Horror ma con eleganza: i 10 migliori film da non perdere
Foto: Universal Pictures

Horror ma con eleganza: i 10 migliori film da non perdere

di Simona Santoni

Non solo grida, sangue e coltellacci. Alcuni film dell’orrore flirtano con un inquietante e misterioso senso del bello. In scenografie, vestiti alla moda e stile. Che seduce

Non solo coltellacci, viscere, grida e sangue. L’horror assedia con immagini brutali da incubo, ma i film dell’orrore che più risuonano dentro e rimangono a lungo con noi spesso sono quelli che affascinano con una certa eleganza e con un’attenzione particolare allo stile. Che vanno al di là di atmosfere oscure dalle scenografie appena visibili, e curano anzi i dettagli con un inquietante e misterioso senso del bello.
In occasione del ritorno di Dario Argento, con il film Occhiali neri dal 24 febbraio al cinema, con Ilenia Pastorelli e Asia Argento, qui ripercorriamo 10 horror di classe (e paura).

Suspiria (1977) di Dario Argento

Suspiria non può che aprire la nostra lista. L’estetica lussureggiante è accompagnata da una colonna sonora altrettanto succosa firmata dal gruppo progressive rock dei Goblin. Quando la studentessa di danza classica Susy (Jessica Harper) arriva alla prestigiosa Accademia di Friburgo, la accoglie un edificio color rosso mela invitante.
Per la ricca tavolozza cromatica usata, Argento si è lasciato ispirare dal Technicolor americano, dai tramonti rossi e, soprattutto, da Biancaneve e i sette nani di Walt Disney. Ovviamente dalla strega cattiva. La scuola è infatti la copertura di un’antica congrega di streghe, la cornice abbacinante di un incubo avvincente.

Suspiria
Foto: Videa
Immagine del film “Suspiria”

Rosemary’s Baby (1968) di Roman Polanski

Spaventosa storia di satanismo e gravidanza, è visivamente seduttiva, in una ricerca stilistica accurata già dall’apertura, che spazia su una New York magnifica e solitaria, con i titoli dal font di curve e svolazzi rosa confetto, sulle note malinconiche e romantiche di Krzysztof Komeda.
All’atmosfera sinistra emanata dal vecchio palazzo Bramford dell’Upper West Side (l’esclusivo edificio residenziale Dakota di Manhattan), fanno da contraltare l’arredamento rigoglioso, da piani alti, in cui si trasferiscono i due sposini (Mia Farrow e John Cassavetes) e il guardaroba alla moda della Farrow, iconica nel suo taglio di capelli alla maschietta.

Carrie – Lo sguardo di Satana (1976) di Brian De Palma

Cult del genere horror, commovente e terribile, è una grande prova di stile di Brian De Palma, tra luce e tenebre, tra conciliazione e vendetta, tra sogno e realtà. E tanto colore, a differenza dei film del genere spesso asfittici di luce e cromaticità.
Nel liceo dove studia la sensibile e riservata Carrie (Sissy Spacek), dominano i pastelli, come la divisa gialla che indossa nella partita di pallavolo o l’abito di raso rosa della festa, fino allo scintillante ballo finale, dal raccapricciante risvolto rosso sangue. Esteticamente accattivante quanto lancinante.

Crimson Peak (2015) di Guillermo del Toro

Vestiti fastosi, atmosfere dark, una residenza maestosa e fatiscente in cima a una collina di argilla rosso sangue. In questo contesto di bellezza pittorica si muove un melodramma seducente e ricco di ombre, con protagonisti sexy e misteriosi: accanto all’oscuro duo Tom Hiddleston, fascinoso e ambiguo, e Jessica Chastain, bella e letale, si muove un’ingenua e solare Mia Wasikowska.
Del Toro riporta in auge il genere romanzesco gotico delle grandi produzioni hollywoodiane, unendo elementi romantici a suggestioni horror. In un’inquietudine deliziosa.

Crimson Peak
Foto: Universal Pictures
Immagine del film “Crimson Peak”

Dracula di Bram Stoker (1992) di Francis Ford Coppola

Il mito di Dracula ha avuto tante letture cinematografiche, ma Dracula di Bram Stoker è stata l’unica in grado di conquistare tre Oscar: migliori costumi, trucco, montaggio sonoro.
Sontuoso ed elegante dramma dell’orrore, è sopra le righe ma comunque accattivante grazie alle notevoli interpretazioni (da Gary Oldman conte della Transilvania a Winona Ryder all’apice della sua carriera) e agli splendori della narrazione visiva, sulla musica inflessibile di Wojciech Kilar.
Ai costumi c’è la giapponese Eiko Ishioka, che mescola influenze culturali orientali e occidentali, facendosi ispirare da insetti e lucertole, con vestiti che evocavano l’alta moda e la tradizione nipponica. Un esempio, l’abito funebre d’haute couture di Lucy (Ryder), con una gorgiera di pizzo ispirata a una lucertola dal collare australiana.

Il cigno nero (2010) di Darren Aronofsky

Un po’ thriller, un po’ horror psicologico, su una prima ballerina (Natalie Portman) ossessionata dalla danza e immersa in un incubo allucinato, è un film acclamato ma contrastante, può non piacere. È sicuramente inaspettato e quasi disturbante.
Gli abiti di lei, Cigno bianco che trasfigura sempre più in Cigno nero, sono realizzati con piume e tulle neri dagli stilisti J. Mendel e Oscar de la Renta. Anche il brand di alta moda Rodarte è intervenuto, con le due sorelle di Pasadena che hanno reinterpretato il classico tutù da balletto.

Miriam si sveglia a mezzanotte (1983) di Tony Scott

Horror erotico cult, Miriam si sveglia a mezzanotte è uno dei film sui vampiri più eleganti di sempre. È stato criticato per aver più stile che sostanza, ma lo stile è so glam (firmato dalla costumista italiana Milena Canonero).
Gli affascinanti protagonisti David Bowie, Catherine Deneuve e Susan Sarandon sono così belli vestiti con le tendenze anni ’80 (il guardaroba di Deneuve è firmato Yves Saint Laurent). Non a caso il film ha ispirato l’omonima sfilata Primavera/Estate 1996 di Alexander McQueen.

Gli uccelli (1963) di Alfred Hitchcock

L’orrore matura lento, molto lento, e quado arriva fa rizzare i capelli, più inquietante che cruento: Hitchcock dimostra una volta di più che giocare con la suspense porta a un efficace accumulo di tensione. Trasforma gli uccelli nei villain più terrificanti, con immagini che restano indelebili negli occhi.
Intanto lei, Tippi Hedren, una delle bionde di Alfred, protagonista anche di Marnie, icona dello stile anni ’60, guida un’Aston Martin e sfoggia abiti monocromatici e capelli sempre a puntino, anche quando è assalita dai malefici uccellacci. I costumi sono di Edith Head, la donna con più Oscar vinti (otto).

The Neon Demon (2016) di Nicolas Winding Refn

Film controverso, che divide: la trama è esile ma lo stile è seducente ed elegante. Un horror non tradizionale che si muove come un sogno ipnotico febbrile, con Elle Fanning sedicenne ingenua aspirante modella che si trasferisce a Los Angeles, tra personaggi spietati e abiti firmati Armani e Saint Laurent. Tra neon intrisi di glitter e sangue, uno sguardo oscuro sul mondo della moda e sull’ossessione per la bellezza e la giovinezza.

The Neon Demon
Foto: Koch Media
Immagine del film “The Neon Demon”

Shining (1980) di Stanley Kubrick

La congiunzione di inquietudine e superbia visiva trova una delle espressioni più puntuali in Stanley Kubrick. E in Shinging, certo, che già solo a scrivere il titolo vengono i brividi. L’Overlook Hotel, dove trova rifugio lo scrittore Jack Nicholson sull’orlo dell’isteria, con la sua famiglia, è un labirinto con corridoi, stanze e arredi dalla simmetrie più stranianti, con colori contrastanti.
Il guardaroba (firmato da Milena Canonero) e le scenografie – così come tante battute – sono pietre miliari dell’horror cinematografico, con stile.