a fine funesto 2020?
In generale sia in Italia che all’estero è buono. In un periodo come questo di profonda incertezza, soprattutto, sia per i collezionisti sia per chi pur non essendo del settore vuole investire, l’arte e i preziosi rimangono beni di rifugio. Per i pezzi importanti si può arrivare a risultati sbalorditivi. Un esempio? Una stampa di Banksy firmata e stimata 20.000-30.000 euro, come “Choose your weapon” del 2010 che presentiamo in questi giorni a Milano per l’asta Urban & Pop Contemporain (16 dicembre), può arrivare a ben 5-6 volte la stima base. Questo dà coraggio agli addetti del settore.

Artcurial è il punto di riferimento del mercato della Street Art nel mondo, una scelta lungimirante.
Quello della Urban Art oggi si sta rivelando uno degli ambiti più interessanti sul mercato e continuamente in ascesa. Lo scorso febbraio, per esempio, è stata battuta un’opera dell’artista francese Invader “Rubik Mona Lisa” datata 2015 a 480.000 euro segnando il record mondiale per un’opera della serie Rubik Masterpiece. Artcurial ha in archivio altri record mondiali come un’opera di Shepard Fairey “Libertè, égalité, fraternité” battuta a 232.000 euro e il “Kill Mum” di Banksy a 617.000.

Tutti conoscono Banksy, pochi conoscono Invader.
Invader appartiene alla generazione nata dopo il Settanta che domina la scena europea. Dal 1998 ha avviato la sua “world invasion” con la diffusione su scala globale del suo simbolo: gli alieni di Space Invaders, un videogame molto diffuso nelle sala giochi degli anni Ottanta, realizzato con effetti pixelati che strizzano l’occhio alla grafica a 8-bit dell’epoca. L’idea era quella di liberare l’arte dagli alieni, cioè la struttura del mercato e il circuito espositivo tradizionale, ma allo stesso tempo di liberare gli Space Invaders dalla loro realtà virtuale. Le sue opere sono dei mosaici ceramici che considerate nella loro ampissima diffusione, tutte insieme danno forma a un’installazione tentacolare. In asta avremo un top lot del 2005 in cui si evidenzia un altro aspetto della produzione dell’artista, quella dell’estetica Rubikcubism, stimata 400.000-600.000 euro.

Altro fenomeno in crescendo: l’arte africana e afroamericana contemporanea. Avete appena insediato un nuovo direttore di dipartimento e avete un’importante asta in arrivo in Marocco.
A novembre ci ha raggiunto Christophe Person alla guida del nuovo dipartimento di Arte Contemporanea Africana, una specialità che in Francia sta prendendo piede sulla scia del grande interesse che in tutto il mondo occidentale si è risvegliato già da diversi anni nei confronti della produzione locale e degli artisti della diaspora attivi in altre parti del mondo. Per la Francia gioca un ruolo fondamentale la vicinanza centenaria alla cultura africana tramite le colonie francesi e non a caso si tratta di uno dei primi centri in cui si è data forma organica anche a mostre ed esposizioni più articolate, che tracciassero una panoramica dello stato attuale dell’arte di produzione africana. In questo senso va letta la nascita anche di fiere d’arte specificatamente dedicate ai vari mercati sul continente e sulla promozione dell’arte locale, ma anche l’affermarsi di un numero sempre maggiori di professionisti del settore attivi nella divulgazione, promozione e al sostegno dell’arte africana e della diaspora. Il prossimo 30 dicembre al La Mamounia di Marrakech, nell’ambito della nostra tradizionale vendita di orientalismo e arte africana (l’anno scorso la vendita aveva totalizzato 3,8 milioni di euro), sarà inclusa una sezione dedicata al contemporaneo con grandi nomi, come Chéri Samba, Omar Ba e altri molto più giovani, nati per esempio negli anni Ottanta come l’ivoriano Saint-Etienne Yéanzi, nato nel 1988.

Proprio a Marrakech nel 2019 avete aperto una nuova sede di rappresentanza.
Marrakech rappresenta il ponte tra la cultura africana e quella europea. Lavorando in Marocco ci siamo sempre imbattuti in una grande apertura e disponibilità, c’è tanta voglia di rischiare e propensione verso nuove iniziative. Proprio qui, da circa due anni a fine dicembre, Artcurial insieme alle gallerie d’arte della città e alle istituzioni locali organizza la Marrakech Art Week, nel cui contesto sono presentate le aste di Arte Contemporanea Africana e Orientalista che nella loro primissima edizione, 2017 e 2018, si svolgevano in contemporanea a Parigi e Marrakech.

Com’è la scena artistica africana?
Vibrante. Ci sono moltissimi centri produttivi e altrettanti ce ne sono per il mercato, le principali sicuramente Dakar in Senegal, sede della Biennale Dak’Art, e Marrakech, sede della fiera 1-54 Contemporary African Fair, anche se ultimamente anche Rabat sta acquisendo moltissima attenzione da parte di investitori e collezionisti. Moltissime sono poi le fiere in Europa che si occupano solo di Arte Africana, pensiamo ad AKAA – Also known as Africa a Parigi.

Marrakech, Parigi, Monte Carlo. Tre poli di riferimento di Artcurial, ma anche Milano fa la sua parte.
Ma anche Bruxelles, il cui ufficio di rappresentanza è altrettanto forte, concentrandosi su tutto il mercato olandese, belga e in parte anche tedesco, e poi Vienna e Monaco di Baviera, senza tralasciare Tel Aviv dove abbiamo una base dal 2015. A Monte Carlo gli uffici si sono recentemente spostati in uno showroom che si affaccia sulla Piazza del Casino così da essere ancora più vicini ai monegaschi, stabili e occasionali, e incontrali in occasione degli immancabili appuntamenti con le aste di gennaio e luglio, presso Hotel Hermitage: Orologi da polso, orologeria femminile, gioielli, Vintage Hermès e auto d’epoca. Milano, così come gli altri uffici del network Artcurial, ha lo scopo di promuovere le iniziative della casa d’aste con eventi e mostre, valutazioni e consulenze, reperire importanti opere d’arte per il mercato internazionale delle quali l’Italia è un serbatoio inestinguibile, sviluppare conoscenze e fidelizzare i clienti. Nella testa i progetti sono tanti, aspettiamo solo di poterli attuare dopo questo triste periodo. A noi e a tutti: forza e coraggio!