Breve panoramica dei favoriti per non arrivare impreparati

Tempo di verdetti per lo show business che conta.

Il primo vero appuntamento è fissato infatti per la notte di domenica 12 gennaio, quando nella cornice di Beverly Hills andranno in scena i 72esimi Golden Globe, consueti riconoscimenti assegnati ogni anno da 90 giornalisti appartenenti alla stampa estera. Istituti nel 1944 per il cinema, poi ampliati nel 1956 anche per la televisione, la cerimonia è diventata nel tempo sempre più cruciale, consacrando di fatto il meglio della stagione in termini di pellicole e interpreti, e che spesso poi gli Oscar hanno confermato il mese successivo. Una passerella, i ‘Globes’, che non mancherà ovviamente di incoronare tendenze, stili e volti.

Possibile favorito come miglior film “Musical or Comedy”, potrebbe essere Grand Budapest Hotel, forte anche della nomination per Wes Anderson come regia e sceneggiatura, e Ralph Fiennes come attore protagonista. A contendergli il primato di categoria un altro titolo fortissimo (da noi uscirà il 5 febbraio), Birdman, già pellicola d’apertura all’ultima Mostra di Venezia e lanciatissima a vincere qualcosa di importante. Ben sette nomination, tra cui miglior film, attore protagonista (Michael Keaton), attore non protagonista (Edward Norton), attrice non protagonista (Emma Stone), regia e sceneggiatura di Alejandro Gonzalez Iñárritu.

Gli altri titoli in corsa saranno Into the Woods con l’inossidabile Meryl Streep (candidata ancora come non protagonista), St.Vincent e Pride.

Per la sezione “Drama”, spicca un titolo su tutti, Boyhood di Richard Linklater, per molti il film-evento dell’anno. Protagonista nelle categorie principali (film, regia e sceneggiatura), rilancia anche Ethan Hawke e Patricia Arquette come possibili migliori non protagonisti.

Gli avversari saranno molti e “agguerriti”, a partire da Foxcatcher di Bennett Miller, grazie anche alle performance straordinarie di Steve Carell e Mark Ruffalo, The Imitation Game con Benedict Cumbertbach e Keira Knightley, o La teoria del tutto dove a fare la differenza potrebbero essere Eddie Redmayne nel ruolo di Stephen Hawking, o Felicity Jones.

A non avere rivali sarebbe solo Julianne Moore, da tutti eletta miglior attrice in Still Alice, ma che concorrerà anche con Maps of the Stars di Cronenberg.

Ma non mancheranno sicuramente le sorprese. A partire da L’amore bugiardo di David Fincher e la “sua” Rosamund Pike, o il sorprendente Selma di Ava Duvernay, incentrato sulle marce americane per i diritti civili iniziate nel 1965, come meritato sarebbe il riconoscimento a J.K. Simmons, magistrale interprete nell’altra pellicola dell’anno, Whiplash.

Sul fronte televisivo invece ci sono pochi dubbi sulla supremazia di lavori come True Detective, Fargo, House of Cards, Downton Abbey, o Game of Thrones, dominatori nelle sezioni più importanti, e già consacrati dal pubblico internazionale.

Non resta che aspettare e godersi lo spettacolo.

 

Diretta dalla 1 di notte su Sky Cinema Atlantic